12 Tesi su Walter Benjamin - IV -
«La tendenza migliore è senza dubbio quella erronea, nella misura in cui essa non ci indica l'atteggiamento secondo cui va seguita».
Avvalendosi dell'aiuto di alcuni diversi esempi provenienti dall'arte "borghese di sinistra" del suo tempo, Walter Benjamin, nel"L'autore come produttore" (1934) cerca di dimostrare che «per quanto rivoluzionaria una tendenza possa apparire, ha tuttavia una funzione controrivoluzionaria». Pertanto, non si tratta di quali siano le opinioni soggettive dell'autore, viste nel loro complesso, ma piuttosto di collocare la pratica artistica in quelli che sono rapporti di produzione stessi. Un cambiamento di prospettiva, questo, che rappresenta il passo decisivo nell'argomentazione del testo di Benjamin. Qui, non si tratta - chiarisce Gerald Raunig, seguendo il concetto relativo alla "tendenza" - di una differenza tra contenuto e forma, ma tra una tendenza che immagina di trovare la propria sostanza nel soggetto autore, e un'altra tendenza che invece illumina e mostra quale sia la relazione dinamica tra soggettività e struttura. Ciò che ci interessa, non è il modo in cui l'artista si relaziona, ma quale attitudine può essere scoperta e sviluppata al fine di «cambiare il mondo, in quello che è un processo molto ramificato».
Nel contesto contemporaneo, esistono dei sedimenti della relazione tra atteggiamento e rapporti di produzione. Questi concetti oggi non implicano semplicemente soltanto dei luoghi comuni addomesticati, o dei sottogeneri artistici limitati, bensì costituiscono dei criteri, i quali segnano un modo critico-riflessivo di affrontare gli apparati statali; sia quelli del campo artistico sia quelli di altri campi di produzione circostanti: sono procedure e componenti fondamentali dell'arte politica.
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