Parlare del tempo
- La crisi climatica rende necessaria la politicizzazione del meteo -
di Tomasz Konicz
A quanto pare, sembra che continueranno ancora a farla franca! Tim Lochner, il primo sindaco tedesco eletto come candidato dell'AfD, sulla nuova rivista di destra, "Junge Freiheit", ha annunciato che, a Pirna, in Sassonia, sarebbero stati aboliti i parcheggi gratuiti per le auto elettriche. Con questo, egli si pone del tutto nella linea del suo partito, che rifiuta qualsiasi tipo di protezione del clima. E ciò perché l'AfD è dell'opinione che le ricerche sulla crisi climatica in corso non sarebbero «scientificamente provate». Di conseguenza, intendono porre fine a tutti i programmi per la protezione del clima; programmi,peraltro, ridicolmente inadeguati. Erano passati solo pochi giorni dall'elezione del sindaco di Pirna, quando piogge continue, in grande quantità, hanno causato gravi inondazioni che hanno causato un innalzamento record dei livelli dell'acqua in molte località, soprattutto in Bassa Sassonia. Il premier del Land, Stephan Weil (SPD), si è limitato semplicemente a fare riferimento al consenso scientifico: l'aumento degli eventi meteorologici estremi è legato al cambiamento climatico. E ha richiesto una rapida riduzione delle emissioni di CO2. Ciò nonostante, tuttavia, i sabotatori climatici di destra e i negazionisti del cambiamento climatico, che costituiscono un problema, non vengono affrontati apertamente. Centinaia di migliaia di persone vengono colpite dalle conseguenze dovute ad alluvioni catastrofiche, mentre intanto gli agitatori di destra e i feticisti che pigiano sull'acceleratore delle loro vetture a carbonio possono semplicemente fare come gli pare. Del resto, la sinistra rimane sulla difensiva, sebbene dovrebbe invece passare all'offensiva, soprattutto in condizioni meteorologiche e climatiche così estreme. Per molti anni è stato considerato piuttosto dubbio collegare ogni evento meteorologico estremo alla crisi climatica, dato che, per ogni singolo caso, non poteva mai essere chiaramente determinata una relazione causale. Dopotutto, una siccità o una tempesta non sarebbero una conseguenza del cambiamento climatico, si diceva. E da tutto questo, la destra fossile ne ha ricavato una mezza verità, la quale in genere, per immunizzarsi dalle critiche, ignora qualsiasi connessione tra eventi meteorologici concreti e clima. Tuttavia, oggi tutte queste argomentazioni hanno smesso di funzionare, dal momento che lo sviluppo della ricerca sta rendendo tutto sempre più chiaro, e nella frequenza e nell'intensità degli eventi meteorologici estremi, la crisi climatica si manifesta sempre più chiaramente. Pertanto, al fine di contrastare la propaganda di destra sul tema del riscaldamento globale, è arrivato il momento di politicizzare il clima . La crisi climatica continuerà a svilupparsi senza lasciarsi impressionare dai discorsi populisti e dall'opinione pubblica, che però potrebbero anche essere in grado di minacciare di ribaltare l'umore della popolazione, in modo simile a quello dei picchi di non ritorno nel sistema climatico globale.
«Tutti parlano del tempo. Noi no!», negli anni '60, questo era uno slogan degli studenti di sinistra, che invece oggi, relativamente alla crisi climatica, dovrebbe essere capovolto. E questo, a partire dal fatto che si rende sempre più necessario collocare in un contesto politico le condizioni meteorologiche.
In primo luogo, è importante affrontare in modo offensivo le conseguenze della crisi climatica – soprattutto in un momento di crisi in cui ci sono molti lavoratori dipendenti che si trovano di fronte alla perdita di reddito reale e di sicurezza sociale. Contro di loro, con la negazione del cambiamento climatico la destra segna dei punti. E in quale altro momento, se non questo, si dovrebbe criticare questo culto reazionario della morte, con la sua spinta simile a quella che spinge un lemming verso l'abisso?
La crisi climatica capitalista è un obbligo pratico coercitivo che costringe alla protezione del clima, di fronte al quale ogni ideologia si squaglia.
Soprattutto, il Partito della Sinistra potrebbe passare a criticare i Verdi da sinistra - tanto per cambiare - anziché andare a formare l'ala sociale della grande ondata nazionale di indignazione contro le pompe di calore e contro i sostituti della carne. La pseudo-critica reazionaria della "costosa" protezione del clima compatibile con il capitale – cavalcata dai Verdi - è facile da attaccare. Non è all'altezza della situazione. E, dopotutto, la "decarbonizzazione", in un sistema economico orientato alla crescita infinita, non può semplicemente funzionare. Visto che, in realtà, le nuove merci, come le auto elettriche e le pompe di calore, non costituiscono una risposta alla crisi climatica del capitalismo causata dalla compulsione del capitale alla valorizzazione. La critica progressista dei Verdi può pertanto essere formulata solo come il momento parziale di una critica sistemica, che deve invece essere finalizzata a una trasformazione sistemica, che è necessaria per la sopravvivenza; e questo nel momento in cui tutto il resto fa il gioco della reazione fossile.
Potrebbe sembrare del tutto illusorio, in vista dell'espansione dell'egemonia di destra, il voler innescare un dibattito sulla trasformazione e sulle alternative di sistema. E invece no, niente affatto: è la realtà della crisi climatica capitalista, l'evento meteorologico estremo concreto, ciò che definisce il programma anticapitalista, e non l'illusione reazionaria tedesca della follia del piede sull'acceleratore. È il momento di prendere sul serio la crisi socio-ecologica del capitale e allineare rispetto a essa la prassi di sinistra. La dinamica di crisi spingerà inevitabilmente il sistema in un processo di trasformazione, il cui esito è aperto.
E non deve necessariamente portare al fascismo e alla barbarie. E proprio per evitare che ciò accada, la sinistra dovrebbe affrontare in maniera aggressiva l'inevitabilità dell'imminente trasformazione sistemica, soprattutto perché avverrà in condizioni meteorologiche estreme, le quali, nonostante la manifesta crisi climatica capitalista, sono ancora tabù. Senza un ampio dibattito sulla trasformazione, e senza una corrispondente consapevolezza della crisi tra la popolazione, il processo di crisi capitalista continuerà a rimanere inosservato e a trasformarsi in barbarie.
- Tomasz Konicz - Pubblicato l'11 gennaio 2024 su JUNGLE.WORLD -
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