Durante la guerra civile spagnola, le ambasciate, i consolati e le loro dipendenze - rimasti in area repubblicana - divennero tutte non solo dei centri per dei traffici di ogni tipo, ma si trasformarono addirittura in dei veri e propri rifugi per i ricercati, oltre che per i capitali in fuga; e, a dirla tutta, alla fine della guerra, finirono perfino per trasformarsi in delle comode basi per azioni di contro-guerriglia urbana.
A Madrid, così, le ambasciate ostili alla Repubblica affittavano appartamenti, i quali poi si trasformavano in veri e propri "territori" a sovranità straniera. Ad esempio, in uno di questi, il 3 dicembre 1936, vennero snidati a fucilate ben 387 fra falangisti e monarchici. «Hanno abusato dell'ospitalità che era stata loro offerta»; così ebbe a dichiarare alla stampa - per giustificarsi - l'ineffabile ambasciatore uruguayano!
Tuttavia, per tre ambasciate, vanno però ricordate almeno tre eccezioni: quella della Gran Bretagna, la quale ambasciata costituiva più che altro un club di bevitori di Porto, piuttosto che un luogo d'asilo; poi, quella degli Stati Uniti, i quali non si sporcarono mai le mani con questioni di rifugiati; e infine quella del ... Siam.
Di quest'ultima potremmo dire che si trattava di una vera e propria "falsa" rappresentanza diplomatica creata dai servizi di sicurezza repubblicani per localizzare ed arrestare i ricercati. Si trovava installata al numero 12 della Calle de Juan Bravo, e aveva bene in regola tutte quante quelle che potevano essere le apparenze esteriori, compresa la bandiera. Gl'ideatori della trappola, avevano fatto girare la voce che si trattava di un'ambasciata compiacente, ragion per cui era stata riempita di microfoni, in modo da poter così ascoltare tutte le conversazioni.
già pubblicato sul blog il 23/10/2008
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