Tutta la nostra vita è merce. Il tempo è merce, il denaro è merce. Quello che ci rende schiavi e quello che ci "libera". La vita è merce.
« Non esiste problema » scriveva nel 1922 Gyorgy Lukàcs « che non rimandi in ultima analisi che ad una sola questione, la cui soluzione deve essere ricercata nell'enigma della struttura della merce».
CANZONE DELLA MERCE
di Bertolt Brecht
C'è del riso laggiù al fiume,
nelle provincie alte gli uomini hanno bisogno di riso.
Se noi lasciamo il riso nei magazzini,
il riso costerà loro più caro.
Allora i battellieri del riso avranno ancora meno riso,
e a me il riso costerà ancora meno.
Che cos'è di preciso il riso?
So io cos'è un chicco di riso?
So io chi lo sa?
Io non so cos'è un chicco di riso,
so solo il suo prezzo.
L'inverno, la gente ha bisogno di vestiti.
Allora si deve comprare cotone
e il cotone non metterlo in vendita.
Quando viene il freddo, gli abiti diventano più cari.
Le filande di cotone danno paghe troppo alte.
E poi di cotone ce n'è troppo.
Che cos'è di preciso il cotone?
So io cos'è un fiocco di cotone?
So io chi lo sa?
Io non so cos'è un fiocco di cotone,
so solo il suo prezzo.
Un uomo così ha bisogno di troppo cibo,
perciò l'uomo diventa più caro.
Per procurare il cibo, ci vogliono uomini.
I cuochi lo fanno meno costoso, ma
i mangiatori lo fanno rincarare.
E poi, gli uomini sono troppo pochi.
Che cos'è di preciso un uomo?
So io cos'è un uomo?
So io chi lo sa?
Io non so che cos'è un uomo,
so solo il suo prezzo.
Bertolt Brecht - da "La Linea di Condotta" -
già pubblicato sul blog il 19/10/2007
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