domenica 29 dicembre 2024

Zia Carmela…

In uno dei suoi appunti, raccolti nel suo libro "Nero su nero", Leonardo Sciascia racconta una storia siciliana della Seconda Guerra Mondiale:

in un piccolo paese della provincia di Agrigento arriva la notizia della morte in battaglia, in Africa, di un giovane residente del luogo. Le autorità hanno deciso di onorarlo in maniera solenne, con una messa funebre, una parata militare e discorsi di dignitari; è stata la prima vittima registrata, sia in città che nella provincia. Ciònonostante, tuttavia, la madre del defunto continuava però ad ascoltare Radio Londra – cosa che all'epoca, in Italia, era severamente vietata dalla legge – su cui ogni giorno venivano annunciati i nomi dei soldati italiani che erano stati fatti prigionieri; e così ebbe la gioia di sentire non solo il suo nome, ma anche il suo cognome, insieme al luogo di nascita, la classe e la matricola. Nessuna possibilità di errore, era proprio lui.Ma insieme alla gioia, però, arrivò anche la preoccupazione: la madre non avrebbe potuto impedire il funerale senza confessare di aver ascoltato le trasmissioni radiofoniche del nemico. Sciascia scrive circa il modo in cui la donna visse la contrapposizione ,«Combattuta tra la superstiziosa paura del funerale, che sulla prigionia del figlio poteva avere influssi maleauguranti, e la concreta paura di andare a finire in galera». Dopo aver passato la notte sveglia a pensare, credette di aver trovato la soluzione: «Andò dal maresciallo dei carabinieri, che era un brav'uomo, e gli raccontò che quella notte aveva fatto un sogno: aveva visto il figlio, vivo, vivissimo; e il figlio le aveva detto che quel funerale non lo gradiva per niente, essendo bene in vita dentro un campo di prigionia inglese.» Il maresciallo ascoltò con attenzione e pazienza e disse (scrive Sciascia): «Zia Carmela, io stanotte ho fatto lo stesso sogno; ma proprio lo stesso, preciso... Però questo funerale si deve fare». «E si fece», aggiunge Sciascia.

fonte: Um túnel no fim da luz

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