Emisfero destro ed emisfero sinistro: una delle poche cose che tutti sanno è che il nostro cervello è anatomicamente diviso in due metà. Già gli antichi greci speculavano sulla possibile esistenza di un cervello bipartito, ma oggi siamo ormai al luogo comune, che tutti hanno sentito o letto da qualche parte, secondo il quale l'emisfero destro, quello "femminile", sarebbe adibito alla creatività e alla sensibilità, mentre quello sinistro, più "maschile", sarebbe predisposto alla logica e alla praticità: due modi inconciliabili di vedere il mondo. Ma qual è la vera natura di questa dicotomia? Quanto c'è di scientifico e quanto di impreciso o fuorviante? Lo psichiatra, neuroscienziato e studioso di letteratura Iain McGilchrist ha dedicato una vita di studi a questo problema, ricavandone una tesi tanto affascinante e profonda quanto rigorosa e solida, basata su un approccio interdisciplinare che spazia da Platone a Freud, da Shakespeare a Roger Sperry, neuroscienziato vincitore del Nobel per le sue ricerche sulla specializzazione emisferica. Secondo McGilchrist, ciascun emisfero decifra la medesima realtà in un modo coerente, ma incompatibile con quello dell'altro: l'emisfero destro fa esperienza del mondo nella sua interezza e complessità tralasciando i dettagli, mentre l'emisfero sinistro è analitico ma per forza di cose frammentario. Quale delle due modalità guida il nostro comportamento? In Il padrone e il suo emissario, McGilchrist racconta l'inevitabile lotta per il potere di cui i due emisferi sono protagonisti. I segni di questo confronto sono rintracciabili nella storia della nostra civiltà, e ancora ben visibili nei contrasti che animano la cultura occidentale contemporanea. Oggi, in un mondo sempre più disincarnato e dominato dalle tecnologie digitali, sembrerebbe che l'emisfero sinistro stia prendendo pericolosamente il sopravvento su quello destro, forse cambiando per sempre il nostro modo di pensare e di comprendere la realtà in cui viviamo.
(dal risvolto di copertina di: "Il padrone e il suo emissario. I due emisferi del cervello e la costruzione dell’Occidente", di Iain McGilchrist. UTET, pagg. 928, € 34)
Che lotta tra i due emisferi del cervello!
- di Arnaldo Benini -
Il filosofo e antropologo tedesco Max Scheler (1875-1928) in una delle sue opere più note (Die Stellung des Menschen im Kosmos) del 1928 sostenne che nella mente di un «europeo colto» cui si chieda cosa pensi dell’«uomo», si alternano tre antropologie fra loro incompatibili. Quella giudaico-cristiana della creazione, del Paradiso, del peccato originale; quella filosofica per la quale l’uomo dispone, unico fra i viventi, della ragione; e l’attuale concezione scientifica riduzionistica della natura e della psicologia genetica, secondo la quale l’uomo è un risultato dello sviluppo del pianeta terra. È diverso dal mondo animale per la complessità dell’energia di cui dispone e per capacità già presenti in forma meno elaborata nella natura vivente non umana. Tanti sono i dati che la scienza accumula che l’uomo, per Scheler, non è mai stato così problematico. Oggi «l’europeo colto» che si chiede come funzioni il cervello segue la ricerca scientifica, consapevole dei suoi limiti.
L’antica controversia del ruolo dei due emisferi cerebrali è stata in gran parte scientificamente risolta dalla global workspace theory universalmente accettata. I due emisferi hanno caratteristiche e funzioni in parte diverse, ma a qualunque attività cerebrale partecipano selettivamente entrambi. Ciò conferisce alla capacità di conoscere e di comunicare aspetti essenziali. L’emisfero sinistro produce e afferra il linguaggio, ma senza l’emisfero destro potrebbe essere difficile distinguere una preghiera da una bestemmia. Per spiegare il rapporto fra i due emisferi e come funziona il cervello, lo psichiatra, neuro-radiologo e già docente di letteratura ad Oxford Iain McGilchrist si servì, per la prima edizione del 2009 di questo libro di quasi mille pagine, rivisto dieci anni dopo, non solo delle antropologie di Scheler, ma anche di una sfrenata fantasia. Poco fa è uscito a Londra un altro suo libro di 1.500 pagine (The Matter with Things) che ne ribadisce le tesi. Teologia, mitologia, psicologia, psicoanalisi (specie di K.G. Jung), storia, filosofia, letteratura, arti figurative, musica, economia, medicina, neuroscienze cognitive, sono intrecciate, mescolate, talora arruffate, per corroborare la tesi che i due emisferi cerebrali umani sono, all’interno del cranio, in contrasto, talora in conflitto per tutta la vita. Si tratta di «uno scontro cosmico che si svolge dietro le quinte, una lotta titanica tra gli emisferi...». E ciò dall’epoca di Platone, cioè da circa 2500 anni, e più aggressivamente dall’epoca dell’illuminismo, quando l’emisfero sinistro, anche se restio ad «assumersi responsabilità», s’è messo sotto i piedi quello destro. Per il vantaggio d’essere ascoltato, l’emisfero sinistro è come «Berlusconi ... che ha il controllo dei media»: mai paragone fu più bizzarro. Ma solo nel mondo delle culture occidentali, e non in quelle degli asiatici, che avrebbero un cervello diverso. «L’emisfero destro ... crede ma non sa ... il sinistro ... sa ma non crede». Inoltre è privo del senso dell’umorismo. L’emisfero destro dovrebbe prevalere, e quello sinistro sarebbe il suo emissario, che considera il destro «un tiranno».
Ma non è sempre così, e la prevalenza del sinistro (che «ama le linee dritte, non quelle circolari», prescelte dall’emisfero destro) sarebbe negativa o catastrofica. Durante l’attuale predominio del malvagio dei due emisferi, quello sinistro, in Occidente s’è sviluppata una società disumana, con epidemie di autismo e schizofrenia, l’imperversare di musica e d’arti figurative obbrobriose, il potere della burocrazia, la perdita totale del buon senso, l’aumento dell’intolleranza e dell’inflessibilità, e molto altro. La rivoluzione industriale del secondo XIX è l’assalto più riuscito dell’emisfero sinistro a quello destro. La dipendenza dell’Occidente dall’emisfero sinistro, che avrebbe «subìto un’accelerazione negli ultimi cent’anni» è identificata con la schizofrenia, una delle malattie più orribili, cui l’autore dedica moltissime pagine per ribadire che la conditio schizofrenica, tipica del nostro tempo, è conseguenza del prevalere dell’emisfero sinistro. Ovviamente anche la concezione scientifica della coscienza è considerata una perversione dell’emisfero sinistro, come «l’arte modernista ... per natura affine al leninismo, al fascismo e allo stalinismo». Anche i concetti base di tutta la tresca del «prevalere» e del «sottrarsi» di un emisfero sull’altro e dall’altro, dal punto di vista della funzionalità del cervello sono vere e proprie burle.
«In questo libro - scrive l’autore alla fine - non mi son posto l’obiettivo della certezza». Ben detto, perché il libro è senza fondamento. Anche se inglese, McGilchrist non si attiene al monito della Royal Society di Londra, che per tener lontane le fandonie dalla ricerca scelse il motto Nullius in Verba, le parole da sole non contano, valgono solo i fatti e i dati. Niente di ciò che McGilchrist sostiene è spiegato in termini fisiologici. Non si può comunque nascondere che molte pagine si leggono volentieri (nel testo italiano ancor più che in quello inglese), consapevoli che si tratta di fantascienza.
- Arnaldo Benini - Pubblicato su La Domenica del 4/12/2022 -
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