Ci aveva già provato (e ci era anche riuscito!), a livello alto, Heinrich Heine con i suoi "Dei in esilio". Le divinità dell'Olimpo in fuga e travestiti - quei pochi sopravvissuti - a cercare di sbarcare il lunario, al riparo dall'inumanità dei vari monoteismi. Fino allo strazio di uno Zeus, riparato su un'isola (e dove sennò?), l'isola dei conigli, solo, unica compagnia una capra dal nome consueto. Ed ora, forse più vicino al fumetto di Eddie Campbell, "Bacchus", la cui saga, cominciata in coppia con Alan Moore ne "L'immortalità non è per sempre", ancora continua. Dicevo, più commedia che tragedia alla Heine, di questo libro scritto da una libraia inglese di trent'anni. "Gods Behaving Badly", tradotto come "Per amore di un dio", a firma Marie Phillips, racconta di un pugno di divinità greche e della loro vita nella Londra contemporanea. E di come, alla fine, metteranno ancora una volta il mondo sottosopra. Sembra che ci faranno un film, o qualcosa del genere. Vale bene una lettura!
"Una mattina, mentre portava a passeggio i cani, Artemide vide un albero dove non avrebbe dovuto esserci.
L’albero se ne stava solo soletto in un punto riparato del pendio. A un occhio non allenato, a chi non passava spesso di lì, probabilmente sarebbe sembrato un albero normalissimo. Ma l’occhio di Artemide era tutt’altro che non allenato e lei andava a correre in quella zona di Hampstead Heath ogni giorno. L’albero era un nuovo arrivato: il giorno prima non c’era. E le bastò uno sguardo per notare che si trattava pure di una specie sconosciuta, un tipo di eucalipto che fino al giorno prima non si era mai visto. Era un albero, insomma, che non avrebbe proprio dovuto esistere.
Trascinandosi dietro i bastardi, Artemide si avvicinò all’albero. Ne toccò la corteccia e sentì che respirava. Posò l’orecchio sul tronco e ascoltò il battito del cuore. Poi si guardò attorno. Bene: era presto e non c’era nessuno a portata d’orecchi. Ricordò a se stessa di non arrabbiarsi con l’albero perché non era colpa dell’albero. A quel punto parlò.
"Ciao" disse.
Ci fu un lungo silenzio.
"Ciao" ripeté Artemide.
"Stai parlando con me?" chiese l'albero. Aveva un leggero accento australiano.
"Sì" rispose Artemide. "Sono Artemide." Se l'albero la riconobbe, non lo diede a vedere. Perciò Artemide aggiunse "Sono la dea della caccia e della castità".
Ancora silenzio. Poi l'albero disse: "Io sono Kate. Lavoro alla Goldman Sachs, fusioni e acquisizioni".
PER L'AMOR DI UN DIO
Autore: Marie Phillips
Traduzione di Elisa Banfi
Pagg. 294 € 9.50
Guanda Collana: le fenici tascabili