sabato 10 settembre 2022

la testa di Putin …

Svolta in Ucraina
- Per l'esercito russo nell'Ucraina nord-orientale, si profila un disastro militare -
- di Tomasz Konicz -

C'è movimento nella guerra a est; e a poter passare al contrattacco è stato ovviamente l'esercito ucraino. Sebbene l'opinione pubblica occidentale - nella misura in cui continua ancora a seguire la guerra in Ucraina, diventata oramai parte della normalità – fosse soprattutto a conoscenza dell'offensiva che era in atto intorno alla città ucraina meridionale di Kherson, sembra che nel nord-est sia stato registrato un fulmineo attacco, il quale ha permesso ampi guadagni territoriali da parte di un raggruppamento di unità ucraine.
In pochi giorni, tra il 4 e il 9 settembre, le unità ucraine sono riuscite a sfondare su un ampio fronte le linee russe a sud-est di Kharkov, e a guadagnare decine di chilometri di terreno. Anche le fonti di propaganda filorusse lo ammettono apertamente [*1]. Nel frattempo, le truppe ucraine si troverebbero alle porte di Kupyansk, la principale città controllata dai russi nell'Oblast di Kharkov. [*2] Per di più, quella che per le unità dell'esercito russo nel Donbass occidentale, intorno a Izium, costituisce la via di rifornimento più importante, passa per Kupyansk. Pertanto, per le operazioni del Cremlino nell'Ucraina orientale, l'interruzione di questa via di approvvigionamento sarebbe devastante. Gli attacchi delle truppe ucraine a sud, sembrano perciò aver contribuito soprattutto a indebolire il fronte russo a nord; e sono stati proprio questi punti deboli che la leadership dell'esercito di Kiev - probabilmente analizzando informazioni provenienti dall'intelligence occidentale - è stata in grado di identificare e sfruttare correttamente.
La difesa russa, ridotta a causa dei trasferimenti di truppe a Kherson e in parte composta da riservisti arruolati a Lugansk e da unità di polizia acquartierate, sarebbe a quanto pare letteralmente crollata. Per ironia, l'esercito ucraino ha utilizzato con successo proprio quelle stesse tattiche che i vertici dell'esercito russo non sono riusciti a mettere in atto all'inizio della guerra. Dopo aver sfondato le linee del fronte, le forze combinate si sono spinte in territorio nemico, senza però catturare le città e gli insediamenti in cui erano trincerate le più importanti forze di occupazione russe. La conseguenza è stata che, almeno finora, le truppe russe, demoralizzate e assediate, non stanno lanciando attacchi contro le vie e le linee di rifornimento ucraine, come fecero invece i soldati ucraini durante l'avanzata russa all'inizio della guerra.
Gira voce che ci siano migliaia di soldati russi che attualmente si troverebbero in queste caldere a ovest del fiume Oskol. L'esercito russo è a un passo [*3] da un disastro tale, che prima dello scoppio della guerra persino gli esperti militari occidentali difficilmente ritenevano possibile. Nei prossimi giorni sapremo se le Forze armate ucraine saranno in grado di mantenere questi risultati sul terreno, o se Kiev ha sovrastimato le proprie forze, sovraccaricando le vie di rifornimento; in tal caso, l'Ucraina dovrà affrontare delle controffensive simili a quelle che si sono verificate, con le forze d'invasione russe, all'inizio della guerra.
Come reazione a questo disastro, nel quale il terreno guadagnato dopo mesi di sforzi è stato perso in pochi giorni, l'esercito russo deve ora radunare nella regione delle unità più forti, in modo da annullare rapidamente le conquiste di terreno da parte dell'Ucraina, dato che queste conquiste non sono state protette per mezzo di installazioni difensive, e dar così sollievo alle truppe russe assediate. Ma questo indebolisce altre parti del fronte, dal momento che la Russia ha attaccato l'Ucraina con un esercito assai più piccolo, e l'iniziale superiorità tecnico-militare e di equipaggiamento delle forze russe si sta ora sempre più affievolendo, a causa delle forniture di armi occidentali e del logoramento legato alle condizioni belliche.
Sembra perciò probabile che si verifichino ulteriori attacchi da parte delle forze ucraine; ma questo significherebbe che, dopo settimane di stallo, l'iniziativa strategica della guerra passerebbe all'Ucraina. L'esercito russo invasore verrebbe così messo sulla difensiva, mentre le formazioni ucraine sfrutterebbero i punti deboli per riuscire a sfondare i logori fronti russi e guadagnare così terreno. Nei prossimi giorni si vedrà se l'ultima offensiva di Kiev a sud-ovest di Kharkov ha davvero segnato una svolta strategica nella guerra. Il fattore decisivo vedere fino a che punto le truppe di Kiev saranno in grado di mantenere questi vantaggi a fronte dei contrattacchi russi.
La situazione desolante dell'esercito russo, che non solo soffre di corruzione e di cattiva gestione, ma anche a causa di una struttura di comando arcaica, di ingenti perdite e di un rapido logoramento dei materiali (Putin è andato in Corea del Nord per procurarsi le munizioni), sembra riportare il Cremlino alla situazione dell'inizio della guerra: quando la rapida avanzata russa a Kiev e Kharkov è fallita, e Mosca ha dovuto scegliere tra la ritirata e l'escalation. Putin ha scelto l'escalation.
Ben presto, se l'attuale offensiva ucraina avrà successo, il Cremlino dovrà confrontarsi con una decisione del genere: ammettere la sconfitta, che a medio termine probabilmente costerà a Putin la testa, oppure procedere a un'ulteriore escalation. E la Russia ha senza dubbio i mezzi per continuare a seguire la logica dell'escalation militare; cosa che allo stesso tempo fa crescere il pericolo della così tanto amata grande guerra.

- Tomasz Konicz - 9/9/2022 - ***

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