Da un testo di Robert Kurz, del 1988 - «Splendore e Miseria dell'Anti-autoritarismo. Un approfondimento sulla storia delle idee e sulle conseguenze della "Nuova Sinistra» (pubblicato su "Marxistische Kritik" Nr. 5, Dez. 1988) - un estratto:
«In sé, la teoria marxiana costituisce una critica radicale della produzione di merci in generale, vale a dire, della pura semi-socialità astratta dell'individuo. Per Marx, la rivoluzione comunista consiste in fin dei conti tanto nell'abolizione del lavoro salariato quanto nell'eliminazione della forma merce-denaro; e questo sebbene egli non sia riuscito a formulare queste sue considerazioni con la necessaria chiarezza.
Una tale difficoltà, è dovuta a quello che ai suoi tempi era il relativo sottosviluppo del processo di socializzazione del capitalismo astratto. Fu per lo stesso motivo, che il vecchio movimento operaio non riuscì a cogliere le implicazioni veramente radicali della teoria di Marx; nemmeno da parte di quella che era allora la sua ala rivoluzionaria.
Voler abolire il lavoro salariato pur rimanendo nell'ambito della produzione di merci, e del denaro, era un'impresa destinata al fallimento. A Ovest, il risultato è stato quello della socialdemocrazia integrata nel capitalismo; a Est, la società sovietica che venne appositamente mercificata divenne l'espressione dell'industrializzazione in ritardo e della socializzazione borghese.
A partire da simili basi, bisognava che la teoria di Marx venisse notevolmente ridotta e ridimensionata, in modo da poter così ottenere una critica tronca e appiattita dell'anti-autoritarismo. Il marxismo tradizionale - esso stesso intrappolato nelle categorie della socializzazione astratta della merce e del denaro - non era certo in grado di analizzare in maniera adeguata l'anti-autoritarismo.
E così, puntando tutto su una parola chiave che si limitava a denunciare "l'individualismo piccolo-borghese", esso falliva nel riconoscere l'ideologia anti-autoritaria in quanto espressione della socializzazione capitalistica. La distorta e frettolosa attribuzione sociologica di un'ideologia specifica a una certa classe, definita "piccolo-borghese", ha finito per nascondere il fatto che, nell'evoluzione del capitalismo, il problema dell'individualità astratta investe tutte le classi, compresa anche la classe dei lavoratori, in quanto soggetti titolari della merce-lavoro, e quindi soggetti borghesi del denaro.
Nel sostenere, contro l'individualismo astratto degli anti-autoritari, unicamente il punto di vista organizzativo, esterno e anti-individuale, del vecchio movimento operaio, il marxismo tradizionale rimaneva esso stesso a sua volta intrappolato nella propria critica all'ideologia anti-autoritaria, vale a dire, nel dualismo del pensiero borghese.
Anziché rappresentare, contro l'individualità astratta del denaro, l'individualità concreta del comunismo mediata dalla lotta di liberazione sociale, contrapponeva alla sfera privata astratta dei liberali, e della loro variante anarchica "rovesciata", semplicemente quella che non era altro che una nuova variante della socialità astratta (nella forma del "socialismo di Stato").»
- Robert Kurz - fonte: @Palim Psao
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