Una donna e un bambino vivono in una baracca in mezzo alla foresta, non hanno legami di sangue ma insieme formano una famiglia, atipica e silenziosa. Il rapporto tra i due si riduce a gesti, sguardi e abitudini condivise. La vita nella baracca è semplice, primitiva, finalizzata alla sopravvivenza, mentre il mondo fuori è ostile e selvaggio, il cibo scarseggia, la civiltà e la tecnologia sono echi lontani, appartengono a un passato dimenticato… Con uno stile asciutto e poco rassicurante José Ovejero ci racconta un futuro primordiale abitato da personaggi solitari e senza alcuno spirito eroico, e ci spinge a riflettere sull’animalità profonda della natura umana ma anche sulla sua straordinaria capacità di resistenza.
(dal risvolto di copertina di: Jose Ovejero, "Fumo". Traduzione di Bruno Arpaia, Voland, pp.144 €17)
Leggere una storia che riesca in poche pagine a restituire uno spazio è sempre soddisfacente; se poi la storia tratta dinamiche che lambiscono il genere della «post-catastrofe» è per me ancora più coinvolgente. "Fumo" di José Obejero è un breve e denso racconto di «survivalismo» in un mondo ormai a scatafascio. I telefoni cellulari sono oggetti ormai inservibili, l'insolito passaggio di un aereo ci ricorda che l'epoca in cui si svolge è la nostra. La trama è solo apparentemente già conosciuta: il solvo e l'omaggio richiamano "La strada" di McCarthy. Sconosciuto il motivo che catapulta la civiltà in uno stato appena più che primordiale; il luogo sono le foreste, inospitali a causa degli smisurati sciami di api che ciclicamente arrivano alla baracca rifugio per la Donna (protagonista e voce narrante) e il Bambino. Tra i due non ci sono legami di sangue, solo gli ultimi barlumi di umanità: merce rara in un mondo in cui scarseggiano le fonti primarie per la sopravvivenza. Raccogliendo provviste con caccia e coltivazione ed evitando di essere depredati, la Donna e il Bambino cercheranno una sistemazione migliore. Ovejero scrive un libro dolce e terribile: scene angoscianti riescono a essere evocative con una poesia che non va mai nell'inutilmente complesso, e che non ricerca, nel contenuto, l'aspetto salvifico che certa letteratura a volte vuole avere.
Pubblicato su Tutto Libri del 12/8/2023
Nessun commento:
Posta un commento