« Nel pensiero di Lukács, c'è una tensione evidente. Da un lato, il suo focalizzarsi sulla forma-merce gli consente una critica del capitalismo che scardina i limiti del quadro marxista tradizionale. Ma, da un altro lato, allorché affronta la questione del possibile superamento del capitalismo, egli riprende e assume la nozione di proletariato visto come Soggetto rivoluzionario della storia. Tale idea, tuttavia, rimane comunque legata alla concezione tradizionale, secondo la quale il lavoro costituisce il punto di vista della critica. Risulta pertanto difficile vedere in che modo, questa nozione di proletariato visto come Soggetto rivoluzionario, indicherebbe la possibilità di un rovesciamento storico di quello che è il carattere quantitativo, razionale e razionalizzante delle moderne istituzioni, che Lukács analizza in maniera critica, in quanto capitaliste.
Nella terza parte del suo saggio, la teoria del proletariato di Lukács sembra perciò essere in contrasto con la concezione, più profonda e più ampia, del capitalismo che è stata presentata nella prima parte del saggio. Questo suggerisce che la teoria del proletariato di Lukács sta contraddicendo la sua analisi categoriale, oppure che quest'ultima è inadeguata. In altre parole, ci si chiede se la comprensione propriamente lukacsiana delle categorie della critica di Marx fornisca un terreno adeguato alla ricca comprensione critica che ci viene offerta in questo saggio sulla "reificazione". Sarei portato a sostenere che la comprensione delle categorie, da parte di Lukács sia davvero effettivamente problematica, e che sia coerente con la sua teoria del proletariato; una teoria che altri hanno denunciato come dogmatica e mitizzante.
Nondimeno, quelle che sono le sue concezioni allargate del capitalismo e dell'analisi categoriale, sono separabili dalla sua concezione specifica delle categorie, e dalla sua teoria del proletariato. Per comprendere queste concezioni allargate - che costituiscono i contributi teorici più significativi di Lukács - è tuttavia necessario un esame critico della sua concezione della merce; la categoria apparentemente fondamentale della società capitalistica moderna. Sosterrei anche che Lukács, essenzialmente, intende la merce in termini marxisti tradizionali e che, di conseguenza, la sua analisi categoriale riprende alcune delle antinomie del pensiero borghese che egli stesso critica. Nonostante la sua critica storico-sociale del dualismo, la sua concezione della merce rimane dualistica. Essa riproduce l'opposizione tra forma e contenuto che egli stesso contesta e che, implicitamente, oppone la prassi alle strutture sociali formali, in un modo che confligge con la comprensione dialettica della prassi vista come costitutiva delle strutture le quali, a loro volta, sono costitutive della prassi.
Una diversa comprensione, alternativa, della merce consentirebbe una critica categorica del capitalismo la quale potrebbe raggiungere il rigore concettuale e la forza analitica, suggeriti e allo stesso tempo compromessi dal notevole saggio di Lukács. E suggerirò anche che, nonostante la brillantezza dell'appropriarsi, da parte di Lukács, della critica marxiana dell'economia politica, l'analisi di Marx della merce, nel Capitale, differisce profondamente da quella di Lukács, e ci fornisce la base per una comprensione alternativa. Tuttavia, l'interpretazione dell'analisi di Marx, che delineerò, è essa stessa debitrice del ricco approccio generale svolto da Lukács; e questo sebbene essa sia simultaneamente in contrasto con la sua particolare concezione delle categorie. Per poter affrontare le differenze, tra la comprensione della merce da parte di Marx e da parte di Lukács, analizzerò brevemente i loro modi, significativamente diversi, di interpretare criticamente il concetto hegeliano di Geist, il soggetto-oggetto identico della Storia. Il mio scopo non è semplicemente quello di stabilire che l'interpretazione di Marx differisce da quella di Lukács, quanto piuttosto di cominciare a elaborarne le implicazioni, al fine di comprendere qual è la categoria fondamentale per entrambe le teorie critiche: la merce. Elaborando queste differenze, vorrei sottolineare come è possibile recuperare tutto il potenziale dell'approccio lukácsiano, facendolo in un modo che esso rompa in maniera più decisa con il marxismo tradizionale, e apra in tal modo la possibilità di una critica più adeguata del capitalismo contemporaneo.»
- estratto da: "György Lukács e la critica dialettica del capitalismo", di prossima pubblicazione in Moishe Postone, "Marx, oltre il Marxismo" (Crisis & Critique, novembre 2022) -
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