Dalla fantascienza all’horror, passando per il fantastico e la satira pungente, Alan Moore si destreggia sapientemente tra generi, stili e registri diversi, per dipingere quadri rischiarati da illuminazioni folgoranti, squarci di una realtà solo apparentemente inverosimile, che spesso riesce a superare anche le fantasie più sfrenate. Così due amanti improbabili si innamorano con conseguenze terribili in un lupanare frequentato da stregoni; il racconto dell’origine dell’universo rivela un esito catastrofico; gli spiriti esigono vendetta e i personaggi dei fumetti tormentano gli uomini in carne e ossa che li hanno creati, disegnati e resi celebri in ogni parte del pianeta. In questa sua prima serie di racconti, che abbraccia quarant’anni di lavoro e contiene numerosi inediti, Alan Moore presenta nove storie piene di meraviglia e stranezze, ognuna delle quali ci inabissa nei risvolti fantastici della realtà, con personaggi indimenticabili alla scoperta dei lati inesplorati dell’esistenza.
(dal risvolto di copertina di: Alan Moore, "Illuminations. I racconti fantastici" (trad. di Tessa Bernardi), Fanucci, pp. 464, €17)
L'acqua diventa vino mentre Dio chiacchiera di Brexit e serie tv
- di Loredana Lipperini -
Ci si addentra sempre con circospezione nel mondo narrativo di Alan Moore, genio del fumetto e del romanzo, dissacratore di eroi e creatore di universi, perché sappiamo che troveremo sempre qualcosa di molto diverso da quel che ci aspettiamo. Avviene per Illuminations, i racconti fantastici che Fanucci manda in libreria nella traduzione di Tessa Bernardi. Sono storie brevi riunite per la prima volta anche se scritte in un tempo molto esteso (una quarantina d’anni) e dunque fra loro molto diverse: ma sono la terza prova narrativa dopo i due romanzi La voce del fuoco e il visionario, splendido Jerusalem. Certo, il nome di Moore è legato soprattutto ai fumetti, e a capolavori come Watchmen, Swamp Thing, V per Vendetta, From Hell, La Lega degli Straordinari Gentlemen, ma non cambia la meravigliosa capacità di vedere nel buio e individuare i mostri che vi strisciano e forse mostri non sono.
La prima storia, per esempio, si intitola Lucertola ipotetica ed è anche l’esordio nella novella di Moore, nel 1987: nel bordello per creature incantate Casa degli orologi è prigioniera Som-Som, che è stata una bambina bellissima e che per la meraviglia del suo aspetto è stata destinata ai desideri degli stregoni. Prima, però, un misterioso vermicello ha reciso i collegamenti fra i lobi temporali, e la metà del suo volto viene coperta da una maschera che le impedisce di vedere e di ascoltare e di parlare. Così divisa, Som-Som sogna, ricorda e, per quanto può, osserva. È al suo punto di vista che viene affidata la storia d’amore e di vendetta fra Rawra Chin, nato uomo e divenuto concubina bellissima, e l’attore Foral Yatt, perché Som-Som non può contribuire all’intrigo di ambizioni e tradimenti se non con frasi apparentemente sconnesse che vengono dal passato in cui non era stata ancora divisa in due. C’è molto altro, nelle storie: creature sussurranti e spettri e ciarlatani. C’è un dio, anche, in Posizione, posizione, posizione, che si fa mostrare una casa dall’ultima donna sulla terra, e parla con lei di serie televisive (Il racconto dell’ancella) e di Brexit («nella mia esperienza, se chiedi a una manica di populisti di esprimere una preferenza, nove volte su dieci voteranno per Barabba. O per il vitello d’oro») e trasforma come si conviene l’acqua in ottimo vino prima di fare dell’altrettanto ottimo sesso, mentre nel cielo si scontrano gli angeli e piovono come neve piume carbonizzate. E ci sono toni diversi, naturalmente, come nel racconto che dà il titolo alla raccolta, Illuminazioni, dove l’uomo che sfoglia l’album di fotografie (dove è seccata la saliva dei morti) ricorda le gite dell’infanzia a Welmouth e decide di tornarci, e trova tutto cambiato, ma il passato finisce col mangiarsi il presente, e forse anche la sua vita, come nelle migliori, e malinconiche, storie horror: «La località balneare è solo una sospensione della realtà e di tutte le regole che determinano ciò che può accadere. Dalle statue di cera alle maggiorate sulle cartoline, Welmouth si fonda esclusivamente su fantasie da entroterra. È in questo che risiede il suo fascino irresistibile, insieme al vago sentore di una minaccia famelica».
Infine, c’è il lungo racconto Cosa ci è dato sapere su Thunderman dove l’antica decostruzione dei supereroi perpetrata da Moore trova il suo bersaglio negli uomini che li hanno immaginati e realizzati. Quattro scrittori al ristorante: ex nerd, avidi lettori di fumetti che sono divenuti autori potentissimi in quello stesso mondo su cui sognavano, e naturalmente il riferimento a Marvel e DC Comics è appena velato, e anche Thunderman è ovviamente Superman. Ma non ci sono solo pettegolezzi e accuse e chiacchiere, ma una critica profonda al business dei fumetti. Specie quando uno dei personaggi, Worsley, divenuto redattore capo dopo la morte del suo predecessore durante l’incontro al ristorante, si trova a dover fronteggiare gli anni di Trump e del Covid e di un mondo sempre più superficiale, preda di fascismi e populismi. Quale responsabilità hanno i fumetti in tutto questo? Guardando le immagini dell’assalto a Capitol Hill, Worsley riflette: «Nel 2016, tutto era stato permeato da una specie di atmosfera fumettistica, non da ultimo Donald Trump, o semplicemente Il Donald, come lo chiamavano ancora i suoi sostenitori, un po’ come Thunderman e Re Fuco. Quell’anno, sei tra i dieci film più amati dal pubblico erano stati sui supereroi, e forse la gente voleva un mondo più semplice, più comprensibile. Volevano grandi nemici e drammatici colpi di scena, a prescindere dal fatto che la loro verosimiglianza fosse forzata, e volevano un personaggio tanto improbabile quanto memorabile che offrisse loro soluzioni facili e al limite del credibile, proprio come le minacce immaginarie che dovevano arginare». Anche il mondo degli incanti ha il suo veleno, anche se soave.
- Loredana Lipperini - Pubblicato su TuttoLibri del 28/10/2023 -
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