La neutralità del carbonio e il muro energetico del capitalismo
(dal libro di - Sandrine Aumercier - che verrà pubblicato il prossimo 27 agosto)
« Bisogna che le cose siano chiare, allora: gli annunci relativi alla cosiddetta "carbon neutrality" parlano del tentativo di salvare l'economia dalla fine di un petrolio a buon mercato, e non il clima; stanno precipitando il mondo in un estrattivismo frenetico che esaurirà le ultime risorse della terra in nome della salvezza del clima; stanno mettendo in atto le più improbabili sostituzioni energetiche al solo scopo di cercare di far sopravvivere il capitalismo, anche senza nemmeno diminuire il consumo globale di combustibili fossili; e lo stanno facendo con la benedizione del voto ecologista. Alle domande circa i loro piani per riuscire a raggiungere la cosiddetta "neutralità del carbonio", i diversi partiti tedeschi non hanno nulla di concreto da proporre, e si sa già cosa sia successo in Francia rispetto alle proposte non propriamente radicali della "Convenzione dei cittadini per il clima". E tutto ciò perché il capitalismo è entrato in quello che è un "collo di bottiglia energetico", il quale - come vedremo più avanti - era già stato previsto fin dagli albori dell'industrializzazione, e per cui non esiste alcuna soluzione; con il risultato che continueranno a "bruciare" tutto il mondo naturale pur di continuare ad alimentare la compulsione alla valorizzazione. L'elettore ecologista non ha alcun problema ad accusare i propri rappresentanti del fatto che stanno portando il mondo alla rovina, dal momento che si rifiuta egli stesso di considerare il pasticcio generale cui partecipa chiedendo l'impossibile ad un sistema che non ha alcuna via d'uscita. »
- Sandrine Aumercier, da "Le mur énergétique du capital. Contribution au problème des critères de dépassement du capitalisme du point de vue de la critique des technologies", Albi, Crise & Critique, 2021. -
fonte: Palim Psao
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