venerdì 6 ottobre 2023

Scenari…

Michael Roberts sui cicli e sul tasso di profitto

Ho sostenuto che la globalizzazione, definita come l'espansione del commercio e dei flussi di capitale a livello globale, si è verificata a ondate, cioè in periodi di rapida espansione del commercio e del capitale a livello globale e poi in periodi in cui il commercio e i flussi di capitale diminuiscono e i Paesi tornano ad avere barriere commerciali e di capitale.  Ho pensato che si potessero distinguere tre ondate di globalizzazione, dal 1850-80 circa; dal 1944-70 circa; e la più grande dalla metà degli anni '80 alla fine del XX secolo. Cosa guida queste ondate?  Ho sostenuto che potrebbero essere legate a un cambiamento nella redditività del capitale.  In ciascuno dei periodi precedenti a queste ondate, la redditività del capitale nelle principali economie era diminuita in maniera significativa.  Nel contrastare questo calo dei tassi di profitto nazionali, le principali economie capitaliste hanno cercato di espandere il commercio estero e le esportazioni di capitali in modo da ottenere così ulteriori profitti provenienti dalle economie meno sviluppate tecnologicamente e con manodopera più economica proveniente da quello che oggi chiamiamo, in modo abbreviato, il "Sud globale".

Marx aveva indicato il commercio estero come uno dei fattori di contrasto alla sua legge della tendenza alla diminuzione del tasso di profitto nella produzione capitalistica.  E come ha mostrato in maniera accurata Henryk Grossman, la caduta della redditività durante la depressione della fine del XIX secolo è stata una delle ragioni per cui le principali economie capitaliste hanno dato inizio a una significativa espansione delle esportazioni di capitale.  Questo fece aumentare il tasso di profitto, ma solo per un po', dal momento che la legge di Marx avrebbe finito per prevalere sui fattori di contrasto. Pertanto, nei decenni precedenti la Prima Guerra Mondiale, si è intensificata la rivalità inter-imperialista. Questa è stata la situazione che si è verificata anche alla fine del XX secolo.  L'ondata di globalizzazione a partire dalla metà degli anni Ottanta è stata la risposta al forte calo della redditività del capitale nelle principali economie tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Ottanta.  La globalizzazione (tra gli altri fattori) ha incrementato la redditività nei decenni degli anni Ottanta e Novanta.  Ma (soprattutto dopo la Grande Recessione del 2008-9), l'ondata di globalizzazione si è poi esaurita con il calo della redditività.  Ora siamo entrati in un periodo di barriere commerciali, protezionismo e pericolosa rivalità tra le principali potenze economiche, in particolare Stati Uniti e Cina. Tuttavia, malgrado il clamore, la Cina non è ancora un serio concorrente degli Stati Uniti nel settore tecnologico a livello globale.  Gli Stati Uniti rimangono la potenza tecnologica dominante e detengono anche la maggior parte della ricchezza personale del mondo (45% invariato negli ultimi due decenni). Il declino dell'economia egemonica statunitense rispetto alle economie in ascesa di Cina, India e Asia orientale è aumentato. Questo declino relativo è stato ripreso nel successivo intervento di Maria Ivanova.  L'autrice ha sottolineato che gli Stati Uniti registrano un deficit commerciale significativo e duraturo con il resto del mondo.  Sono in grado di pagarlo solo grazie all'emissione monopolistica del dollaro USA, che è la principale valuta di transazione e di riserva del mondo. 

Tuttavia, l'egemonia del dollaro si sta gradualmente indebolendo e ora ci sono tentativi da parte di altre potenze economiche, come il gruppo BRICS (in aumento), di ridurre la loro dipendenza dal dollaro e sostituirlo con alternative. Potrebbe esserci una nuova ondata di globalizzazione?  È possibile che il capitalismo mondiale non rimanga in questo stato di depressione. Se un'altra crisi distruggerà abbastanza valore sia nei mezzi di produzione che nel capitale fittizio, allora la redditività del capitale che sopravvive potrebbe nuovamente aumentare per dare il via a una nuova ondata di investimenti e di crescita. Ciò presuppone, ovviamente, che in nessuna grande economia imperialista, la lotta di classe riesca a portare al trionfo delle forze del lavoro sul capitale. Pertanto, una nuova ondata di globalizzazione è possibile. Nel mondo ci sono ancora molti esseri umani da sfruttare, e ci sono sempre delle nuove innovazioni tecnologiche che possono fornire un nuovo ciclo di espansione del valore e del plusvalore. Inoltre, esistono ancora enormi riserve di lavoro non sfruttate, soprattutto in Africa. Ora, si prevede che la popolazione africana in soli 90 anni sarà più che quadruplicata, mentre l'Asia continuerà a crescere, ma raggiungerà il suo picco tra 50 anni per poi iniziare a diminuire.

fonte: Michael Roberts Blog

Nessun commento: