sabato 16 marzo 2024

Gli europei tornano alle armi !!

Il nuovo progetto della Germania per l'Europa
- di José Luís Fiori -

All'inizio del 2024, quattro fantasmi si aggirano per l'Europa! La crisi economica, lo sconvolgimento sociale, il ritorno del fascismo e la guerra con la Russia. La Commissione economica europea prevede per il 2024 una crescita del PIL di appena lo 0,9%, mentre la Banca d'Inghilterra, dopo due anni di stagnazione, prevede per la Gran Bretagna una crescita dello 0,25%. E questa è l'aspettativa di quasi tutti i paesi europei, paralizzati dagli alti tassi di interesse, dall'inflazione e dalla disoccupazione. Come conseguenza quasi diretta di questa crisi, si moltiplicano scioperi e proteste sociali, da est a ovest, da nord a sud del continente, dove quelli che avanzano sono i partiti di estrema destra, mentre i movimenti fascisti acquistano sempre maggiore forza elettorale, minacciando le stesse basi ideologiche e politiche del progetto di unificazione dell'Europa. Non c'è dubbio, tuttavia, che sia stata la Germania il luogo in cui gli impatti della guerra in Ucraina si sono fatti sentire in modo più forte e distruttivo. L'economia tedesca si è contratta dello 0,4% nell'ultimo trimestre del 2023 e dovrebbe contrarsi di un ulteriore 0,1% nel 2024. E, cosa ancora più grave, i tedeschi hanno subito una grande perdita di competitività, oltre al fatto che hanno dovuto affrontare un processo accelerato di deindustrializzazione; e questo dopo aver sospeso i loro contratti per l'importazione di energia a basso costo dalla Russia (uno strano modo di punire i russi che sta distruggendo l'economia tedesca stessa). Il prezzo dell'energia è aumentato del 41%, gli scioperi dei trasporti sono sempre più frequenti ed estesi e le proteste degli agricoltori tedeschi sono quasi permanenti. D'altra parte, i sondaggi d'opinione indicano che il partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD) - che ha già il sostegno del 19% degli elettori - sembra essere destinato a diventare il secondo partito più grande della Germania; e non è escluso che venga chiamato a far parte del governo dopo le elezioni parlamentari del 2025, anche se c'è una forte presenza di settori fascisti o addirittura nazisti, che difendono posizioni xenofobe, anti-islamiche e favorevoli all'uscita della Germania dall'Unione Europea. Questa storia, forse avrebbe potuto essere diversa se gli stati europei, e la Germania in particolare, avessero sostenuto i colloqui di pace tra Russia e Ucraina all'inizio del 2022. Ma non è quello che è successo. In un primo momento, la Germania ha adottato una posizione riluttante di fronte all'aggressività anglo-americana, ma alla fine quella che ha prevalso è stata l'ala più guerrafondaia del suo governo, che si è mosso sotto la guida del ministro degli Esteri, Annalena Baerboch, e del ministro della Difesa, Boris Pisterius, e in stretto coordinamento con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che era stata ministro della Difesa tedesco tra il 2013 e il 2019. Dopodiché, lo stesso primo ministro socialdemocratico Olaf Scholz ha finito per dichiararsi favorevole alla «piena cooperazione della Germania con gli Stati Uniti», e infatti, durante i due anni che la guerra in Ucraina è già durata, la Germania è diventata il secondo fornitore delle armi utilizzate dal governo Zelensky contro le truppe russe.

Una volta definita questa posizione dalla parte dell'Ucraina e contro la Russia, il governo tedesco ha creato un Fondo di emergenza di 100 miliardi di euro per l'acquisizione immediata di armi all'avanguardia. E nel novembre 2023, il ministro della Difesa Boris Pisterius ha pubblicato le "Nuove linee guida per la politica di difesa tedesca"; un documento di 19 pagine, la Zeitenwende, che stabilisce come nuovo obiettivo strategico delle forze armate tedesche quello di diventare la «spina dorsale della deterrenza e della difesa collettiva per l'intera Europa». Inoltre, Boris Pisterius ha annunciato l'aumento della spesa militare tedesca, portandola al 2% del bilancio federale nel 2024, e al 3 e 3,5% nel 2025 e nel 2026, invitando gli altri paesi europei a fare altrettanto. In piena sintonia con Ursula von der Leyen, la quale ha annunciato la sua candidatura per la rielezione alla guida della Commissione europea, pur promettendo presto «una nuova strategia di difesa per l'Europa», dove si propone di «spendere di più, spendere meglio e spendere soprattutto per gli armamenti prodotti nella stessa Europa, utilizzando l'esperienza in Ucraina, al fine di superare la Russia». Infine, il 12 febbraio 2024 – in un'intervista all'AFP – il primo ministro Olaf Scholz ha dichiarato che il progetto del suo governo è quello di superare la crisi economica e assumere la leadership militare dell'Europa. In quell'intervista, Scholz ha invitato gli europei a «produrre in serie attrezzature militari», e ha difeso la necessità per la Germania di «abbandonare la sua industria manifatturiera per concentrarsi sulla produzione di armi su larga scala», dal momento che «non stiamo vivendo in tempo di pace». Queste stesse idee sono state portate alla Conferenza Strategica di Monaco, tenutasi dal 17 al 19 febbraio, e segnata dalla diffusione di informazioni "riservate" attribuite alla Bundeswehr, e trapelate dal sensazionalistico tabloid tedesco Bild, che ha annunciato un'invasione russa del territorio Nato per l'anno 2025. L'informazione è stata smentita, ma dopo che aveva già provocato il panico diffuso, e mobilitato il sentimento "russofobo" dei partecipanti, e dopo aver collocato la Russia nella posizione di grande "nemico esterno" degli europei; come era già accaduto con la fallita invasione francese della Russia nel 1812, e con la fallita invasione tedesca dell'Unione Sovietica nel 1941.

Insomma, tutto sembra indicare che, oggi, l'obiettivo comune della Germania di Olaf Scholz e della Commissione europea di Ursula von der Leyen sia quello di creare una "economia di guerra" sul territorio europeo. Un'economia di guerra guidata dalla Germania, che avrebbe rinunciato alla sua industria manifatturiera per diventare a capo di un complesso militare, integrato dalla Germania stessa, coinvolgendo gli altri paesi europei, secondo i "vantaggi comparativi" di ciascuno di essi. In questo modo, è ovvio, l'«Europa dei cittadini», idealizzata da Konrad Adenauer, o anche l'«Europa dei mercanti», criticata da François Mitterand, verrebbe ora sostituita da una nuova «Europa dei soldati e dei cannoni», come ai vecchi tempi dell'Europa stessa. Il nuovo progetto della Germania per l'Unione europea ha il sostegno degli Stati Uniti e, in caso di successo, confermerà il declino e la perdita di importanza della Francia, anche all'interno dell'Europa. E sarebbe stato un risarcimento per la distruzione dei gasdotti del Baltico, Nord Stream 1 e 2, che sarebbe stato fondamentale per il successo dell'economia tedesca. Questa nuova configurazione delle forze all'interno dell'Europa dovrebbe essere consacrata dalla scelta del primo ministro olandese Mark Rutte per la carica di segretario generale della NATO, al posto del norvegese Jens Stoltenberg, con l'appoggio proprio di Stati Uniti, Inghilterra e Germania. Rutte è un membro del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia, di estrema destra, militarista, xenofobo e anti-islamista, ma molto vicino alle posizioni guerrafondaie e "russofobe" della signora Von der Leyden e del ministro della Difesa tedesco Boris Pisterius.

In questo senso, la probabile scelta di Mark Rutte al comando della NATO deve favorire il processo di ridefinizione e di accentramento del potere che è in atto in Europa e che punta verso Berlino. Se tutto va secondo i piani, tra altri 5 o 10 anni, la Germania aggiungerà alla sua ascesa economica e alla sua tutela finanziaria dell'Europa, la sua nuova preminenza militare, compresa la sua influenza sulla NATO, attraverso Mark Rutte, raggiungendo finalmente l'egemonia all'interno del Vecchio Continente, che è dal XIX secolo che continua a cercare, senza successo, nuove strade. Questa strategia è stata concepita insieme all'amministrazione Biden, ma dovrebbe essere mantenuta anche in caso di vittoria da parte di Donald Trump. Se Trump vince, è possibile che la Germania ricorra a un nuovo accordo di Monaco in modo da garantire così, nel caso di un'iniziativa nucleare tedesca che non avesse la copertura atomica degli Stati Uniti, la copertura atomica della Gran Bretagna. In ogni caso, l'obiettivo della Germania a questo punto non è quello di entrare in guerra con la Russia; ma si tratta piuttosto di creare e comandare una "economia di guerra" europea. Ma anche in questo modo, un progetto del genere richiederà almeno i 5 anni di un "periodo di grazia"; da questo, la necessità tedesca di prolungare la guerra in Ucraina nella forma di una "guerra di logoramento" che non abbia vincitori. Ma, come insegna la storia della Prima Guerra Mondiale, quando gli europei tornano alle armi, possono allora anche tornare in guerra; sebbene non vogliano: basta un errore di calcolo, provocato da una spavalderia come quella del presidente Emmanuel Macron, o la fuga di notizie di una cospirazione dei generali tedeschi per attaccare il ponte di Crimea, in Russia, come è appena accaduto; ed ecco che  tutto questo accurato assemblaggio potrebbe sfociare in una grande guerra europea. La differenza è che ora sarebbe una guerra della NATO contro la Russia, e in questo caso, come ha detto di recente l'ex presidente russo Dmitrij Anatol'evič Medvedev, si tratterebbe di una "guerra asimmetrica" che costringerebbe i russi a usare immediatamente le loro armi nucleari. Ciò significa, in ultima analisi, che se il nuovo progetto tedesco per l'Europa avrà successo, porrà fine a 80 anni di occupazione militare unilaterale ed esplicita del territorio tedesco da parte delle truppe americane. Ma allo stesso tempo riporterebbe il Vecchio Continente sull'orlo dell'abisso.

- di José Luís Fiori - Pubblicato il 15/3/2024 su https://outraspalavras.net/ -

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