«Con l'avanzare dell'età, probabilmente, grazie alla ragione, si acquista una maggiore capacità di trovare spiegazioni; e sono queste spiegazioni ad attutire la violenza del colpo come di un martello di ferro. Sì, credo che questo sia vero, perché sebbene io abbia ancora la tendenza a subire di simili scosse improvvise, ora queste riescono perfino a essere bene accette; dopo il primo sbigottimento, ho immediatamente come la sensazione che si tratti di qualcosa di particolarmente prezioso. Per cui, forse, suppongo che sia la capacità di ricevere scosse a fare di me una scrittrice. A titolo di spiegazione, posso persino arrivare a dire che, nel mio caso, ogni scossa è sempre immediatamente seguita dal desiderio di spiegarla. Lo sento, quel colpo che ho ricevuto; però non si tratta più semplicemente- come credevo da bambina - di un colpo che è stato sferrato da un nemico nascosto dietro la tela del teatro della vita quotidiana. Adesso è, o diventerà, la rivelazione di qualcosa di diverso rispetto ad allora; il segno dell'esistenza di qualcosa di reale che si cela dietro le apparenze; e a renderlo reale sono io, che lo esprimo in parole. Solo esprimendolo in parole gli conferisco integrità; e questa completezza significa che ha perduto il potere di farmi del male, di danneggiarmi; rimettere insieme le parti separate mi procura grande piacere. Forse perché in questo modo, così facendo, elimino il dolore. Forse è proprio questo il piacere più intenso che io conosca. L'entusiasmo che sperimento nel momento in cui, scrivendo, ho come la sensazione di scoprire che cosa appartiene a chi; definire una scena rendendola vera; dare coerenza a un personaggio. In questo modo, sono arrivata a definire quella che si potrebbe chiamare una filosofia, la quale ha sempre costituito, in ogni modo, un’idea che ho sempre avuto; l'idea che dietro la scena c'è un disegno nascosto, uno schema; di cui noi – tutti noi esseri umani – siamo parte; ché il mondo intero è un’opera d’arte; ché noi partecipiamo a quell’opera d’arte. L’Amleto, o un quartetto di Beethoven costituiscono la verità relativa a questa vasta enorme massa che noi chiamiamo mondo. Ma di certo non esiste nessuno Shakespeare, nessun Beethoven; sicuramente e categoricamente non esiste alcun Dio; noi stessi siamo le parole; noi stessi siamo la musica; noi stessi siamo la realtà. E di questo me ne rendo conto ogni qual volta ricevo un colpo.»
- da Virginia Woolf - "Moments of Being" scritto il 16 aprile 1939 -
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