Esiste quello che può definirsi come un sentimento di malcontento di fronte al proprio tempo, di fronte alla contemporaneità stessa, e che funziona come un filo che unisce e articola tutta una serie di opere e poetiche: è possibile partire da Leonardo Sciascia il quale - pur essendo legato alla politica (e quindi, ai dibattiti e alle burocrazie del suo tempo) - esaltava quelli che erano invece altri tempi, altri gesti, altri interessi e altri sentimenti (quelli di Voltaire, ad esempio), esprimendo sempre malcontento per quell'abbrutimento che diagnosticava relativamente alla società che lo circondava (il caso Aldo Moro è paradigmatico di questa situazione). Da Sciascia è possibile procedere, andando verso quello che è il suo riferimento principale - Stendhal - e che appare come segnato anche dalla coltivazione di una discrepanza con il proprio tempo (e che, come per Sciascia, è una discrepanza ambivalente: Stendhal esaltò il suo contemporaneo, Napoleone, e tutti i cambiamenti che vennero scatenati dall'imperatore), cercando pertanto, negli archivi italiani, le tracce luminose di un passato che egli riconosceva come più coerente con la propria sensibilità (Cronache italiane); e come Sciascia leggeva Stendhal con devozione, così Stendhal faceva con Montaigne: ed egli trae, dall'inventore del saggio che ha realizzato la potenza dell'io, quella capacità, virtualmente infinita, di aggirare le proprie paure e ambizioni; una capacità che troviamo al centro dell'invenzione romanzesca di Stendhal (Souvenirs d'égotisme). A sua volta, anche Montaigne è un buon esempio della tensione che esiste tra l'appartenenza dell'artista al proprio tempo e il suo desiderio di essere solo, di essere isolato; Montaigne, che fu sindaco di Bordeaux tra il 1580 e il 1581, fece anche costruire una torre per poter lavorare meglio in solitudine. E volendo, da Montaigne, è possibile arrivare a pensare a Plutarco, che era uno dei suoi riferimenti costanti: visse nell'Impero Romano (nasce intorno al 46, muore intorno al 120), però scrive in greco; era un sacerdote, un magistrato e una sorta di diplomatico; sempre attento alle complessità politiche dell'immediato presente, ma continuamente legato agli strati metafisici dell'esperienza (parlava di Anima e di Provvidenza).
Solo un blog (qualunque cosa esso possa voler dire). Niente di più, niente di meno!
mercoledì 11 dicembre 2024
Archeologia del malcontento !!
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