Lettera aperta alle organizzazioni che convergono in "Urgence Palestine"
Siamo attivisti di sinistra, rivoluzionari, libertari, sindacalisti e alcuni di noi, ebrei. Mentre scriviamo, la nostra solidarietà e il nostro sostegno vanno agli abitanti di Gaza, i quali stanno subendo un orribile vertiginoso massacro, così come va ai palestinesi in Cisgiordania, che per volere del governo israeliano sono sottoposti a colonizzazione, espropriazione e violenza quotidiana, da parte dei coloni e delle forze di sicurezza. Il nostro sostegno e la nostra solidarietà va anche ai civili vittime dell'attentato del 7 ottobre in Israele, massacrati perché ebrei o ritenuti tali, e alcuni dei quali vengono ancora tenuti in ostaggio da Hamas.
Noi non dimentichiamo. Noi non perdoniamo.
Il collettivo "Urgence Palestine", creato nell'ottobre 2023 su iniziativa di "Boussole Palestine", riunisce molte organizzazioni [*1], intorno ad alcune richieste che condividiamo, con l'obiettivo iniziale di "Un fronte ampio, popolare, democratico"[*2]: "Per un cessate il fuoco immediato e per la fine del blocco. Fermate il massacro, fermate l'assedio" [*3]. Ci sono, tuttavia, diversi aspetti che ci preoccupano molto: attraverso i suoi interventi, o quelli delle organizzazioni che lo compongono, questo collettivo agglomera molte posizioni problematiche: l'apologia dei massacri del 7 ottobre, la cecità o addirittura la connivenza con l'estrema destra palestinese, la retorica del complotto antisemita, la censura degli stupri commessi contro le donne in Israele... La lotta per l'indipendenza della Palestina e per la libertà del popolo palestinese è una lotta giusta, legittima e indispensabile. Ma per essere veramente emancipatoria, di massa e vittoriosa, non dovrebbe tollerare né l'antisemitismo né le idee reazionarie. Con questa lettera aperta, vogliamo dare forza agli attivisti e alle organizzazioni che si richiamano all'antirazzismo, all'antifascismo, alla solidarietà internazionale e alla giustizia sociale; ai compagni preoccupati per l'urgenza di un cessate il fuoco permanente per il popolo palestinese, per l'urgenza dell'indipendenza della Palestina, per l'urgenza della pace tra i popoli, affinché scelgano di impegnarsi in "Urgence Palestine" con piena cognizione di causa.
a) I massacri del 7 ottobre
Già dal 7 ottobre, si disponeva di molte informazioni [*4] che dimostravano come l'operazione guidata da Hamas [*5], dalla Jihad islamica [*6], dal FPLP [*7], dall'FDLP [*8] e dalla "Fossa dei leoni" [*9] aveva in gran parte colpito dei civili, soprattutto nei kibbutz e al festival musicale "Tribe of Nova", assumendo tonalità smaccatamente antisemite, pogromiste e sterminatrici: massacri sistematici e indiscriminati di civili di ogni età, con stupri e mutilazioni, torture, e rapimenti di ostaggi, tra i quali quelli di neonati e di anziani, accanimenti sui cadaveri e distruzione delle case... E tuttavia, malgrado questo, la più parte delle dichiarazioni delle organizzazioni che fanno parte di "Urgence Palestine" hanno descritto il "Diluvio di al-Aqsa" del 7 ottobre come una "operazione di resistenza", difendendolo o addirittura celebrandolo, e questo malgrado i crimini commessi contro i civili, massacrati a causa della loro presunta ebraicità. Lo è stato, in particolare, nel caso di "Action Antifasciste Paris Banlieue" (AFA-PB), che ha dichiarato: «Rispetto agli attuali avvenimenti in Palestina, non possiamo che schierarci con la resistenza palestinese» [*10]. Così come, da parte sua, l'associazione "Europalestine" che ha salutato: «La resistenza armata palestinese, che sabato, sotto la guida dell'ala militare di Hamas (le Brigate Ezzedidine al-Qassam), è riuscita in un'offensiva senza precedenti contro il regime dell'apartheid», rallegrandosi di vedere «Netanyahu e la sua banda, umiliati dal successo della resistenza»[*11]. Il 7 ottobre, il "Nouveau Parti Anticapitaliste"(NPA) ha ribadito il proprio «sostegno ai palestinesi e ai mezzi di lotta che hanno scelto per resistere (...)»[*12]. In un post su X, poi cancellato, il "Parti des Indigènes de la République" (PIR) ha espresso la sua posizione senza ambiguità: «Possa la Resistenza palestinese, che svolge la sua azione con determinazione e fiducia in condizioni eroiche, ricevere in queste ore terribili tutta la nostra fratellanza militante. La Palestina vincerà, e la sua Vittoria sarà la nostra»[*13]. "Perspectives Musulmanes", dopo aver definito "resistenza musulmana" Hamas e i suoi alleati, ha giudicato «codarde e insidiose le condanne delle azioni dei Liberatori» [*14].
Da parte sua, "Révolution Permanente" ha dichiarato che: «Per noi, i diritto [dei palestinesi] alla resistenza e a lottare contro le aggressioni e gli attacchi del colonialismo israeliano è indiscutibile. Ed è questo senso che, al di là dei nostri disaccordi politici con le leadership palestinesi, difendiamo incondizionatamente tale diritto, con tutti i mezzi che vengono messi a sua disposizione in una situazione così complessa, ivi compresa la lotta armata» [*15].
"Samidoun" ha parlato dell'operazione di Hamas definendola «una resistenza che indica una nuova via da seguire», per poi riecheggiare acriticamente la dichiarazione di Mohammed Deif, uno dei leader militari di Hamas responsabile dell'attacco del 7 ottobre [*16]. Infine, l'UJFP ha paragonato Hamas al "Gruppo Manouchian", lavoratori immigrati (la maggior parte dei quali erano ebrei) che hanno combattuto in Francia contro l'occupante tedesco all'interno dei Franchi-Tiratori e dei Partigiani, sottintendendo così che gli israeliani sarebbero i nuovi nazisti [*17]. Tutte queste dichiarazioni convergono e, se si facesse un inventario esaustivo delle dichiarazioni delle organizzazioni aderenti o vicine a "Urgence Palestine", probabilmente non si troverebbe alcuna contraddizione sostanziale. Questi sono gli elementi di un consenso politico che tutti riconosceranno.
b) Cecità, se non connivenza, nei confronti dell'ideologia di estrema destra di Hamas
Anche se il settore internazionale della CNT ricordi che chiaramente «non condivide il progetto sociale [di Hamas]», e se "Révolution Permanente" parli di «disaccordi politici con le leadership palestinesi», tuttavia i loro rispettivi comunicati non dicono su cosa vertano questi "disaccordi" ed entrambi si affrettano a riconoscere immediatamente «il legittimo diritto dei palestinesi a difendersi», e questo a prescindere da «qualsiasi cosa si pensi delle loro leadership politiche», come scrive l'UJFP. Tutto, come se questi disaccordi fossero aneddotici. Come se i massacri commessi da Hamas potessero essere disaccoppiati dall'ideologia di questa organizzazione politica. Come se uccidere e mutilare degli ebrei potesse essere separato dall'appello ad ucciderli:
- Hamas, nella sua "Carta Fondamentale": «L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: "O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me – vieni e uccidilo”» [*18].
- Attraverso dichiarazioni dei dirigenti di Hamas: «Gli ebrei hanno corrotto i popoli d'Europa. Ecco perché l'Europa ha voluto sbarazzarsene [...] Spetta alla benedetta Palestina condurre il jihad, al fine di liberare il mondo dal male degli ebrei» [*19]. «Vogliamo che tu tagli le teste degli ebrei con i coltelli» [*20]. «Ci sono ebrei dappertutto! Dobbiamo attaccare tutti gli ebrei sul pianeta Terra, dobbiamo massacrarli e ucciderli, con l'aiuto di Allah. Basta!» [21].
Se, da una parte, molte organizzazioni hanno giustamente sottolineato l'importanza di contestualizzare l'attentato del 7 ottobre, e situarlo nel contesto di un popolo sottoposto a quella che è un politica omicida e micidiale dell'estrema destra israeliana, quelle stesse organizzazioni non hanno visto, o non hanno voluto vedere, la contestualizzazione e la filiazione diretta esistente tra l'antisemitismo fondamentale di Hamas, da un lato, e la scelta del suo modus operandi, dall'altro. Il pogrom del 7 ottobre è stato il più sanguinoso massacro di ebrei dai tempi dell'Olocausto. Inoltre, queste organizzazioni non hanno prestato attenzione al fatto che Hamas abbia in gran parte preso di mira i kibbutz, che sono noti per ospitare attivisti di sinistra impegnati per la pace e per il riconoscimento dei diritti dei palestinesi, come lo era Viviane Silver, un'attivista di sinistra che lavorava quotidianamente per la pace e per prendersi cura dei bambini di Gaza, fornendo loro cure mediche. Il 7 ottobre, è stata bruciata viva nella sua casa nel Kibbutz Beeri, nell'assordante silenzio di una parte del nostro campo politico.
Un simile silenzio, una tale cecità, e persino una tale connivenza di queste organizzazioni - dalla "nostra parte" di fronte a questi orrori - parla di insensibilità e di profondo disprezzo per le vite degli ebrei, assolutamente disumanizzate, che ci disgusta. Si tratta del medesimo silenzio che ha caratterizzato fin troppe organizzazioni - soprattutto in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, il 25 novembre - nei confronti degli stupri di massa sistematici [*22] che hanno accompagnato gli attentati del 7 ottobre [*23], e di fronte alla sorte degli ostaggi, la cui liberazione "Urgence Palestine" si rifiuta di chiedere [*24], nel mentre che "Europalestine" dichiara che «i combattenti a Gaza stanno trattando gli ostaggi correttamente» [*25]. Come se la solidarietà internazionale non sapesse coniugare la condanna delle atrocità subite dai civili palestinesi con le atrocità subite dai civili israeliani!
c) Retorica complottista e antisemita
Tra gli aspetti assai problematici, riguardo le posizioni assunte da "Urgence Palestine", troviamo anche l'utilizzo di una retorica che, per definire il sionismo, si avvicina al complottismo antisemita: «Il sionismo è nato in Occidente e continua a essere sostenuto dalle potenze coloniali, imperialiste e razziste, laddove le sue reti vengono alimentate grazie al dominio di uomini bianchi ricchi e potenti» [*26]. Sulla medesima linea, troviamo anche uno dei portavoce di "Urgence Palestine" - Sari Hijji - il quale concorda con le parole di un attivista di "Génération Palestine", Chafik, che dichiara che è necessario «liberarsi dal sionismo, dal momento che il sionismo non è solo ciò che sta accadendo in Palestina, ma è qualcosa di globale» [*27]. E subito dopo, vediamo Sari Hijji insistere sull'importanza di combattere contro il sionismo poiché «Funziona come un catalizzatore, un ambito nel quale potrai essere in grado di politicizzare le persone» [*28]. Usando questi termini di "reti", "dominio", "uomini bianchi potenti e ricchi", e facendo della lotta contro il sionismo mondiale il "catalizzatore" delle lotte sociali, "Urgence Palestine" si colloca assai lontano dalla critica delle politiche che vengono portate avanti dall'estrema destra israeliana. A partire dall'immaginario evocato, e dal campo lessicale utilizzato, il Collettivo è pertanto molto più vicino alla visione antisemita di una "cospirazione ebraica internazionale di ispirazione sionista", simile a quella che viene immaginata nei Protocolli dei Savi di Sion e che è stata divulgata, tra gli altri, dal famigerato negazionista dell'Olocausto e antisemita Ahmed Rami [*29a]. Il tweet del 12 ottobre 2023 da parte di questo compagno di viaggio di Robert Faurisson e di Vincent Reynouard, richiama fortemente le summenzionate posizioni di "Urgence Palestine": «La liberazione della Palestina, fa parte della liberazione del mondo intero, le cui sorti si stanno giocando in Palestina. Se il popolo palestinese si libererà da questo dominio sionista, ciò darà al mondo intero quella speranza che farà sì che esso si libererà da questa dominazione»[29b]
I Protocolli dei Savi di Sion, la matrice per denunciare il "sionismo mondiale"
Quel testo, scritto all'inizio del XX secolo dall'Okhrana - la polizia politica zarista - è un falso [*30] che descrive un presunto progetto ebraico e sionista per dominare il mondo. Quel libro sarebbe poi servito da supporto per la propaganda antisemita in tutto il mondo, per tutto il ventesimo secolo. Al fine di dimostrare «l'aspirazione dell'ebraismo, a dominare i popoli di tutto il mondo» [*31], Hitler si affiderà a questo falso in molte occasioni. Ciò avverrà anche per altri dignitari nazisti, come Johann Van Leers, che in un opuscolo di propaganda nazista [*32] cita il seguente passaggio «Li costringeremo a offrirci una potenza internazionale, la cui disposizione sarà tale da poter inglobare, senza romperle, le forze di tutti gli Stati del mondo e formare il Governo Supremo»... Van Leers era un dignitario nazista che fuggì al Cairo negli anni '50 per sviluppare la propaganda antisemita per il regime di Nasser. È stato direttore de "La voce degli arabi", la principale stazione radio egiziana, e un vettore della propaganda "antisionista" nel mondo arabo. Al suo arrivo in Egitto, venne accolto da Amin Al-Husseini con le seguenti parole: «Ti ringraziamo per essere venuto qui a riprendere la lotta contro le potenze delle tenebre incarnate dall'ebraismo mondiale» [*33]. Anche in URSS, alcuni di questi protocolli vennero utilizzati da Stalin. L'accusa di sionismo sarà al centro del «complotto del camice bianco», anch'esso fabbricato [*34], e che sarebbe servito come punto di partenza per una campagna antisemita di Stato negli ultimi mesi di vita del dittatore sovietico.
Una visione aggiornata del "sionismo mondiale"
Nel 1988, è stato Hamas ad averli citati, come prova inconfutabile del "piano sionista", nella sua "Carta Fondamentale": «Quando avranno completato l'assimilazione delle regioni a cui sono giunti, cercheranno di espandersi ulteriormente, e così via. Il loro piano si trova nei Protocolli dei Savi di Sion, e la loro condotta attuale è una buona prova di ciò che in esso dicono» [*35]. Questa visione complottista del sionismo, verrà riaffermata nel 2017, nel "Documento sui principi generali e politici", nel quale si afferma che «il progetto sionista non riguarda solo il popolo palestinese» e che esso costituisce «la principale fonte dei problemi [della Ummah]» e che si tratta di «un grande pericolo per la sicurezza e per la pace internazionale e per la stabilità di tutta l'umanità» [*36]. In Francia, questa idea è stata ripresa, negli anni 2000, dall'estrema destra di Soral e Dieudonné, i quali attaccavano regolarmente il "sionismo mondiale" e la "lobby sionista" che presumibilmente controllerebbe i media e la finanza. Sarà allora che avrebbero in tal modo fortemente influenzato gran parte della "sinistra", come tutti hanno potuto vedere di nuovo, di recente, allorché David Guiraud spiega che Soral e Dieudonné sono stati «gli unici a prendere di petto» il tema israelo-palestinese [*37]. Potremmo anche citare Etienne Chouard, il quale dichiarò senza battere ciglio: «[Soral] mi ha sensibilizzato su qualcosa che, per me, prima non esisteva: è il sionismo, il peso del sionismo a livello globale» [*38]. Per le elezioni europee del 2004 [*39] "Europalestine" aveva presentato una lista nella quale figurava Dieudonné, e alla quale Soral dava un forte appoggio. Ed è stata la stessa organizzazione ad aver indetto una manifestazione a sostegno del "comico" il 20 febbraio 2014. Una dozzina d'anni dopo, oggi, questa organizzazione denuncia la presunta influenza della lobby ebraica in diverse occasioni, in particolare manifestando il 1° aprile e il 9 dicembre 2017 a favore della «separazione della Crif - Conseil Représentatif des Institutions Juives de France e dello Stato» [*40], che risuonerà come la "separazione della Sinagoga dallo Stato", chiesta dall'attivista di estrema destra Pierre Sidos, il 6 febbraio 1959. A proposito di legami con l'estrema destra, va anche notato come Elias d'Imzalène, fondatore di "Perspectives Musulmanes", e oratore abituale sui camion di "Urgence Palestine", nel 2013 abbia tenuto una conferenza al Théâtre de la Main d'Or - allora diretto da Dieudonné - sul tema "La lobby onnipotente: verso una rivolta dei dimenticati" [*41]. Alla conferenza, organizzata da "Egalité & Réconciliation", ha partecipato anche Franck Abed, un teorico dell'estrema destra antisemita, e monarchico. Perciò, parlare di sionismo come fa "Urgence Palestine" - non per quello che è, vale a dire, un movimento volto alla formazione di un domicilio nazionale ebraico attraversato da correnti che vanno dall'estrema sinistra anticoloniale all'estrema destra fascista religiosa, ma per denunciare il peso del sionismo a livello globale e come il «dominio di uomini bianchi potenti e ricchi» - fa parte del proseguimento di una retorica che fa appello a quelli che sono solo metafore antisemite.
Non perdiamo la nostra bussola internazionalista
La necessaria difesa del popolo palestinese, viene pertanto a essere macchiata dalle dichiarazioni che celebrano le atrocità di Hamas; in cui si tace, se non addirittura si negano le violenze e gli stupri commessi contro le donne israeliane; ci si macchia di antisemitismo e di complottismo. Un sostegno così acritico e incondizionato ad Hamas - che veicola e pratica un'ideologia antisemita, sessista, omofoba e reazionaria - non può essere tollerato. Non possiamo tollerare che le organizzazioni a cui abbiamo aderito, o a cui abbiamo contribuito e che si riuniscono intorno a "Urgence Palestine", ignorino le vite degli ebrei, soprattutto se guardiamo a questo in quello che, in Francia oggi, appare come il contesto di un'esplosione di antisemitismo [*42]. Le atrocità commesse dall'esercito israeliano e dai coloni israeliani non devono in alcun modo farci perdere di vista la nostra bussola internazionalista, antifascista, antirazzista e anti-patriarcale. L'ambiguità, su questi temi, nel nostro campo politico (parte della sinistra e dei libertari) avvantaggia gli antisemiti; fa il gioco dell'estrema destra che si atteggia a difensore degli ebrei per poter così attaccare meglio arabi, nordafricani e musulmani; mette in pericolo gli ebrei, e diminuisce la nostra capacità di riuscire a mobilitare le masse a sostegno del popolo palestinese.
Non permettiamo che ciò accada!
- I firmatari - Pubblicato su Mediapart il 20/2/2024 -
PS: Recentemente abbiamo appreso che Gérald Darmanin sta valutando la possibilità di sciogliere due associazioni membri di "Urgence Palestine": "Europalestine" e "Samidoun". Nonostante la nostra forte opposizione alle posizioni assunte da queste organizzazioni, ci opponiamo al loro scioglimento con la forza, da parte dello Stato. Spetta al movimento sociale prendere coscienza degli aspetti problematici di queste organizzazioni e identificarle
Note:
[1] Action Antifasciste Paris-Banlieue (AFA), Association des Travailleurs Maghrébins de France (ATMF), Argenteuil Solidarité Palestine (ASP), Comité d'action interprofessionnel et intergénérationnel d'Issy-les-Moulineaux, Association France Palestine Solidarité-Paris 14-6, Collectif Boycott Apartheid Israël Paris-Banlieue, Collectif Ivryens pour la Palestine, Convergence Citoyenne Ivryenne (CCI-Ivry), Comitato per il rispetto delle libertà e dei diritti umani in Tunisia (CRLDHT), Coordinamento per la Difesa dei Quartieri Popolari, Diritti Prima!, Europalestina, Femmes Plurielles, Federazione dei Tunisini per la Cittadinanza delle Due Sponde (FTCR), Fronte Unito dell'Immigrazione e dei Quartieri Popolari (FUIQP), Federazione dei Sindacati Studenteschi (FSE), FSE Nanterre, FSE Saint-Denis, Segretariato Internazionale della Confederazione Nazionale del Lavoro (CNT), Nuovo Partito Anticapitalista (NPA), Partito dei Popoli Indigeni della Repubblica (PIR), Partito dei Lavoratori Tunisia-Sezione Francia, Prospettive Musulmane, Rivoluzione Permanente, Samidoun Periferia di Parigi, Solidarietà Montreuil Palestina, Unione dei Lavoratori Immigrati Tunisini (UTIT)
[2] Appello d'emergenza Palestina https://urgence-palestine.com/
[3] Appello d'emergenza Palestina
[4] Attacco di Hamas a Israele: almeno 250 morti e 1.500 feriti secondo un bilancio serale, numerosi appelli alla de-escalation, Libération, 07/10/2023 https://www.liberation.fr/international/moyen-orient/le-hamas-revendique-une-vaste-attaque-contre-israel-des-roquettes-tirees-et-des-assaillants-infiltres-20231007_H7KRMBSGVFBWVJDHEOUODTSFLE/
[5] Centinaia di morti, ostaggi, Tel Aviv colpita... Uno sguardo al primo giorno della guerra tra Hamas e Israele, L'Orient Le Jour, 07/10/2023 https://www.lorientlejour.com/article/1351713/des-dizaines-de-roquettes-tirees-de-la-bande-de-gaza-vers-israel-suivez-notre-direct.html
[6] Le Brigate palestinesi Al Quds rivendicano l'attacco al confine tra Libano e Israele. Al Arabiya, 09/10/2023 https://english.alarabiya.net/amp/News/middle-east/2023/10/09/At-least-two-infiltrators-from-Lebanon-killed-in-border-clash-Israel-channel-13-TV
[7] Dichiarazione FPLP, 08.10.2023 https://www.alahednews.com.lb/fastnewsdetails.php?fstid=217239
[8] I combattenti di Al-Qassam impegnano le IOF su sette fronti al di fuori di Gaza: Dichiarazione, Al Mayadeen, 8/10/2023 https://english.almayadeen.net/news/politics/al-qassam-fighters-engage-iof-on-seven-fronts-outside-gaza:
[9] Le Brigate Qassam annunciano il controllo del "valico di Erez", Roya News, 07/10/2023 https://en.royanews.tv/news/44975/2023-10-07
[10]X/Twitter, Afa NL, 07.10.2023 https://twitter.com/AFA_Paris75/status/1710558474331951603?t=ZvLU-zH9ml8O8wiMzeJZYw&s=19
[11] Gaza, Israele completamente colto di sorpresa dall'offensiva della Resistenza, Europalestina, 07/10/2023 https://europalestine.com/2023/10/07/gaza-israel-completement-pris-par-surprise-par-loffensive-de-la-resistanc
[12] Offensiva di Gaza: siamo tutti palestinesi!, NPA, 07/10/2023 https://nouveaupartianticapitaliste.org/communique/offensive-de-gaza-nous-sommes-tous-et-toutes-palestiniennes
[13] Archivio: https://web.archive.org/web/20231009232309/https://twitter.com/PartiIndigenes/status/1711048078566859142
[14] Dalla Resistenza alla Liberazione, tutti dietro la Palestina, Prospettive musulmane, 09/10/2023 https://www.instagram.com/p/CyL77GyIxAw/?img_index=1
[15] Sostenere la resistenza palestinese significa sostenere la strategia e i metodi di Hamas?, Rivoluzione permanente, 11/10/2023 https://www.revolutionpermanente.fr/Soutenir-la-resistance-palestinienne-est-ce-soutenir-la-strategie-et-les-methodes-du-Hamas
[16] Palestina: la resistenza si innalza verso la rivoluzione, il ritorno e la liberazione, Samidoun, 10/07/2023 https://samidoun.net/fr/2023/10/palestine-la-resistance-seleve-vers-la-revolution-le-retour-et-la-liberation/
[17] https://ujfp.org/larmee-du-crime/ L'UJFP non è firmatario dell'Appello per l'Emergenza Palestina, ma partecipa attivamente alle riunioni dell'Organizzazione per l'Emergenza Palestina. Su questa organizzazione, che ha trasmesso la negazione dell'Olocausto e le osservazioni antisemite, si vedano https://info-antiraciste.blogspot.com/2021/05/en-route-vers-le-negationnisme-derive.html e https://info-antiraciste.blogspot.com/2020/12/nouvelle-diatribe-antisemite-de-houria.html
[18] Carta di Hamas, 1988, articolo 7 https://archive.wikiwix.com/cache/index2.php?url=http%3A%2F%2Fwww.gremmo.mom.fr%2Flegrain%2Fvoix15.htm#federation=archive.wikiwix.com&tab=url
[19] Yunis Al-Astal, membro di Hamas e del Consiglio legislativo palestinese, Al-Aqsa TV, 25.2.2016
[20] Fathi Hammad, membro dell'Ufficio politico di Hamas, Al-Aqsa TV, 7.5.2021
[21] Fathi Hammad, Al-Aqsa TV, 12/07/2019
[22]Urla senza parole': come Hamas ha armato la violenza sessuale nell'ottobre, New York Times, 28/12/2023 https://www.nytimes.com/2023/12/28/world/middleeast/oct-7-attacks-hamas-israel-sexual-violence.html
[23] Comunicato stampa d'emergenza Palestina, 24/11/2023 https://www.facebook.com/urgencepalestine/posts/122128114652077739
[24] Comunicato stampa d'emergenza Palestina, 18/11/2023 https://urgence-palestine.com/20231118-cp-reaction-appel-2/
[25] https://twitter.com/Europalestine1/status/1735938877142040698
[26] Comunicato stampa d'emergenza Palestina, 24/11/2023 https://www.facebook.com/urgencepalestine/posts/122128114652077739
[27] Spazio X/Twitter del 07/12/2023, 41 min https://x.com/i/spaces/1OdKrjdbBdyKX
[28] Spazio X/Twitter del 07/12/2023, 47min30
[29a] Gli amici di Faurisson - Ahmed Rami, PHDN, https://phdn.org/negation/faurisson/rami.html
[29 ter] Tweet di Ahmed Rami, 12 ottobre 2023 https://x.com/ahmed_rami/status/1712227547637825718?s=20
[30] I Protocolli dei Savi di Sion, la cospirazione secolare, Podcast diretto da Alexandre Manzanarès, France Culture, settembre 2020 https://www.radiofrance.fr/franceculture/podcasts/serie-les-protocoles-des-sages-de-sion-le-complot-centenaire
[31] Werner Maser, Il Mein Kampf di Adolf Hitler, 1968
[32] Johann von Leers, Forderung der Stunde: Juden raus! 1933
[33] Bernard Lewis, Semiti e antisemiti, Pocket Press, 1991 e https://phdn.org/negation/rassinier/leers.html
[34] Thomas Wieder, Stalin e il "complotto del camice bianco", Le Monde, 20/04/2006 https://www.lemonde.fr/livres/article/2006/04/20/staline-et-le-complot-des-blouses-blanches_763505_3260.html
[35] Carta di Hamas, 1988, articolo 32 https://archive.wikiwix.com/cache/index2.php?url=http%3A%2F%2Fwww.gremmo.mom.fr%2Flegrain%2Fvoix15.htm#federation=archive.wikiwix.com&tab=url
[36] Carta di Hamas, 2017, articolo 15 https://www.chroniquepalestine.com/charte-mouvement-hamas-version-francaise/
[37] Charlotte Belaïch, Daniel e David Guiraud, La politica di un padre negli scismi, Libération, 15/12/2023 https://www.liberation.fr/politique/daniel-et-david-guiraud-politiques-de-pere-en-schismes-20231215_37DWILIF2ZDJ5P6FCFRR3YEXF4/
[38]L'air du soupçon, intervista di François Ruffin a Etienne Chouard, 10/09/2013 http://fakirpresse.info/l-air-du-soupcon
[39] Pagina di Wikipedia Europalestine, https://fr.wikipedia.org/wiki/Coordination_des_appels_pour_une_paix_juste_au_Proche-Orient_-_EuroPalestine
[40] Separazione tra il Crif e lo Stato, Appello alla raccolta, Europalestine, 14/03/2017 https://europalestine.com/2017/03/14/separation-du-crif-et-de-letat-appel-a-rassemblement-le-1er-avril-a-paris/
[41] Conferenza di Elias d'Imzalène, Franck Abed e Jacob Cohen annunciata sul sito web di Equality & Reconciliation https://www.egaliteetreconciliation.fr/Conference-d-Elias-d-Imzalene-Franck-Abed-et-Jacob-Cohen-16961.html
Nessun commento:
Posta un commento