Del resto è già successo. E anche innumerevoli volte, tra l'altro. In tempi di guerra, e in tempo di natale; che in fondo si assomigliano, e parecchio, come tempi. Che si sia trattato della Prima guerra mondiale, o della guerra civile spagnola, o di tante altre guerre in cui bisognava prendere per forza parte,e schierarsi. comunque. E se non si capiscono le ragioni dell'uno, ecco che diventa ed è subito guerra contro l'altro. In altri tempi, forse solo più tragici di questi, sebbene a volte non meno ridicoli, i mezzi per "cancellarsi" non erano certo quelli attinenti ai social forum, o ad altre simili amenità. Bisognerebbe andare a chiederglielo, ma non è più in alcun modo possibile. Andare a chiederlo ai Tresca, ai Koestler, ai Blair (Orwell). Ci avrebbero risposto che, semplicemente non si fidavano più. Non si fidavano di quelli che combattevano per il bene. Preferivano garantirselo da sé soli, il proprio bene. Non credevano che Stalin potesse fare il loro bene. Così come oggi non crederebbero che lo sia facendo Hamas o Hezbollah, o Putin o Recep Tayyip Erdogan; quest'ultimo occupato a sterminare gli armeni con una mano, mentre con l'altra sta salvando i palestinesi dall'ultimo nuovo Hitler (stavolta israeliano; hai visto mai ?!??). È natale e siamo in guerra, ma - tra "noi" - di rubare una tregua di natale, come avveniva sui fronti veri, non se ne parla nemmeno! In fondo anche la nostra somiglia a una guerra per procura: la stanno facendo gli altri, per noi. Su diversi fronti. Mentre noi, invece, quaggiù dentro, ce la stiamo facendo l’un l’altro… «per amore»! Ormai è così che funziona. Ecco che subito si formano i due schieramenti: e che in fondo che importa su che cosa? Che sia il Covid o che siano le “Sardine”, la musica ormai è sempre questa. La solita vecchia e stanca musica del rumore delle armature dei belligeranti che si scontrano. Massì... cancellatevi l'un l'altro. Cancelliamoci, ciascuno lo faccia da solo, si risparmia all’altro l’onere. Che così magari poi alla fine, ci sarà finalmente un po' di... pace. Ad ogni modo, non mi sottraggo affatto, e anche qui mantengo pubblicamente la mia posizione in proposito. Non sono ebreo, e tanto meno sono sionista. Ché gli stati li voglio cancellare tutti dalla faccia della terra. Solo che - insieme a Robert Kurz - penso, dal basso della mia generazione - e considerato quello che è accaduto alla generazione di mio padre - che lo stato di Israele dovrà essere l'ultimo a scomparire. Hai visto mai che qualche bello spirito ci riprovi. Come? C’è qualcuno che dice che ci stanno già provando, e che in fondo non hanno mai smesso di continuare a riprovarci.
«Hamas ed Hezbollah non solo dichiarano pubblicamente l'annichilimento di Israele come loro obiettivo supremo, su cui non possono essere fatte concessioni, ma si sono anche armati, sotto la protezione dell'Iran, per quel "conflitto asimmetrico" che di fatto stanno conducendo. In tal modo, si è venuta a creare una nuova situazione militare, visto che i razzi sono di facile costruzione e semplici da produrre, e vengono così anche contrabbandati bucando la rete di controllo, e provocano un certo numero di vittime, traumatizzando la popolazione locale. Tuttavia, queste milizie sono state armate dall'Iran anche con armi più precise, missili terra-aria, ecc.. Inoltre, Hezbollah e Hamas si sono trincerati, come dei veri e propri regimi armati, in ciascuna delle loro cosiddette società civili, sfruttando così di fatto la debole sovranità, sia del Libano che dell'Autorità Palestinese autonoma. A partire da questa base politico-militare, possono operare tatticamente per realizzare il loro obiettivo supremo, guadagnando fiato, mentre aspettano eventuali ribaltamenti della situazione nel contesto dei focolai di crisi globale, e avvicinarsi così al loro proposito di distruggere lo Stato di Israele. Arrivati a questo punto, la ragion di Stato autonoma di Israele doveva per forza manifestarsi militarmente, contro la costellazione nemica dichiaratamente armata alle sue frontiere. Questa costellazione non ha ormai più niente a che vedere con la precedente Intifada nei territori occupati; e anche l'intervento militare non può più essere criticato alla stessa maniera, né tanto meno può essere attribuito ai crimini di guerra autodistruttivi di Israele, come è avvenuto nel caso degli attacchi ai campi dei rifugiati palestinesi in Libano, nel decennio 1980. Perciò, anche la guerra contro Hamas ed Hezbollah non può venire ridotta semplicemente al fatto che il governo è dominato da partiti conservatori di destra, nazionalisti, "guerrafondai", ed anche sospetti di corruzione, coma ama suggerire la sinistra anti-israeliana e non solo. Qualsiasi governo israeliano - anche quello con obiettivi democratici di sinistra e costituito contro i nazionalisti della linea dura ed i fanatici ultra-ortodossi - avrebbe comunque dovuto procedere secondo la medesima ragion di Stato, secondo la quale non è ammissibile né il lancio dei razzi e l'armamento islamico alle sue frontiere, né il fatto che Hamas ed Hezbollah possano essere riconosciuti. Diversamente, Israele allora potrebbe anche ammettere perfino il postulato del suo annichilimento, come se fosse una posizione nel quadro della libertà generale di opinione e di negoziazione. Questo è anche il motivo per cui il movimento per la pace in Israele va scemando, e i pacifisti per principio, così come alcuni intellettuali di sinistra isolati, che avevano preso posizione contro questa guerra come se niente fosse cambiato, ora lamentano il loro crescente isolamento. Nel momento in cui capitolano in maniera pacifista davanti alla situazione modificata, e invocano una pace impossibile con Hamas ed Hezbollah, pace per la quale questi, innanzi tutto a causa della loro condizione ideologica di esistenza, non potrebbero mai essere disponibili, abbandonano il campo alla destra israelita. Ovviamente, questo non significa che in Israele la regressione di destra possa essere considerata come una cosa buona. Al contrario, è una svolta che merita di essere criticata in sé - come del resto dovunque - e su questo punto si può comprensibilmente dare ragione alla sinistra intellettuale che le si oppone. Però, ridurre in maniera falsa l'intervento militare contro Hamas a una mera regressione politica di destra, è qualcosa di completamente differente, così come lo è usare la necessaria critica di questa destra come un pretesto per denunciare qualsiasi azione militare israeliana contro la barbarie di Hamas. In realtà, invece, quest'azione come tale viene con ogni ragione appoggiata, all'interno di Israele, perfino dalla grande maggioranza dei critici della svolta di destra. Smettere di menzionare queste voci, predominanti nello spettro di sinistra e liberale israeliano, in quanto si pretende di condannare comunque l'azione militare israeliana in sé, attribuendola, convenientemente, soltanto alla destra, è letale. [...] La figura argomentativa di cui stiamo parlando, compie una svolta particolarmente bizzarra quando problematizza la fondazione dello Stato ebraico relativamente alla sua localizzazione geografica, e lo fa con un sguardo particolarmente ingenuo. Com'è noto, il presidente dell'Iran, Ahmadinejad, non solo ha negato l'Olocausto, ma ha anche aggiunto che: se è vero che c'è stato un crimine tedesco contro gli ebrei - cosa cui egli non crede - allora lo Stato di Israele, come adeguata punizione, dovrebbe essere dislocato quanto meno in Germania. Naturalmente, questa "proposta" non è seria e non dev'essere presa sul serio, ma al contrario non è altro che propaganda retorica, nel senso di una volontà di annichilimento dello Stato ebraico reale. Occasionalmente, il chiacchiericcio delle clientele dei blog e di altre espressioni mediatiche della sinistra "critica di Israele", ha avuto la faccia tosta di giocare a un simile gioco retorico, e lo ha fatto per mezzo di una "correzione della Storia" svolta secondo il modello fantascientifico, come se se si trattasse di un pensiero "in fondo legittimo", anche se impossibile da realizzare. "L'esperienza del pensare" che Israele andrebbe sradicata dalla sua storia reale e dalla sua posizione geografica, al fine di rettificare il corso del 20° secolo, eliminare dal mondo uno scandalo e offrire la pace al Medio Oriente, per poterne percepire tutta la sua perfidia può essere solamente simulata. Come si potrebbe immaginare questo sradicamento? Gli ebrei dell'ex Stato di Israele, naturalmente, dovrebbero consegnare all'ONU i caccia, i missili, i carri armati, i pezzi d'artiglieria e le armi leggere, che a quel punto sarebbero diventate del tutto ingiustificate; e dovrebbero, a maggior ragione, consegnare le bombe atomiche, che per loro sono meno adeguate ancora, all'Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica, la quale disattiverebbe e smantellerebbe tutto l'arsenale. Forse, a quel punto, anche l'Iran acconsentirebbe a rinunciare a un programma di armamento atomico. Verrebbe permesso agli ebrei - riforniti di cibo dalle milizie di Hamas e di Hezbollah divenute pacifiche - di tornare a scoprire la loro vecchia pazienza di Giobbe e aspettare, seduti sulle loro valige e sui loro zaini, l'arrivo dei tedeschi disposti nel frattempo all'espiazione, in modo da poter essere imbarcati in direzione della loro riserva nel Meclemburgo-Pomerania Anteriore. Lì, essi potranno, liberi dalla minaccia di missili artigianali, i quali ora potrebbero partire solo dalla Danimarca o dalla Polonia, dedicarsi senza preoccupazioni al folklore ebraico, ad esempio, alla musica klezmer, che è adorata dappertutto, e conseguire così un reddito modesto, ma sufficiente, attraverso il turismo; non da ultimo proveniente dagli Emirati Arabi, la cui casta dominante è da sempre amante dei viaggi e curiosa dei costumi di tutto il mondo. Ma, presumibilmente, gli ebrei, troppo avidi, rifiuterebbero anche questa generosa proposta, semplicemente per il fatto che non vogliono la pace.»
(estratto da: Robert Kurz, «Gli assassini dei bambini di Gaza. - Un'operazione "piombo fuso" per cuori sensibili» - )
- Pubblicato per intero su: https://francosenia.blogspot.com/2015/11/la-guerra-per-procura-e-lodio-inconscio.html e seg. -
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