sabato 2 marzo 2024

Nel Labirinto...

Bisogna dire che nel "labirinto dei marxismi", in Francia, quello di Louis Janover (nato nel 1937) - che deriva dal "Marx di Rubel" - è sempre stato uno dei più stimati, sul piano politico; e stiamo parlando di un'epoca nella quale Marx era stato oltraggiosamente precettato alla loro causa dai fanatici bolscevichi del mito d'Ottobre e di tutte le burocrazie totalitarie, tanto quelle siberiane che quelle tropicali.

Da parte sua invece, Janover, nel rifiutarsi di essere prevaricato, aveva deciso di partecipare alla critica: la critica di Trotsky e delle sue false teorie sullo Stato degenerato, o sulla rivoluzione tradita; la critica della "spaccatura" e delle contraddizioni del movimento surrealista del dopoguerra; la critica di Castoriadis e di Lefort che, insieme all'acqua sporca trotzkista, avevano buttato via anche Marx, vale a dire, confondendolo completamente con i marxisti (la distinzione tra il Marx esoterico e il Marx essoterico è presente tanto in Kurz quanto in Rubel); la critica di quello che era l'inconsistente terzomondismo di chi già si stava illudendo sul movimento nazionalista algerino, il quale si disponeva a contribuire, con altri mezzi, alla modernizzazione capitalistica in ritardo; la critica delle manchevolezze e delle insufficienze dell'Internazionale situazionista, a cui si era aggrappato nel 1967, e che egli aveva definito, senza mezzi termini,  come "bolscevismo di rimpiazzo"; la critica delle narrazioni fantasmatiche e immaginarie del maggio '68, che proseguono fino ad ancora oggi, e che come unico scopo hanno quello di "pubblicizzare" le soggettività degli odierni ribelli alla Bantigny;la critica delle grandi manovre, alla fine degli anni '70, degli "antitotalitari" e della rivista Esp, che ai suoi occhi era diventata il "salotto delle idee conformiste, a difesa di una democrazia solubile nel capitalismo di mercato", ecc.

In parte autobiografica, l'opera  di Janover - che coniuga la storia reale delle avanguardie con interi pezzi di quella critica sociale che, nella Francia della seconda metà del XX secolo, cercava di essere rivoluzionaria - riesce a essere  notevole grazie anche alla coerenza di quella che è la sua lucidità nel parlare di molti autori, così come di correnti e di capovolgimenti. Sotto il fuoco della sua lucida critica, viene trattata e viene compresa ogni cosa, e ciò che in questo libro scrive, rappresenta per noi una strada che possiamo fare nostra.

fonte: @Palim Psao

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