Cos'è l'amore, e cosa non è!
- di Simone de Beauvoire -
Perché ci s’innamora? Nulla di più semplice. Ti innamori perché sei giovane, perché stai invecchiando, perché sei vecchio; perché la primavera se ne va, perché comincia l’autunno; perché hai troppa energia, perché sei stanco; perché sei allegro, perché sei scontento; perché qualcuno ti ama, perché qualcuno non ti ama… Trovo troppe risposte: forse la domanda non è poi tanto semplice. L’esperienza dell’amore è talmente universale che sembra priva di mistero. Dovunque, a tutte le ore, in questo stesso istante, migliaia di uomini e di donne si dicono con sorpresa o sgomento: «Ti amo. Sono innamorato». Lo dicono forte o piano, con queste parole o con altre, ma lo dicono – altrimenti non sarebbe amore. «Ho bisogno di te. Senza di te soffrirò». «Non posso più vivere senza di te». Tempo e spazio sono sospesi, immobili davanti a un viso che contiene l’essenza di quello che c’è di più prezioso al mondo. Dal momento che non crediamo più al mito degli amanti predestinati, come possiamo spiegare queste scelte esclusive? Per gli amanti sono evidenti. Eppure gli amici si chiedono: «Cos’è che lo affascina in lei? Cos’è che la affascina in lui?» Stendhal ha descritto questo processo come una «cristallizzazione», in grado di trasformare chiunque in un essere unico. Oggi gli psicanalisti parlano di «investimento». Ma perché Paolo e Paola hanno incominciato a «investire», a «cristallizzare» proprio con Piera e Piero? La scelta stupisce i loro amici. Si è detto che gli innamorati sono soli al mondo. Nulla di più falso. Secondo Freud, l’amore coinvolge non due persone ma quattro. In effetti si va oltre, e coinvolge l’intera società. «Sei diverso. Sei un’eccezione. Non somigli a nessun altro». Tutti gli innamorati hanno detto queste parole, e quando le dicono, intendono che la persona che amano è stata scelta in base a un paragone con tutti gli altri, e contro tutti gli altri. Una persona troppo in armonia con la società può non conoscere mai l’amore. In altri tempi, e perfino ai giorni nostri, ci sono state intere civiltà che non hanno conosciuto l’amore romantico.
La prima grande storia d’amore del mondo occidentale, Tristano e Isotta, è la storia di una ribellione. Ami per sfidare un marito o una moglie, per sfidare i tuoi genitori, per opposizione agli amici e a un ambiente, per sfidare tutti coloro che ti hanno contrastato in qualche modo. A un tratto neghi la loro importanza, dimentichi addirittura la loro esistenza. Gli innamorati cercano la solitudine, ma la solitudine non è stata data loro, l’hanno afferrata come una sfida. L’amore non avrebbe la sua cupa violenza se non fosse sempre, all’inizio, una specie di vendetta: contro una società chiusa alla quale puoi a un tratto appartenere; contro un paese straniero nel quale puoi a un tratto mettere radici; contro una cerchia provinciale dalla quale puoi a un tratto fuggire. L’amore ci coglie sovente di sorpresa. Soltanto quando incontriamo l’uomo, la donna che soddisfa la nostra aspettativa quell’aspettativa si rivela a noi. Ma già prima però avevamo in noi, mascherato o travestito, quel vuoto, quella necessità. Non t’innamori quando sei completamente felice o sulla cresta dell’onda, ma solo quando la vita ha perso il suo sapore. Non ti innamori neppure alla vigilia di un lungo viaggio, ma piuttosto in un ambiente estraneo e soprattutto nel dispiacere di veder finire il viaggio. Tuttavia anche una disgrazia estrema, una catastrofe imminente che distrugga ogni speranza e ogni previsione, possono rendere impossibile l’amore. La noia invece gli è particolarmente propizia. È quando diventa evidente la monotonia del mondo che cominci a sognare nuovi orizzonti. L’amore non nasce quando la vita colma i tuoi desideri, né quando ti schiaccia, ma si presenta soltanto a coloro che, apertamente o in segreto, desiderano un cambiamento. È allora che ti aspetti l’amore e ciò che l’amore porta: attraverso un’altra persona un mondo nuovo ti viene rivelato e donato. Questo genere di esperienza può essere conseguito con altri mezzi. L’uomo ambizioso, l’uomo d’azione, l’artista possono cambiare il loro rapporto col mondo, o addirittura cambiare il mondo. Se si lancia corpo e anima nel suo progetto, l’amore non ha presa su di lui. Ma non tutti sono in una posizione tale da imporre in questo modo la propria volontà, ed è perciò che le donne sono oggi particolarmente predisposte all’amore. Possiedono raramente i mezzi – un’arte, una professione – che permettano loro di ampliare o di cambiare l’universo senza l’aiuto di qualcuno. L’amore è la loro unica possibilità. Ma perfino le più privilegiate preferiscono sovente la gioia inaspettata e meravigliosa di ricevere tutto senza grandi sforzi. Esplorare un paese ignoto è una fatica, ma possederlo attraverso l’amore di un seducente straniero è un miracolo. In questo caso, come in molti altri, l’amore è una meravigliosa scorciatoia.
Però la scorciatoia si deve presentare. Per innamorarsi devi incontrare un oggetto seducente. Ciò che è seducente è diverso – naturalmente – per ogni individuo. Qualità apprezzate dalla società – bellezza, ricchezza, intelligenza – non fanno sempre nascere l’amore. Ciò che ti aspetti dalla persona amata dipende dalla tua infanzia, dal tuo passato, dai tuoi progetti, dall’intero contesto della tua vita. Puoi cercare qualcosa di molto specifico: un padre, un bambino, un’anima gemella; la sicurezza, la verità; un’immagine esaltata di te stessa. O il tuo bisogno può essere ambiguo, indefinito o addirittura infinito. Puoi volere qualcos’altro, qualsiasi cosa purché tu non l’abbia. Quali che siano i valori, i simboli, o il ruolo, nessuno desterà il mio amore a meno che io non lo veda essenzialmente come l’Altro. Se si annette a me, perde il potere di portarmi in un altro mondo. È perciò che dall’invidia nasce così sovente l’amore. Il solo fatto che un uomo – o una donna – ti sfugga può bastare: cominci a proiettare su di lui tutte le qualità che cerchi nell’Altro. Però se si rifiuta con troppa ostinazione, allora non ti aspetti più nulla da lui: l’amore abortisce. D’altro canto puoi essere affascinato dal fascino che eserciti su qualcuno, dall’immagine abbagliante che ti dà di te. È la trappola del narcisismo. I masochisti e tutti coloro che hanno scelto la disfatta cadono in un’altra trappola: amano coloro ai quali sono indifferenti. Puoi infatti amare non solo per la gioia di amare o per la gloria di essere amato, ma talvolta anche per la lacerante amarezza di non essere amato. E qui ritorno al punto di partenza. Perché ci s’innamora? Nulla di più complesso: perché è inverno, perché è estate; per eccesso di lavoro o per troppo tempo libero; per debolezza, per forza, per bisogno di sicurezza, per amore del pericolo; per disperazione, per speranza; perché qualcuno non ti ama, perché qualcuno ti ama…
- Simone de Beauvoire - "What Love is and isn’t", in «McCalls», agosto 1965 -
Articolo scritto originariamente in inglese
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