Come la destra nazionalista israeliana ha fatto il gioco di Hamas: le intuizioni di Charles Enderlin
Intervista di Vincent Remy a Charles Enderlin - Pubblicata l'11 ottobre 2023
Per quasi mezzo secolo - a Gerusalemme - prima per una radio israeliana, poi per France 2, ha raccontato il conflitto israelo-palestinese. E in numerosi libri ne ha anche analizzato ogni episodio. Charles Enderlin ha appena pubblicato "Israel, the Agony of a Democracy", l'ultimo piccolo libro nel quale interviene sul pericolo che per il paese rappresenta il nuovo governo messianico e razzista di Benjamin Netanyahu. Simultaneamente, Enderlin ha continuato a mettere ripetutamente in guardia rispetto a quello che è l'autocompiacimento che la destra nazionalista israeliana ha nei confronti di Hamas, la cui comparsa ha finito per cancellare "la questione palestinese". Che ora è riemersa a Gaza in un parossismo di violenza...
Come possiamo descrivere quello che è successo questo fine settimana intorno a Gaza?
Non riesco a capire come alcuni commentatori abbiano potuto paragonare alla guerra arabo-israeliana del 1973 questo massacro, anche se di certo ha colto di sorpresa Israele e ha rappresentato una grande minaccia per lo Stato. Ma nel 1973 non venne colpito nessun civile israeliano, non venne bombardata nessuna comunità israeliana. Lì, l'esercito combatteva e il governo manovrava. Allora, l'energia elettrica mancò per quarantotto ore. Nessuno apparve in televisione. Per la prima volta dalla creazione di Israele nel 1948, ci furono delle piccole comunità israeliane - ventidue in tutto - che dalle 7 del mattino vennero occupate, i loro residenti massacrati e i primi soldati, intervenuti per cercare di salvare i sopravvissuti, arrivarono solo intorno alle 5 del pomeriggio. Questo invece è un evento che non è in alcun modo paragonabile a tutte le guerre che fin ora ha vissuto Israele. Il più grande massacro di ebrei dai tempi dell'Olocausto. Ci sono milleduecento cadaveri, e migliaia di persone non sanno dove si trovano i loro cari. Due kibbutz sono stati cancellati dalle mappe. Indiscutibilmente, si tratta dell'evento più traumatico nella storia di Israele.
Negli ultimi due anni Gaza è sembrata "calma"?
Non bisogna mai dimenticare la storia! Alla fine della guerra arabo-israeliana del 1948, la Striscia di Gaza, dove si erano rifugiati 170.000 abitanti dei villaggi palestinesi, venne occupata dall'Egitto, che amministrò il territorio occupando Gaza fino alla vittoria degli israeliani nel 1967. A quel tempo, a Gaza, i comunisti del FPLP (Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina) erano la maggioranza a Gaza. Nei bar si poteva andare a bere una birra, c'era anche un cinema. Per gli israeliani, il nemico era la sinistra palestinese, che poteva compiere attentati. Allora, erano questi quelli che doveva combattere. Poi, il governatore israeliano ha ricevuto uno sceicco tetraplegico e ipovedente, Ahmed Yassin, che voleva impegnarsi nel sociale. Per vent'anni, a Gaza, gli israeliani hanno sostenuto l'Islam radicale, rappresentato dalla "Unione Islamica", anche se si trattava del ramo più estremista dei Fratelli Musulmani. E questo fino all'agosto del 1988, quando gli israeliani scoprirono che lo statuto del movimento creato da Yassin - Hamas - prevedeva la distruzione di Israele.
Tuttavia, nel 2005 gli israeliani si sono ritirati da Gaza. Per quale motivo?
A volere questo ritiro, è stato Ariel Sharon, con una nuova strategia. L'idea era quella di lasciare l'enclave ad Hamas. Era convinto che non ci sarebbe mai stato un accordo su uno Stato palestinese. Il ritiro avviene senza che ci sia stato alcun coordinamento con l'Autorità Autonoma Palestinese; la quale non era autorizzata a schierare un battaglione di polizia aggiuntivo. Tuttavia, l'intelligence militare israeliana aveva avvertito circa il fatto che, senza rinforzi, Fatah e la polizia di Mahmoud Abbas non sarebbero stati in grado di affrontare Hamas. Nel giugno del 2007, l'organizzazione islamista è entrata in azione. I funzionari dell'Autorità autonoma vengono espulsi. Le caserme della polizia prese d'assalto. Ci sono stati 110 morti, 550 feriti, la maggior parte dei quali militanti di Fatah, e l'esercito israeliano non interviene a fianco del suo alleato, la polizia di Mahmoud Abbas. Due anni dopo, Benjamin Netanyahu ha ripreso e fatto sua quella che era la strategia di Sharon: indebolire l'Autorità Autonoma e l'OLP. Non venne raggiunto alcun accordo politico con Mahmoud Abbas, che rimase impotente di fronte all'espansione degli insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Così, Netanyahu mantiene il blocco di Gaza, ma però permette al Qatar di finanziare Hamas. Regolarmente, c'è un emissario del Qatar che arriva all'aeroporto Ben Gurion con valigie piene di contanti. La polizia israeliana lo scorta al valico di frontiera di Erez, dove il denaro viene consegnato ad Hamas. Con 15.000 autorizzazioni ai lavoratori di Gaza che possono uscire dalla striscia ogni giorno,negli ultimi due anni sembra che la pace regni sull'enclave.
Cosa cambia nel dicembre 2022, con l'ascesa al potere dell'estrema destra?
In quest'ultimo governo Netanyahu - il quale include ultra-ortodossi e sionisti religiosi - ci sono dei veri e propri razzisti. come il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, seguace del rabbino Kahane. La loro unica ossessione è la conquista territoriale totale della Cisgiordania. Bezalel Smotrich, leader del Partito Sionista Religioso, è ministro delle finanze e vice ministro della difesa, responsabile dell'amministrazione civile in Cisgiordania. Dall'inizio dell'anno, la violenza è aumentata, e i coloni hanno regnato con il terrore. A febbraio, dopo l'uccisione di due coloni vicino a Nablus, circa ci sono stati 100 di loro che hanno circondato il villaggio palestinese di Huwara, hanno bruciato e devastato le case, e sparato sugli abitanti, compiendo quello che un generale israeliano ha definito un vero e proprio pogrom. Galvanizzati dai loro ministri di estrema destra, i coloni stanno ora andando fuori controllo. Di conseguenza, l'esercito ha inviato un gran numero di unità, liberando la periferia di Gaza. Ma - guarda un po' - Gaza era ingannevolmente tranquilla, e Hamas non era più il simpatico movimento religioso con cui Israele ha avuto a che fare per decenni.
In concreto, in che modo il governo l'ha sostenuta?
Israele ha lasciato che accadesse. Certo, quando i razzi sono stati lanciati nel suo territorio, ha reagito. Ma il blocco di Gaza non aveva affatto lo scopo di rovesciare Hamas. In diverse occasioni, l'IDF sapeva dove si trovavano i suoi leader politici e militari, ma in nessun momento gli è stato ordinato di liquidarli. Nel 2009 ho pubblicato il mio libro "La Grande Cecità. Israele e l'inarrestabile ascesa dell'Islam radicale" – poi ho fatto lo stesso nel 2013 con "In the Name of the Temple. Israele e l'inarrestabile ascesa del messianismo ebraico". Ho sempre cercato di spiegare al pubblico francese cosa stava succedendo in Medio Oriente. Ma da quasi un anno noto che in Francia c'è una vera e propria omertà riguardo l'ascesa al potere dell'estrema destra israeliana religiosa, messianica, razzista e omofoba. No si è ho visto un solo servizio giornalistico su quelle che sono state le gigantesche proteste settimanali a Tel Aviv contro la riforma giudiziaria di Netanyahu, che minaccia la democrazia israeliana. In Francia, si protesta quando si sente pronunciare la parola apartheid a proposito di ciò che sta accadendo in Cisgiordania. Eppure, in Israele, è l'ex capo del Mossad, Tamir Pardo, a pronunciare la parola apartheid, e nessuno lo accusa di essere antisemita. Oggi è la sinistra, quella che è scesa in piazza contro il governo di estrema destra di Netanyahu, che si sta mobilitando e sta compensando le carenze di questo governo. Le ONG e i riservisti dell'esercito, vedendo che il governo non sta aiutando i profughi dell'area di Gaza, stanno raccogliendo vestiti. E sapete su cosa questo governo avrebbe dovuto votare questa settimana in parlamento? Sull'esonero totale dal servizio militare per i giovani studenti delle scuole ultraortodosse. La loro borsa di studio, supera la paga dei soldati del contingente che indossa l'uniforme e rischia la vita. Contro un regime razzista, discriminatorio, ingiusto, che sta trascinando il popolo israeliano verso il disastro, la lotta deve essere radicale. Infine, va detto, che chiunque abbia sostenuto la politica di insediamento di Netanyahu, in realtà stava sostenendo il rafforzamento di Hamas.
Intervista di Vincent Remy a Charles Enderlin - Pubblicata l'11 ottobre 2023 -
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