«Benché le ideologie politiche pseudo-"de-coloniali", così come i fondamentalisti musulmani e indù, similmente ai loro fratelli cristiani e animisti, facciano tutti riferimento a delle motivazioni religiose che sarebbero precedenti al processo di occidentalizzazione, in realtà, ciò che costituisce l'essenza di questi movimenti non risiede affatto nella diversità di presunte religioni che sarebbero state... riscoperte, ma abbiamo piuttosto a che fare con un tentativo di deviazione, attuato secondo quelle ideologie identitarie a cui vengono assoggettate le diverse tradizioni religiose, indipendentemente da quale sia stato il loro significato tradizionale. Ragion per cui, tolte dal contesto nel quale sono nate, ecco che le confessioni religiose si trasformano in qualcosa di strutturalmente diverso rispetto alla religiosità tramandata: ossia, si trasforma in religionismo, un fenomeno assolutamente proprio e specifico della società del valore. Si tratta di reinventare da cima a fondo dei temi religiosi, in modo da poterli così integrarli in un quadro di riferimento del tutto nuovo, vale a dire, in una forma di produzione identitaria che viene adattata alle condizioni che sono tipiche dell'epoca della globalizzazione. Allora, le comunità immaginarie, storicamente potenti nel contesto dell'ascesa del capitalismo, stavano già assumendo una funzione di integrazione repressiva e pertanto partecipavano, sia ideologicamente che in termini di politica identitaria, alla formazione di quelle che si configuravano come società del lavoro formattate in termini di economie nazionali. Al contrario, le comunità religiose immaginarie odierne prosperano trasformando il processo globale di disintegrazione in un'ideologia e in una politica identitarie. Così facendo, sono esse stesse ad accelerare il processo di disintegrazione e di autodistruzione del sistema della società del valore.» (Ernst Lohoff)
La tesi principale de "L'esumazione di Dio", è che il cosiddetto scontro di civiltà, è in realtà un conflitto di identità e di cultura che si svolge nel contesto della società capitalistica globale. Questo nuovo tema segna una svolta storica nel corso della quale - dopo la fase neoliberale e il suo pronunciato culto dell'individualismo - ora, anche in Occidente, il pendolo della storia sta ora oscillando nell'altra direzione, riaffermando così la posizione dominante di tutte quelle identità collettive che un tempo accompagnarono la storia dell'affermazione del capitalismo. Ma nell'epoca del capitalismo in crisi, a essere al centro del culturalismo contemporaneo non si trova più soltanto la nazione: a segnare una nuova tappa nella crisi della società del valore, per quel che riguarda la produzione di identità collettive, troviamo ora il passaggio dalla comunità immaginaria della nazione alle comunità religiose immaginarie; vale a dire, il religionismo nelle sue varie forme induiste, cristiane e islamiche. E in questo senso, le varie espressioni dell'islamismo contemporaneo non rappresentano una ricaduta nelle forme tradizionali di religiosità, ma costituiscono una forma - assai moderna e specifica - di pseudo-religiosità, la quale trova le sue cause nei sintomi dovuti alla decomposizione della società capitalistica globale.
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