« Un secolo fa, Karl Marx rimproverò ai sindacati di limitare le loro rivendicazioni a questioni di paga, ore di lavoro, etc., ignorando il problema dell’abolizione del lavoro salariato, chiave della soppressione del capitalismo.
Oggi, Marx verrebbe tacciato dalla gente di Mosca di essere un piccolo-borghese egalitario , e da quelli che aspirano a riformare il sindacato come un ultra-sinistro confuso.
Ma egli non vedeva questa abolizione come qualcosa di lontano, molto posteriore alla rivoluzione, bensì come concomitante ad essa, se non addirittura persino come la sua causa.
Infine, egli riteneva che, già nella sua epoca, i paesi industrializzati disponessero di mezzi materiali più che sufficienti a farvi fronte.
Oggi, noi, i rivoluzionari, siamo in grado di aggiungere che i sindacati sono contro qualsiasi e ogni rivoluzione sociale, poiché sono divenuti un ingranaggio indispensabile allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Nell’economia attuale, il loro ruolo è paragonabile a quello delle corporazioni dell’epoca manifatturiera; con la differenza, però, che mentre le corporazioni si dimostrarono inadatte alla grande industria, i sindacati invece si adattano perfettamente a quella che è la forma più assoluta di capitalismo, la forma statale.»
Benjamin Péret & G. Munis - "Les Syndacats contre la Rèvolution" –1960 -
Nessun commento:
Posta un commento