martedì 3 ottobre 2023

La modernità vista, dal XVIII secolo in poi, come Regime della Storia

Reinhart Koselleck ha dimostrato in modo incontrovertibile che la vera modernità non inizia con il Rinascimento - un mito questo, forgiato prima dall'Illuminismo e poi, nell'Ottocento, da Michelet e dallo storico dell'arte Jacob Burckhardt - e neppure con il 1492, come hanno immaginato in ritardo i de-colonialisti latinoamericani e il confusionista Wallerstein, bensì con il Settecento, se con questo intendiamo (ed è solo a questa condizione che un simile concetto assume un significato rilevante) quel regime moderno di storicità, rispetto al quale l'orizzonte dell'aspettativa si trova a essere radicalmente dissociato dal campo dell'esperienza, aprendo così la strada a venga riconosciuto un nuovo presente, in contrasto con il passato; e insieme a questo presente, si possa trovare anche l'aspettativa di un nuovo futuro. Questo importante autore - citato anche da Kurz - sull'Illuminismo ha scritto,tra le altre cose, un superbo "Critica illuminista e crisi della società borghese" (Il Mulino), e "Storia. La formazione del concetto moderno" (CLUEB. Cooperativa Libraria Universitaria Editrice Bologna), una raccolta di saggi che non rinuncia a riflettere su una storia concettuale, oltre che a confrontarsi con il problema della semantica storica.

Reinhart Koselleck. FUTURO PASSATO. PER UNA SEMANTICA DEI TEMPI STORICI. MARIETTI 1820
Titolo originale: Vergangene Zukunft. Zur Semantik geschichtlicher Zeiten © Suhrkamp Verlag, Frankfurt a.M. 1979. I Edizione italiana 1986 I Ristampa 1996

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