giovedì 15 settembre 2022

Le forbici del collasso

La forbice che taglia i profitti
- di Michael Roberts -

Secondo l'analisi degli economisti di JP Morgan, la crescita degli utili societari a livello globale andrà sempre peggio.  La stima è quella secondo cui, dopo un'impennata dell'89% (media mobile svolta su 4 trimestri) nel 2021, gli utili societari globali, nell'anno conclusosi nel 2° trimestre del 2012 si sono ridotti a un moderato, ma ancora solido, 24%. E si ritiene che «al netto, il livello degli utili è circa più del 17% di quello che c’era nel trend pre-pandemia, ma si stanno ancora recuperando i profitti che sono andati perduti a causa della pandemia».  Ad ogni modo, JP Morgan si aspetta «nei prossimi trimestri, un rallentamento nella crescita degli utili, dal momento che l'inflazione rallenta mentre il mercato del lavoro rimane bloccato. Ci sarà un'ulteriore pressione proveniente dall'aumento dei tassi di indebitamento delle imprese, mentre le banche centrali proseguiranno il ciclo di inasprimento, che sarà il più intenso degli ultimi decenni». Stanno quindi per cominciare a chiudersi quelle che sono le forbici del prossimo collasso (crollo dei profitti e aumento dei tassi di interesse). Durante la ripresa post-pandemica, i margini di profitto delle imprese (cioè, la differenza tra ricavi e costi, per unità di produzione) hanno raggiunto dei picchi che non vedevano da molti decenni, a causa del fatto che l'impennata dell'inflazione ha aumentato il potere di determinare i prezzi da parte delle imprese, nello stesso momento in cui i salari invece languivano. Ma nel 2022 le cose stanno cambiando. I margini di profitto si stanno riducendo a causa dell'aumento dei costi di produzione e del rallentamento della crescita dei fatturati.

Scomponendo e analizzando i dati per ogni singolo settore, JP Morgan rileva che ognuno dei 10 settori che compongono l'economia totale - rispetto ai massimi pluridecennali registrati nel 2021 - mostra un rallentamento della crescita degli utili, sebbene dall'inizio dell'anno siano stato solo quattro di questi settori ad aver subito una vera e propria contrazione. Per quanto, nel 2021 il boom dei profitti sia stato ampio in tutti i settori, dai dati emerge chiaramente come la maggior parte degli aumenti dei profitti sia stata registrata nel settore dell'energia e delle materie prime, ivi compresi gli alimenti. Ed è qui che si registrano i maggiori contraccolpi.

In passato, avevo svolto una misurazione degli utili aziendali globali. Si trattava di una media ponderata del PIL degli utili societari annuali di cinque paesi (Stati Uniti, Giappone, Cina, Germania e Regno Unito). Essi rappresentano un universo più piccolo di quello elaborato dagli economisti di JP Morgan. Questi ultimi tengono conto degli utili societari dell'MSCI di 29 Paesi. Il risultato sembra migliore, ma la misurazione effettuata da JP Morgan presenta alcuni gravi inconvenienti. In primo luogo, si basa sugli utili che vengono dichiarati nei bilanci delle società, i quali sono sempre esagerati. La mia misurazione si basa invece su indicatori più accurati dei profitti, usati dai governi nazionali. In secondo luogo, JP Morgan misura la variazione dei profitti su una media mobile di 4 trimestri, e non su base annua per ciascun trimestre. Ciò tende a rendere le variazioni in aumento e in diminuzione, più esagerate rispetto alle misurazioni anno per anno.


Secondo il mio modello, la variazione degli utili societari globali fino al primo semestre del 2022 appare come segue. Da questo grafico, emergono diverse cose.  In primo luogo, la crescita degli utili societari globali si era arrestata già prima che scoppiasse la pandemia di COVID, e quindi prima che si verificassero i lockdown e il crollo del commercio internazionale (-2,1% annuo nel 4° trimestre 2019). In secondo luogo, l'enorme ripresa statistica del 2021 (con un picco del 54,4% nel secondo trimestre del 2021), nel 2022 ha lasciato il posto a un rapido rallentamento degli utili su base annua (solo il 6,2% nel primo semestre del 2022). Come si pone il modello di JP Morgan rispetto al mio?

Considerando le differenze nei dati tra i due modelli, si riscontra comunque una tendenza abbastanza simile. C'è stato un boom dei profitti dopo la mini-recessione del 2016, poi un calo nel 2019 (preannunciando un nuovo crollo degli investimenti e del PIL nelle principali economie), e quindi il collasso della pandemia (sebbene i miei dati mostrino un piccolo aumento).  Nei miei dati, rispetto a quelli di JP Morgan la ripresa del 2021 è più moderata.  La prima metà del 2022 è invece equivalente. Entrambi i dati mostrano la conclusione cui arriva JP Morgan, eche conclude: «rispetto al trend pre-pandemico, i profitti globali accumulati grazie alla pandemia sono ancora sotto di oltre il 20%». E adesso che la crescita dei profitti sta scomparendo, JP Morgan prevede che «il potere di determinazione dei prezzi dovrebbe attenuarsi, soprattutto nel settore energetico, mentre è improbabile che le pressioni salariali si moderino altrettanto rapidamente. In combinazione con l'aumento dei tassi d'interesse, i margini di profitto si ridurranno, smorzando gli utili complessivi».  Quelle che in passato ho chiamato le forbici del crollo (aumento dei tassi di interesse e calo dei profitti) stanno cominciando a chiudersi.

Perché è importante seguire la variazione dei profitti del settore capitalistico a livello globale?  Come ho sostenuto in numerose occasioni, i profitti sono la forza trainante degli investimenti capitalistici, e quindi della crescita dell'occupazione e del reddito. Se la redditività degli investimenti capitalistici diminuisce, e alla fine porta a un calo dei profitti totali, questo diventa il più forte indicatore di un imminente crollo della produzione capitalistica. La stretta relazione (anche se ritardata) tra profitti e investimenti è ben dimostrata da diversi studi, tra cui il mio. JP Morgan è certamente convinta della relazione esistente tra profitti e investimenti, con i primi che guidano i secondi: «ci aspettiamo che nei prossimi trimestri la crescita degli utili aziendali rallenti ulteriormente. Questa debolezza si ripercuoterà negativamente sugli investimenti delle imprese».

- Michael Roberts - Pubblicato il 14/9/2022 -

Fonte: Michael Roberts blog Blogging from a Marxist economist

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