sabato 14 dicembre 2024

120 anni ancora…

"Perversione geopolitica"
- di Raúl Zibechi -

Alcuni analisti geopolitici, sostengono che ci sia stato un accordo Washington-Mosca per rafforzare la presenza russa in Ucraina, e lasciare il terreno libero in Medio Oriente agli Stati Uniti. Altri, invece, sostengono che i grandi vincitori della caduta di Bashar al-Assad in Siria sono la Turchia e Israele. Nel farlo, insistono sul fatto che, tra le principali potenze globali e regionali, ci sarà una distribuzione territoriale del bottino siriano. Ma coloro che guardano ancora più lontano, tuttavia, osservano la fragilità del regime iraniano e, forse, anche quella dello stesso Cremlino, e già prevedono che ci saranno dei cambiamenti fondamentali. Continuando con quelli che sono i loro calcoli, già congetturano chi sarà responsabile della ricostruzione della Siria: se saranno i cinesi, oppure perfino  gli stessi americani insieme ai loro alleati israeliani. "Quelli che sanno", ci dicono che la guerra continuerà, e che non c'è modo di fermarla: che Erdogan, il presidente della Turchia, continuerà ad andare avanti per stabilire una zona cuscinetto intorno al suo paese, in modo da creare così un nuovo impero, mentre al Sionismo spetta  l'incarico di tracciare la rotta per costruire il Grande Israele. Da un po' di tempo a questa parte, abbiamo continuato  a sentir dire che l'impero americano si è così tanto indebolito, che ben presto cadrà. E ce lo dicono con la stessa freddezza con la quale fino a ieri sostenevano che Hamas e Hezbollah avrebbero sconfitto Israele grazie al l'aiuto dell'Asse della Resistenza. Ora, veniamo a sapere che invece la caduta del regime siriano non sarebbe più finalizzata alla democrazia - come sostiene l'Occidente - ma piuttosto a tagliare le linee di rifornimento a tutte queste organizzazioni, facilitando in tal modo la pulizia etnica sionista.

La verità è che la geopolitica - così imprevedibile e opportunistica, così simile a un "visitatore notturno" (è questa l'immagine che usava Fernand Braudel per definire il capitalismo) - oscilla a seconda di quale sono le convenienze del momento. Appena 24 ore prima della caduta del regime siriano, li abbiamo sentiti insistere sul fatto che «non c'è alcun modo in cui i jihadisti possono entrare a Damasco». Ed ecco che subito dopo arrivano le scuse che riferiscono di tradimenti e di colpi di scena "imprevedibili".E a tutto questo, ecco che si aggiunge l'insolenza dei media, i quali ora definiscono "ribelli" quelle stesse persone che una volta citavano chiamandoli "terroristi". A tal proposito, possiamo vedere la buona descrizione che ne fa la giornalista Caitlin Johnstone, sul suo sito web dove spiega che in questo momento, la stampa imperiale è piena di titoli come «Da Jihadista radicale che era, il leader dei ribelli siriani si è trasformato in un  "rivoluzionario" in giacca e cravatta» (dalla CNN);  «Il leader dei ribelli siriani al-Golani: da jihadista radicale ad apparente pragmatico» (da The Times of Israel); e «Ecco come i jihadisti siriani "favorevoli alla diversità" pianificano di costruire uno Stato» (da The Telegraph). La giornalista, con profonda ironia, aggiunge: «È solo questione di tempo prima di cominciare a vedere ex membri dell'ISIS e di al-Qaeda parlare nei talk show liberali occidentali, con i loro pronomi di genere preferiti davanti ai loro nomi». Appare ben chiaro come Al-Qaeda sia solo una creazione occidentale, americana, europea e israeliana per seminare il caos nella regione. Nella spartizione territoriale, che è poi lo scopo delle guerre in corso, l'obiettivo è quello di sottrarre qualcosa al nemico e di attaccare laddove ci sono dei beni comuni da mercificare. In Medio Oriente abbondano entrambe le cose. Non ho dubbi sul fatto che tutte queste analisi abbiano un fondo di verità, ovvero, che prestino attenzione a certe tendenze e ad alcune realtà. Ma....

Ma se qualcuno chiede: «E per quanto riguarda i villaggi?» Allora guardano dall'altra parte e scrollano le spalle, come se non sapessero di cosa si tratta. Per la geopolitica e i geopolitici, i popoli, la gente comune, sono solo argilla che può essere plasmata dalla volontà del monarca, vale a dire del capitale e dei suoi amministratori. E chi non si lascia plasmare va al macello. Perché oggi non sono più nemmeno gli Stati nazionali a ridisegnare le mappe del mondo, ma puramente e semplicemente cannoni e bombe. In altre parole, riprendendo il Subcomandante Marcos, il capitale sta ripulendo i territori espellendo i popoli per impadronirsi dei beni comuni nella sua guerra di espropriazione e saccheggio. Il capitale usa le sue forze armate o i gruppi narco-paramilitari - il che  è lo stesso - per fare il lavoro sporco secondo quelle che sono le convenienze di ciascuna geografia. È questo ciò che sta accadendo, con sorprendente precisione, in gran parte del nostro continente. Chiunque vinca in Siria o in qualsiasi altra regione del mondo, oggi a perdere è la gente. La situazione è così terribile, talmente terribile, che non è nemmeno possibile festeggiare la caduta di un tiranno, perché ce ne sono già altri pronti a prenderne il posto. All'orizzonte non ci sono che nuvole e tempeste, sempre più violenza contro gli oppressi. Perciò smettiamola di ascoltare i geopolitici e concentriamoci su ciò che dobbiamo fare: sopravvivere alla catastrofe e prepararci per il giorno dopo... anche se dovessero volerci 120 anni.

- Raúl Zibechi  - 9/12/2024 - fonte: Blog da Consequencia  -

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Condivido il bell'articolo di Zibechi.
Qui' in Europa questa visione non si trova sostanzialmente nei vari blog e commenti. La cosiddetta sinistra si dimena senza vie di uscita con il vecchio armamentario ideologico novecentesco del capitalismo fordista. Continua a vedere nella Russia un avversaria degli Usa, quando invece è una sua alleata nella competizione per ridimensionare fortemente l'Europa.
La Germania in particolare. Sull'Italia stendiamo un pietoso velo. Praticamente non esiste più. È ridotta ad uno spezzatino. La guerra in Ucraina serve a questo.
Naturalmente senza capire , si ha una visione Geopolitica del tutto sbagliata. Anche se è vero quanto dice Zibechi al riguardo delle popolazioni; della quali non frega niente a nessuno.
Comunque invio un Caro Saluto a Franco Senia con gli Auguri di Buon Seguito.
Con naturalmente i Complimenti per il Suo lavoro.
Franco Trondoli

BlackBlog francosenia ha detto...

E io ti ringrazio per avermi dato prova che il mio tempo non é... perso. Un saluto, con amicizia.