martedì 24 dicembre 2024

Quasi in greco: 3 Pezzi Facili!!

1 - «La mia ignoranza del greco è perfetta come quella di Shakespeare», scrive Borges, alla voce "Epidauro" del suo Atlante.

2 -  Il 20 gennaio del 1965, Arnaldo Momigliano tiene una conferenza su Giambattista Vico all'Istituto Warburg (che verrà pubblicata l'anno successivo in "Storia e teoria"). Nella conferenza vengono recuperati quelli che sono due termini centrali ne "La  Scienza Nuova": "bestioni" ed "eroi", ossia, in un certo senso, "plebei" e "patrizi" (Vico sta discutendo le leggi agrarie della prima Roma). Momigliano, nel corso della conferenza, commenta una serie di idiosincrasie di Vico: come quando egli afferma di avere una capacità "quasi infinita" di citazioni errate e sciatte (cosa comprensibile per uno che lavorava circondato dai suoi "otto figli napoletani" - scrive Momigliano - oltre che dai soliti frequentatori abituali); poi afferma anche che Vico non leggeva né l'inglese né il francese, e che non aveva altro che alcuni rudimenti del greco, cosa che limitava significativamente la sua bibliografia («Non conosceva quasi il greco, e la sua conoscenza della storia greca era al di sotto degli standard che ci si aspettava da un uomo colto del XVIII secolo»).

3 - Nel saggio di apertura del suo libro "La Grecia rivisitata", Frederico Lourenço cita una copia dell'Iliade, in greco (un manoscritto di epoca bizantina), oggi conservata nella Biblioteca Ambrosiana di Milano, appartenuta a Petrarca: tuttavia il poeta, però, «non lesse mai il libro che egli considerava fosse il più prezioso della sua biblioteca. E il motivo è presto detto: Petrarca non conosceva il greco. Sebbene abbia messo in atto uno sforzo tardivo per poter imparare la lingua di Omero e di Platone, egli non ne ha mai saputo abbastanza per arrivare a leggere l'Iliade in originale» (p. 23).

fonte: Um túnel no fim da luz

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