Un fondamentalismo tira l'altro
- di @Marcos Barreira -
Ci sono due cose che colpiscono in questo attacco di Hamas a Israele. In primo luogo, la natura quasi suicida di molte delle azioni compiute oggi nel sud di Israele. Si tratta di una sorta di attacco collettivo di tipo "amok", senza ci sia alcun obiettivo militare o strategico. Piuttosto, l'obiettivo sembra essere semplicemente quello di sparpagliarsi per colpire il maggior numero possibile di obiettivi. Inoltre, nella guerra di propaganda, Hamas sembra avere ben poco interesse a legittimare razionalmente le proprie azioni. La questione dei territori occupati sta lasciando il posto a una semplice dimostrazione di forza. Gli obiettivi strategici sono stati sostituiti, semplicemente, dalle esortazioni ai fratelli musulmani a fare la guerra contro il nemico comune.
Tuttavia, questa dimostrazione di forza rivela una crescente impotenza. La nuova escalation del conflitto arabo-israeliano potrebbe essere direttamente collegata al recente riavvicinamento tra il Regno dell'Arabia Saudita - che finora era stato uno dei principali sponsor di Hamas – e lo Stato di Israele. L'obiettivo degli attacchi è diventato pertanto quello di riaccendere, tra le popolazioni dei Paesi islamici, la "guerra santa" contro Israele, e questo verrà fatto anche a costo di un nuovo massacro di civili palestinesi.
Se le cose stanno così, non si tratta più di una questione di portata militare, né tanto meno di una disputa politica riguardo al territorio. Diventa forse più facile vedere quello che è l'attuale conflitto come un'escalation fondamentalista in cui le popolazioni (o il mondo intero) devono essere sacrificate in nome della ricerca di una sorta di "perfezione", che in questo caso non significa altro che la distruzione totale dell'altro. Ovviamente, questo non può risolversi in nient’altro se non avere l’effetto di rafforzare l'attaccamento di ciascuno dei due avversari a quella che è la propria identità religiosa, e di portare all'occupazione di nuovi territori. Un fondamentalismo alimenta l'altro, proprio come accadeva quando è cominciato, negli anni '80, allorché, contro gli obiettivi ancora ampiamente "politici" dell'OLP, era Hamas a essere sostenuto dal governo israeliano.
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