Oggetto - fino agli anni '70 - di un intenso dibattito, la questione che riguarda la transizione dal feudalesimo al capitalismo, nei decenni successivi è sembrata che sprofondasse nell'oblio. Tuttavia, a partire dagli anni Duemila, la questione sembra essere tornata in auge, sebbene con modalità diverse e con una particolare enfasi su quale sia stato il legame esistente tra le origini del capitalismo e la dominazione coloniale imposta dall'Occidente al resto del mondo.
Oggi, la questione appare talmente ampia, per cui non si può certo avere la pretesa di proporre un modello storico, e/o teorico, della transizione. Al contrario, quel che cercheremo di fare, sarà prendere le misure di tutto ciò che oggi ci separa da quella transazione. In realtà, sembra che non sia in vista alcuno sforzo collettiva di elaborazione che sia all'altezza della posta in gioco, sebbene questa sia una delle condizioni per comprendere il mondo nel quale viviamo; e forse anche per cogliere quali sono le possibilità che ci potrebbero permettere di uscirne. Attraverso la discussione dei diversi «modelli della transizione», così come degli autori e degli storici del capitalismo - diversi tra loro, come Immanuel Wallerstein, Silvia Federici, Robert Brenner, Guy Bois, Henri Pirenne, Ellen Meiksins Wood, Jason Moore, Kenneth Pomeranz e Alain Bihr - vedremo quale sia la portata delle divergenze e dei disaccordi.
Ad esempio, non esiste alcun consenso per quel che riguarda la cronologia del manifestarsi del capitalismo, e neppure circa la natura dei fattori coinvolti in tale manifestarsi, né tantomeno esiste consenso sulla definizione stessa di capitalismo e - di conseguenza - su quali sarebbero stati quei tratti distintivi dei quali dovrebbe essere necessario individuare la comparsa.
Insomma: Quando? Come? Cosa? Su queste tre domande, l'unica ambizione può essere solo quella di cercare di chiarire quali sarebbero i termini del dibattito da intraprendere. Fonte di soddisfazione, potrebbe provenire dal sapere se riusciremo a rendere un po' più facile la risposta alle domande che ci vengono poste dalla tre questioni. Il libro di Jérôme Baschet rappresenta una pietra miliare per descrivere la storiografia del capitalismo e dei dibattiti che questo dibattito ha suscitato negli ultimi cinquant'anni.
Jérôme Baschet è uno storico e medievista. Dopo aver insegnato per molti anni all'EHESS, insegna ora all'Universidad Autónoma de Chiapas a San Cristóbal de Las Casas (Messico). In Messico, Baschet si interessa all'esperienza zapatista in termini di questioni politiche e di forme alternative di organizzazione (autogoverno) che essa sperimenta e incoraggia. È autore di numerosi libri e saggi, tra cui La Civilisation féodale (Flammarion, 2018), Basculements. Mondes émergents, possibles désirables (La Découverte, 2021), Une juste colère. Interrompere la distruzione del mondo (Divergences, 2019), Défaire la tyrannie du présent. Temporalités émergentes et futurs inédits (La Découverte, 2018), Corps et âmes. Une histoire de la personne au Moyen Âge (Flammarion, 2016), Adieux au capitalisme. Autonomie, société du bien vivre et multiplicité des mondes (La Découverte, 2014).
Jérôme Baschet, "Quand commence le capitalisme ? Sur la transition de la société féodo-ecclésiale au monde de l’Économie". Uscita. Aprile 2024
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