Marco, Sveva, Vittorio, Piggi, il Boss: compagni di classe in un liceo romano, hanno condiviso gli anni magici in cui il futuro è ancora tutto da immaginare e anche ora che la vita adulta li ha messi di fronte alle sue difficoltà sono rimasti un gruppo affiatatissimo. Ma nell’animo di Marco – sceneggiatore di successo – c’è un grande buio che da sempre lui si allena a tenere nascosto. Sarà un semplice gesto di Sveva e Vittorio a far divampare quell’oscurità risvegliando una fiamma rimasta troppo a lungo sotto la cenere: quando gli affidano le loro chiavi di casa, sicuri di consegnarle all’amico più fidato… Milano, trent’anni dopo. La città del lavoro e dell’efficienza, luogo ideale in cui fuggire dal passato confondendosi tra la folla che corre. Ma Sara è una giovane donna in gamba e sa che per andare lontano bisogna fare i conti con il passato: sarà lei a cercare le chiavi per scoprire il segreto che ha segnato per sempre il suo destino. Paolo Ricchiuto esordisce con un romanzo di finissima tensione psicologica, sulla giovinezza e la sottile linea d’ombra che la separa dalla vita adulta. Le chiavi di casa è un’indagine sul cuore nero di ogni amicizia, sul veleno implacabile della gelosia, sulla fedeltà che dobbiamo ai nostri sogni: fino al colpo di scena che ci conduce dove, nel cuore umano, la morte e l’amore si sfiorano.
(dal risvolto di copertina di: PAOLO RICCHIUTO, "Le chiavi di casa". GIUNTI Pagine 300, €16,90)
Mai dare le chiavi all’amico di famiglia
- di Patrizia Violi -
Le passioni adolescenziali sono esperienze indelebili, con gli anni si tingono di nostalgia e qualche volta anche di rimpianto. Per il protagonista de Le chiavi di casa, esordio di Paolo Ricchiuto, invece il primo amore diventa ossessione. Un pensiero che domina la vita e fa impazzire. Su una tale psicosi si snoda la trama di un giallo che inizia raccontando la storia di un gruppo di ragazzi affiatatissimi: Marco, Sveva, Vittorio e poi Piggi e il Boss. Dopo aver condiviso insieme gli anni di studio in un liceo romano, gli amici sono ormai trentenni, hanno intrapreso con successo carriere diverse ma continuano a frequentarsi assiduamente. Marco, il più creativo, è diventato sceneggiatore di successo, scrive fiction per la televisione, è di bell’aspetto e cambia spesso fidanzata. Incostante nei sentimenti perché, nel cuore e nella mente, la protagonista assoluta è una donna rimasta unica e irraggiungibile. Da sempre ama Sveva ma lei si è sposata un altro. Con Marco avrebbe potuto nascere una relazione ma non è stato così.
«Se quella sera mille anni prima, tutti quei baci attutiti dal vino avessero preso lo spazio giusto. Se la mattina dopo, invece di guardarsi negli occhi e lasciarsi andare via, Marco le avesse preso la mano e l’avesse portata con lui»...: non l’ha fatto, per timore e insicurezza, ed è stato un errore fatale. Sono rimasti solo amici, così Sveva per la vita adulta ha scelto il più assennato Vittorio. Ma dopo più di un decennio di tortura psicologica, durante il quale Marco dietro la facciata dell’amico disponibile e fedele ha condiviso, ingoiando molto fiele, le gioie della coppia, scatta qualcosa che lo porta inesorabilmente verso un baratro di follia da stalker.
Il suo obiettivo è ristabilire una sorta di giustizia sentimentale. L’occasione arriva quando, per una coincidenza, Vittorio e Sveva gli affidano con fiducia le chiavi di casa. Da quel momento in poi Marco decide di entrare nell’intimità della loro vita di coppia in maniera sempre più invadente e maligna. La struttura del romanzo è interessante e originale, divisa in due segmenti. Nella prima parte, ambientata negli anni Novanta, con una scrittura sincopata e quasi ipnotica, l’autore descrive pensieri e azioni del protagonista (io narrante) che lentamente perde il contatto con la razionalità per sprofondare in una spirale pericolosa e malata. Il ritmo diventa incalzante e sale la tensione che inchioda il lettore alle pagine. Poi, nella seconda tranche del romanzo, che inizia dopo un grande salto sia temporale sia d’ambientazione, siamo ai giorni nostri a Milano e l’andamento riparte più lento e ambiguo. Non c’è più la narrazione in prima persona, lo stile descrittivo diventa distaccato e oggettivo, come in una fotografia. Si ritrovano alcuni dei protagonisti, invecchiati ma ancora legati dall’antico affetto. Sanno che il passato non fa sconti: cancellare ciò che è stato resta impossibile. Bisogna affrontare con coraggio paure e segreti che, per troppo tempo, sono rimasti intrappolati e nascosti.
- Patrizia Violi - Pubblicato su La Lettura del 15/10/2023 -
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