lunedì 9 agosto 2021

Il gioco del telefono

Rick Kuhn su Henryk Gross su Karl Marx sul crollo della produzione basata sul valore di scambio…
- di Jehu -

Allora, c'è questo gioco chiamato Chinese Whispers (da non confondere con il China Virus trumpiano) e meglio conosciuto dai bambini americani come Telephone. Secondo Wikipedia, il gioco appare in innumerevoli iterazioni culturali in tutto il mondo:

    In Turchia si chiama kulaktan kulaga
     In Francia è chiamato téléphone arabe (telefono arabo) o téléphone sans fil (telefono senza fili).
     In Germania il gioco è conosciuto come Stille Post (posta silenziosa).
     In Malesia, questo gioco è comunemente chiamato telefon rosak
     In Israele come telefon shavur
     In Grecia come spazmeno tilefono
     In Polonia è chiamato gluchy telefon, che significa chiamata morta.
     Nella Firenze dell'epoca medicea era chiamato "gioco dell'orecchio".
     Gli inglesi gli danno vari nomi, tra cui Russian Scandal, Russian Gossip e Russian Telephone
     Negli Stati Uniti i nomi includono Broken Telephone, Gossip e Rumours

Anche i marxisti hanno un nome per questo gioco. Lo chiamano Marxismo. Lo scopo del gioco del marxismo è quello di prendere una qualsiasi idea di Marx e poi cercare di rintracciarla da uno scrittore all'altro fino ad arrivare al Gibberish (un borbottio incomprensibile). La versione marxista di questo gioco viene spesso giocata da quelli che appaiono come degli adulti ben istruiti, preferibilmente professori o laureati, e la loro sembra quasi essere una vocazione seria, una professione, piuttosto che un gioco di squadra o un divertimento per bambini, come avviene nel caso di Chinese Whispers. Ma a differenza del Chinese Whispers, il Marxismo viene spesso invocato, non come metafora dell'errore cumulativo, riferendolo in particolare alle imprecisioni che si diffondono alla stregua di voci o di pettegolezzi, o, più in generale, per sottolineare l'inaffidabilità del ricordo umano, o anche delle tradizioni orali, ma piuttosto come una seria erudizione accademica che confuta, o semplicemente revisiona, l'idea originale di Marx. Prendiamo come esempio una delle idee originali di Marx:
Nei Grundrisse, Quaderno VII - Il capitolo sul capitale, Marx argomenta in maniera abbastanza diretta che, via via che la produzione di ricchezza materiale veniva a dipendere sempre più dalla macchina e meno dal lavoro umano diretto, il capitale, un sistema di produzione che è fondato sul furto del tempo di lavoro del lavoratore, sarebbe stato eclissato da un nuovo sistema in cui la produzione di ricchezza materiale, per produrre enormi quantità di ricchezza materiale, avrebbe richiesto solo una quantità trascurabile di tempo di lavoro umano.
  Marx sosteneva che nel momento in cui il lavoro umano non fosse più stato il fattore predominante nella produzione della ricchezza materiale, questi valori d'uso avrebbero cessato di essere misurati dalla durata del tempo di lavoro socialmente necessario richiesto per la loro produzione, e il valore di scambio sempre di questi valori d'uso (cioè, i loro prezzi monetari) sarebbe necessariamente svanito. Un tale processo, sostiene Marx, porterebbe al collasso della produzione basata sul valore di scambio - cioè al collasso della produzione basata sul denaro. Notare l'ultima frase in cui c'è scritto che: Marx ha predetto una rottura della produzione basata sul valore di scambio. E lui ed Engels stanno sussurrando questa previsione alla prima generazione di marxisti; quei marxisti classici, precedenti alla prima guerra mondiale, che hanno ereditato più o meno direttamente il loro lavoro, l'opera di Marx ed Engels. Beh, a dire il vero, mica così tanto.
Infatti, viene fuori che i Grundrisse spariscono - nessuno li vede più - e non rispuntano fuori fino al 1939 circa, in Unione Sovietica (diciamo che è così che va la storia secondo l'archivio, Marxists.org):

«Il manoscritto andò perduto in circostanze rimaste ancora misteriose, ed effettivamente venne pubblicato per la prima volta, nell'originale tedesco, solo nel 1953 (!). Un'edizione limitata, in due volumi, era stata pubblicata dal "Foreign Language Publishers" a Mosca, 1939 e 1941 rispettivamente, sotto la direzione dell'Istituto Marx-Engels-Lenin di Mosca. Il primo volume conteneva l'introduzione e i sette quaderni qui tradotti. Il secondo aggiungeva dei frammenti tratti dai quaderni di Marx del 1851 che riguardavano estratti da Ricardo, il frammento 'Bastiat e Carey' (incluso anche in questa traduzione), e materiale vario correlato; oltre anche ad ampie annotazioni e fonti. Una ristampa foto-offset dei due volumi rilegati in uno, senza illustrazioni e facsimili, venne pubblicata da Dietz Verlag, Berlino (E.), nel 1953 (!!), ed è alla base della presente traduzione. Qui di seguito viene indicato come Grundrisse. Rosdolsky afferma che solo tre o quattro copie dell'edizione del 1939-41 raggiunsero "il mondo occidentale".»

Per tutto il periodo in cui i Grundrisse sono stati assenti dalla visione pubblica, c’è stato un infuocato dibattito tra i seguaci di Marx. Argomento di questo dibattito era se, nella teoria del valore del lavoro di Marx, il crollo o la rottura del capitalismo fosse inevitabile o meno. Ci si schiera. Vengono pubblicati manifesti. Ci si spara addosso l'un l'altro. Le cose si incasinano parecchio. Nel frattempo quei Grundrisse, che avrebbero potuto facilmente risolvere e chiudere tutto il dibattito, rimangono a raccogliere polvere, da qualche parte sulla scrivania di qualcuno, fino a che non rispuntano fuori, a Mosca nel 1939. Ma ne frattempo, a quel punto, ormai il dibattito Ha cambiato del tutto la sua natura, e si è trasformato. Cito Henrik Grossman:

«È corretto dire che il termine "teoria del crollo" proviene da Bernstein, e non da Marx? È vero che Marx non ha mai parlato di una crisi che avrebbe suonato la campana a morto del capitalismo, che '"Marx non ha mai pronunciato una sola parola che potesse essere interpretata in tal senso", che questa "stupida idea" è stata introdotta di contrabbando in Marx dai revisionisti? (Kautsky, 1908, p. 608) Per essere sicuro, lo stesso Marx ha fatto riferimento solo al collasso e non alla teoria del crollo, così come allo stesso modo egli non ha scritto di una teoria del valore o di una teoria del salario, ma ha solo sviluppato le leggi del valore e del salario. Pertanto, se abbiamo il diritto di parlare di una teoria marxista del valore o di una teoria dei salari, abbiamo altrettanto diritto di parlare della teoria del crollo di Marx».
  (Henryk Grossman, "La legge dell'accumulazione e del crollo del sistema capitalista." 1929).

Ed ecco che così, ora abbiamo tre storie diverse per quanto attiene alla previsione di Marx. Secondo Karl Kautsky, era stato Edward Bernstein, "il revisionista", ad inventare l'idea che Marx avesse una teoria a proposito di una crisi che avrebbe suonato la campana a morto del capitalismo. Marx, dice Kautsky, non aveva una simile teoria del crollo del capitalismo. Marx, nei Grundrisse, fa una previsione, ma si tratta solo di una previsione che dice che la produzione basata sul valore di scambio sarebbe crollata.

La cosa è di per sé interessante, in primo luogo, a partire dal fatto che sia Kautsky che Bernstein avevano effettivamente accesso alle carte di Marx ed Engels, dopo la loro morte,  e entrambi avrebbero potuto produrre i Grundrisse come prova per sostenere le loro opposte interpretazioni della teoria di Marx. E in secondo luogo perché, nonostante l'esplicita dichiarazione di Marx nei Grundrisse che prevedeva una rottura della produzione basata sul valore di scambio, in qualche modo, nel mezzo di questo dibattito, la previsione di Marx venne deliberatamente alterata da entrambe le parti  e venne trasformata in quella che sarebbe così diventata la previsione più completa di «una crisi che avrebbe suonato la campana a morto del capitalismo».
La cosa bizzarra, in quest'ultima previsione senza senso, è che essa è in contrasto anche con la ben nota dichiarazione scritta ne Il Capitale, capitolo 32, dove Marx predice effettivamente una sorta di campana a morto: «Il rintocco della campana che suona l'ultima ora della proprietà privata capitalista» - non del capitale, si badi bene; della proprietà privata capitalista.

Mentre questo potrebbe sembrare voler suggerire la vittoria di una rivoluzione socialista, lasciatemi dire che l'affermazione potrebbe facilmente essere coerente con qualsiasi cosa: da una qualche forma di gestione nazionale completa da parte dello Stato borghese sotto leggi simile al Defense Production Act del 1950, fino all'espropriazione permanente e radicale della proprietà privata, così come è avvenuto con l'Ordine Esecutivo 6102, emanato dal presidente Franklin D. Roosevelt il 5 aprile 1933 .
In altre parole, Marx stava predicendo che la proprietà privata del capitale avrebbe ceduto il passo ad una gestione nazionale o sociale completa - la prima era interamente borghese, solo la seconda sarebbe stata il socialismo.
Grossman ha tentato di ricostruire la previsione di Marx, ma lo ha fatto in assenza delle note originali di Marx scritte nei Grundrisse, dove appare la previsione originale. Come ho detto, i Grundrisse, e la predizione originale che contiene, non sono riemersi fino al 1939, in Unione Sovietica, alla vigilia dell'invasione dei nazisti quando il mondo si trovava nel mezzo di una seconda guerra mondiale.
A quel tempo, Grossman viveva come rifugiato negli Stati Uniti, dove sarebbe rimasto fino al 1949. Non è chiaro se Grossman abbia mai avuto il tempo di confrontare il suo articolo con la previsione originale di Marx nei Grundrisse, quando finalmente tornò in Germania nel 1949. Sfortunatamente, Kuhn non ci dà alcuna indicazione del fatto che Grossman ne sia poi mai stato consapevole. Ma Rick Kuhn è consapevole dei Grundrisse. Quando ha scritto il suo recente saggio su Grossman, avrebbe potuto confrontare i risultati della ricostruzione di Grossman, circa la cosiddetta teoria del crollo di Marx, con la previsione originale fatta da Marx nei suoi appunti. Sorprendentemente ha taciuto sull'argomento - i Grundrisse non vengono menzionati nemmeno una volta nel saggio.

Così, in questo gioco del telefono marxista, l'ultimo di una serie di persone che si passano un messaggio non è mai ritornato a parlare con la prima persona che aveva originariamente inviato il messaggio, al fine di confrontare effettivamente il messaggio che alla fine ha ricevuto con quello che la prima persona intendeva inviare. Classico marxismo. Classico Rick Kuhn.

- Jehu - pubblicato sul The Real Movement il 31/1/2021 -

fonte: the Real Movement

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