Dal sito mondialisme.org, traduco e pubblico una piccola "provocazione", apparsa originariamente su Passa Palavra, che analizza il parallelo tra anti-vax ed ecologisti. Scritta da João Bernardo e annotata da Yves Coleman di mondialisme.org, si potrebbe quasi dire che le argomentazioni di Bernardo siano ... «se non del tutto giuste, quasi niente sbagliato», però ritengo che proprio per questo possano servire quanto meno a pensare e a considerare le radici storiche in cui affondiamo, e che dovrebbero sempre essere le premesse per qualsiasi analisi e presa di posizione.
Ecologisti e anti-vax... stessa lotta![*1]
- Il negazionismo, rispetto al COVID-19, circa le misure sanitarie e i vaccini, è identico all'atteggiamento che hanno gli ambientalisti nei confronti dei progressi scientifici e degli esperimenti di laboratorio. -
- di João Bernardo -
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Un anno e mezzo fa, ho pubblicato sul sito di Passa Palavra un breve articolo dal titolo "L'Autodisciplina nella lotta contro la pandemia" [*2]. «La cultura brasiliana è 1) indisciplinata, 2) allegra e 3) ama il contatto fisico», scrivevo in quell'articolo, per poi porre subito dopo la seguente domanda: «I duecentodieci milioni di brasiliani riusciranno, tanto di notte quanto di giorno, a smettere di frequentare le "lanchonetes" [*3] e i bar, a smettere di fare feste, a smettere di sfiorarsi e toccarsi e riusciranno a fare la fila mantenendo la distanza di un metro e mezzo tra di loro?» Per rispondere subito: «Ne dubito.» Poi, avendo letto i testi pubblicati dalle organizzazioni di estrema sinistra in diversi paesi, avevo previsto cosa sarebbe successo in Brasile. «Nei circoli libertari e anarchici, in caso di pandemia, non mancheranno di circolare testi che attaccano "l'autoritarismo sanitario" e che difendono il "diritto alla libertà"». E ho aggiunto: «con questo genere di atteggiamento, che ritrovo in diversi testi, di paesi diversi, questi ambiti libertari e anarchici riflettono ciò che li caratterizza fondamentalmente: l'individualismo». Cosa avevo mai scritto ! Da una parte, gli identitari mi hanno accusato di essere un colonialista, un euro-centrista, di non conoscere il Brasile, di essere ignorante, di avere dei pregiudizi e di riprodurre dei luoghi comuni. Come se io non avessi vissuto e insegnato per trent'anni in Brasile; e come se la cultura di convivialità non fosse stato uno dei motivi che più mi ha attratto e mi ha fatto mettere radici lì. Dall'altra parte, i lettori con un'inclinazione più sociale mi hanno accusato di ignorare la povertà di gran parte della popolazione brasiliana, una povertà che impedirebbe loro di prendere quelle precauzioni necessarie per evitare la diffusione del virus. È stato precisamente nel momento in cui stavano nascendo movimenti per mobilitare i lavoratori e i residenti delle favelas e delle periferie, e di organizzarli per chiedere l'assistenza sanitaria di base, come è successo con i lavoratori dei call center [*4] e come ha fatto Deivison Nkosi [*5] e altri, per esempio la Central Única das Favelas, CUFA [*6]. Quanto agli anarchici, che sono assai suscettibili e non sopportano di essere punzecchiati, si sono scandalizzati per le mie osservazioni, arrivando a dire che stavo facendo un discorso stalinista. Questo nello stesso periodo in cui mi arrivavano quasi quotidianamente pubblicazioni anarchiche da vari paesi, sulle quali gli autori ruggivano contro il distanziamento sociale, il confinamento e le altre restrizioni sulla mobilità. Basterà un esempio, che vale per tutti: «In confronto, l'influenza stagionale è assai più mortale: in tutto il mondo ne muoiono da 290.000 a 650.000 persone», ha dichiarato l'organo della Fédération Anarchiste de France il 3 marzo 2020 [*7], considerando inoltre «le misure adottate per contenere la diffusione del Covid-197» come «decisioni liberticide». Alcune persone mi hanno anche accusato, in diverse occasioni, di essere a favore della sospensione delle lotte sociali finché dura il Covid-19. E questo nonostante il fatto che la conclusione del mio articolo fosse inequivocabile: «Nella situazione attuale, abbiamo bisogno di uno sforzo auto-organizzativo che ci porti - con i nostri mezzi e senza aspettare i diktat del governo e la sorveglianza della polizia - a rispettare e diffondere gli standard di sicurezza proposti dagli scienziati e dai professionisti della salute. Se l'autogestione della società viene preparata attraverso l'autogestione delle lotte, oggi essa viene preparato anche a partire dalla nostra capacità di autodisciplina nella lotta contro la pandemia. Si tratta di essere solidali con gli altri, di evitare che noi li infettiamo. E la solidarietà mi sembra che sia la base di ogni lotta anticapitalista». Per i calunniatori, tuttavia, e per coloro che inventano delle accuse solo per il gusto di calunniare, c'è solo un posto dove andare a finire: nel cestino.
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Ma è c'è una ragione molto più profonda per cui l'indignazione di questi lettori è ingiustificata. La sinistra cerca di ignorare una verità evidente allorché, quando è costretta ad affrontarla, cerca di non trarre le giuste conclusioni: Jair Bolsonaro non è arrivato alla presidenza della Repubblica nel 2018 per mezzo di un qualche colpo di stato militare messo in atto alle spalle della popolazione. È stato eletto con il 55,13% dei voti espressi, che corrisponde a circa 57,8 milioni di brasiliani. Questo significa che egli sapeva di avere una base sociale estremamente ampia, la quale era pronta a sostenere il suo governo nel momento in cui ha sottovalutato il rischio del Covid-19 e ha fatto in modo che non cambiasse nulla. Il comportamento allegro e conviviale, caratteristica indiscutibile della cultura brasiliana, predisponeva a questa convergenza politica, e ha amplificato gli effetti della negligenza del governo. Inoltre, abbiamo potuto assistere a una curiosa simmetria tra, da un lato, il presidente Bolsonaro, per cui il contenimento e il distanziamento sociale non erano necessari poiché l'economia doveva funzionare e i poveri dovevano lavorare e, dall'altra parte, i miei detrattori, che sostenevano che le condizioni di vita dei poveri impedivano loro di praticare il contenimento e il distanziamento sociale. In pratica, i risultati sono stati i medesimi.
Ora, questa apparentemente improbabile convergenza tra i due estremi dello spettro politico si è riprodotta ad altri livelli, non solo in Brasile ma nel mondo in generale. mondo in generale. Infatti, i brasiliani dimenticano spesso che il Brasile si trova nel mondo [*8] ,e che il mondo non si limita solo al Brasile: fin dall'inizio della pandemia, ci sono state manifestazioni di piazza in Europa e negli Stati Uniti, mobilitando a volte migliaia di persone sia dell'estrema sinistra che dell'estrema destra, per protestare non solo contro la l'imposizione di misure sanitarie da parte del governo, ma anche contro l'idea stessa che il Covid-19 fosse una malattia grave o pericolosa per la vita, o addirittura che esisteva, e che bisognava prendere delle precauzioni speciali per combatterla. La recente imposizione generalizzata di certificati di vaccinazione [e delle tessere sanitarie] nell'Unione Europea, è stata un ulteriore pretesto per questa convergenza, e viene ora utilizzata come tema di mobilitazione per le manifestazioni di strada. Qui importa poco che la stragrande maggioranza della popolazione di questi paesi sostenga le misure sanitarie restrittive e che le minoranze, per quanto rumorose possano essere, rimangono minoranze, a volte perfino assai ridotte. Sottolineo come esse riuniscano persone dell'estrema sinistra e dell'estrema destra, e questa confluenza dovrebbe allarmarci, in quanto credo di avere abbondantemente dimostrato che il fascismo non emerge da un solo polo estremo dello spettro politico, ma piuttosto grazie alla convergenza o, meglio ancora, all'intersezionamento pratico e ideologico tra questi due poli.
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L'intersezionarsi di una certa estrema sinistra con una certa estrema destra nel rifiuto attivo e militante delle norme sanitarie, non si è limitato alla partecipazione congiunta a delle manifestazioni di strada; ma ha generato una sfera ideologica comune, dove due grandi temi possono essere distinti due grandi temi principali. Il primo riguarda le teorie del complotto. Per il marxismo, la storia è orientata e determinata da delle forze sovraindividuali definite nel conteso dell'economia, le sue infrastrutture materiali e i rapporti sociali di produzione. Al contrario, le teorie della cospirazione pretendono di rilevare il corso della Storia nelle decisioni segretamente adottate da un piccolo numero di persone che si nascondono nell'ombra. Da un lato, si accetta l'esistenza di un meccanismo che va al di là delle volontà individuali; dall'altro, si crede nella volontà arbitraria dei partecipanti a una cospirazione. Ecco perché le interpretazioni marxiste considerano le classi, o i gruppi sociali, come gli unici soggetti della storia, mentre le teorie della cospirazione accettano il libero arbitrio di un'élite e assumono la dicotomia tra l'élite e le masse, poiché le masse sono solo materia inerte e manipolabile e non agenti della storia. Presentato in questi termini, si potrebbe dire che le teorie del complotto non saranno mai in grado di tagliare il cordone ombelicale che le lega alla destra. Eppure, tuttavia, è successo abbastanza spesso che l'estrema sinistra abbia anch'essa interpretato le contraddizioni sociali come «manovre di corridoio». Ciascuno può verificarlo ogni giorno, parlando con gli amici o ascoltando le conversazioni nei caffè. Ma il problema diventa serio quando lo si generalizza in momenti storici cruciali. Mi limiterò a un solo esempio: nella Francia tra le due guerre, il mito delle «duecento famiglie» che avrebbero cospirato per dominare l'economia e la Repubblica - un mito creato dall'estrema destra - servì allora anche a mobilitare la sinistra del Fronte Popolare. Senza questo, sarebbe difficile capire come alcuni partiti fascisti francesi siano stati in grado di acquisire così rapidamente una base proletaria così ampia, come nel caso del Partito Popolare Francese [*9], il quale ha beneficiato di una significativa adesione di dirigenti e attivisti del Partito Comunista. Alla fine, la «plutocrazia» [*10] (nozione che viene usata esclusivamente dai fascisti) è stata confusa con i capitalisti (nozione che viene usata dai marxisti) in quella che è una comune avversione alle élite. Non si tratterebbe più di rimodellare il sistema economico, ma solo di cambiare l'élite. Oggi, lo stesso fenomeno si riproduce nel populismo, che cerca di mobilitare «il popolo» contro «le élite», entrambi definiti indipendentemente dalla loro classe sociale. Si usa un termine o un altro, a seconda del caso, l'importante è usare un termine alla moda conosciuto da tutti [*11] che possa servire a dimenticare la rete formata dalle classi sociali, e il sistema economico che le sottende. Per quanto riguarda gli intellettuali e gli scienziati, anch'essi vengono messi nella categoria delle élite detestate, quando esprimono opinioni impopolari, indipendentemente dal fatto che non abbiano ricchezza o potere. Un fascista straordinariamente lucido [*12], Maurice Bardèche, nota in "Qu'est-ce que le fascisme?" - un'opera che è una lettura fondamentale per la comprensione del fascismo - «l'impossibilità per il fascismo di svilupparsi al di fuori dei periodi di crisi [*13]». E dopo aver constatato che il fascismo «non ha principi fondamentali» e «nessun committente naturale», Bardèche proclama che «si tratta di una soluzione eroica», per poi infine concludere: «È il partito della nazione arrabbiata». [*14] E, insiste Bardèche, «per il fascismo, questa rabbia della nazione è indispensabile». In questo modo, le classi si dissolvono nella massa, la lotta tra le classi si trasforma in risentimento [*15] , e ciò che era all'origine il programma dell'estrema sinistra, la quale progettava una ristrutturazione del sistema economico, si trasforma ora in un semplice rinnovamento delle élite. È la strada intrapresa oggi dalle teorie della cospirazione. L'altro grande tema che incrocia l'estrema destra e l'estrema sinistra che si oppone alle misure sanitarie, è quello della decadenza della civiltà. Alla fine del XIX secolo, e anche dopo la rivoluzione francese, l'estrema destra ha introdotto nella riflessione politica il tema della decadenza, sia con implicazioni strettamente culturali che razziali. Alla fine del XIX secolo, questo tema venne adottato da una parte dell'estrema sinistra, la quale ha cominciato a presentare il capitalismo non come un regime di sfruttamento della forza lavoro, ma come un fattore di decadenza. Dopo alcuni precursori, come Benoît Malon, Georges Sorel e i suoi seguaci sindacalisti rivoluzionari - soprattutto in Italia - furono i primi a considerare sistematicamente il capitalismo come l'agente di un declino della civiltà [*16] , in grado di trascinare in basso la stessa classe operaia. Questo era il percorso che portava più direttamente al fascismo. «Sorel è per me il grande maestro», diceva un vecchio fascista radicale portoghese, Rolão Preto, intervistato da João Medina. «È stato lui quello che forse ha fatto tutto». In questa prospettiva, posso definire il fascismo come un tentativo di mobilitare la classe operaia al fine di impedire che il capitalismo finisca a causa sua preannunciata decadenza. Così, in un'epoca in cui, agli occhi di molti, il darwinismo incoraggiava la concezione della civiltà in termini biologici, la distanza tra le nozioni di decadenza della civiltà in termini biologici e la decadenza razziale diventava breve. Questo spiega perché originariamente delle personalità come Karl Pearson in Gran Bretagna, Georges Vacher de Lapouge in Francia o Ludwig Woltmann [*17] in Germania aderirono all'eugenetica e interpretarono la lotta di classe come un conflitto razziale. Allo stesso modo, l'eugenetica si fece strada negli ambienti anarchici, e le pratiche del vegetarismo e del nudismo, che oggi ci sembrano innocue, venivano viste come strumenti di redenzione biologica sia dagli anarchici che dai nascenti movimenti fascisti, come il Wandervögel [*18] in Germania, per esempio.
Mentre alcuni vedevano l'attacco al capitalismo come un'ultima risorsa per salvare la civiltà o, in termini spengleriani [*19] , la cultura, altri volevano andare oltre e salvare la razza umana stessa. Questi labirinti ideologici, che sono apparsi e si sono aggrovigliati tra la fine del diciannovesimo secolo e la fine della seconda guerra mondiale, sono riemersi recentemente in quelle correnti di sinistra, oggi di moda nei campus universitari, per le quali il capitalismo dà luogo al proprio collasso, indipendentemente da qualsiasi lotta della classe operaia, una classe che sarebbe stata trascinata, insieme al capitalismo, nella stessa catastrofe della civiltà. Il terreno era già stato preparato dai postmodernisti e dai loro seguaci, con il loro rifiuto della nozione di progresso. Il fascismo appare nel momento in cui la destra riprende alcuni dei propositi e dei desideri, o delle paure, della sinistra, mentre la sinistra, a sua volta riproduce alcuni dei miti comunemente condivisi dalla destra. Questo è ciò che sta accadendo durante questa pandemia, nella quale converge una retorica apocalittica espressa da entrambe le parti, le quali si fondono in una rinascita, o piuttosto una rielaborazione, del fascismo, sia per la strada che nel campo delle idee. A prima vista, potrebbe sembrare strano che la pandemia, una congiuntura particolare situata al di fuori della politica, sia stata utilizzata in questo nuovo processo di politicizzazione. Ma i presupposti di tutto questo erano già stati elaborati dal movimento ambientalista.
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L'atteggiamento negazionista nei confronti del Covid-19, delle misure sanitarie e dei vaccini, è del medesimo tipo, e fa ricorso alla stessa retorica e quegli stessi argomenti che il negazionismo del movimento ambientalista oppone ai progressi scientifici e agli esperimenti di laboratorio. Ma le radici del problema sono assai più profonde, e per comprenderlo bisogna sottolineare che il movimento ambientalista non è interessato alle relazioni sociali del lavoro, ma unicamente al punto di vista dei consumatori. Il movimento ambientalista cerca solo di promuovere prodotti, o ambienti rurali e urbani che presenta come sani, senza farsi delle domande sulle condizioni di lavoro richieste. Così, la sinistra, convertita all'ecologia, ha abbandonato ciò che la caratterizzava - una prospettiva di classe basata sul processo di produzione, per limitarsi alla sfera del consumo; quella che è la prospettiva tradizionale del liberalismo e del riformismo di destra. In un articolo pubblicato trentaquattro anni fa sulla "Revista de Administração de Empresas" [*20], Rita Delgado e io siamo giunti alla conclusione, analizzando il quadro portoghese tra il 1979 e il 1984, che «tre quarti degli incidenti mortali sul lavoro in questo campione erano dovuti a tecnologie primitive, o all'uso arcaico di tecnologie più avanzate». Questa constatazione ci ha portato a criticare l'ecologia quando essa «richiede l'uso di tecnologie arcaiche e il ritorno a un sistema di piccole imprese a conduzione familiare, che rallenterebbe lo sviluppo delle forze produttive». «Le comunità marginali degli ecologisti sono una proposta illusoria e demagogica», abbiamo scritto. «Di tutte le proposte avanzate dagli ecologisti, ciò che rimane in pratica non è la riduzione dei ritmi lavorativi, ma solo l'uso di tecnologie arcaiche. E così dobbiamo pertanto analizzare le conseguenze dell'uso di queste tecnologie arcaiche nel contesto generale del sistema capitalista». In Brasile, i risultati di questa predominanza della prospettiva del consumo su quella dei rapporti di lavoro sono particolarmente evidenti tra gli agro-ecologisti, come testimonia la loro posizione nei confronti dell'agricoltura familiare. Ricordo che in un intervista [*21] pubblicata sul sito web del Movimento dei lavoratori rurali senza terra, il MST, l'economista Jean Mar Von Der Weid, coordinatore delle politiche pubbliche della ONG "Agricultura Familial e Agroecologia" e membro della "Articulação Nacional de Agroecologia", dopo aver considerato che l'agroecologia «non è affatto un sistema che funzioni bene con manodopera salariata, perché funziona solo con delle mansioni semplici», ha dichiarato: «Se chiedete [a un lavoratore salariato] di svolgere un compito estremamente complesso, egli non sarà interessato a farlo, perché guadagnerà ugualmente per ogni ora lavorata». Questo economista ha pertanto riconosciuto che la lotta dei lavoratori rurali contro lo sfruttamento è un fattore che rende non sostenibile l'agro-ecologia, e ha concluso che «c'è una simbiosi perfetta tra l'agro-ecologia e l'agricoltura familiare» e che «in futuro, rispetto a oggi, ci sarà bisogno di molta più agricoltura familiare».
Infatti, ogni economista sa che il grado di sfruttamento nelle imprese familiari, che si tratti di laboratori o di imprese agricole, è molto alto perché i membri della famiglia non considerano il proprio lavoro come un costo e sono quindi disposti a lavorare molte più ore di quanto faccia un dipendente esterno alla famiglia. In Brasile, secondo il censimento agricolo del 2006, del numero totale di persone impiegate nell'agricoltura familiare l'89,4% era imparentato con il capo dell'azienda. Questo fatto viene cinicamente sfruttato dal MST e da tutti gli agro-ecologisti. Uno degli aspetti più evidenti di questa ricerca del plusvalore assoluto è l'uso del lavoro minorile, visto che il citato censimento ha rivelato che il 7,4% della forza lavoro impiegata nelle imprese familiari, o nelle aziende agricole, erano composte da bambini e adolescenti, mentre in quelle non familiari la percentuale si riduceva al 3,6%. Questa apparente digressione evidenziava, con l'aiuto di esempi eloquenti, alcune delle conseguenze pratiche di una prospettiva centrata sul consumo e distaccata dalle relazioni sociali lavorative. Ma il problema è più ampio e va al cuore del movimento ambientalista, perché quando esso invoca una concezione mitica della natura, per prevedere un altrettanto mitico esaurimento delle risorse naturali e per giustificare un abbassamento degli standard di vita, usa l'argomento del consumo per minare i rapporti di lavoro. E l'attuale pandemia fornisce una nuova opportunità agli ambientalisti per cercare di convincerci che stiamo consumando troppo e che dovremmo quindi adottare stili di vita ascetici. Questo appello è tanto più udibile perché alle due estremità dello spettro politico sono apparsi individui deliranti che accusano la società benestante di essere responsabile del Covid-19.
Non posso fare a meno di menzionare di nuovo un'ironica convergenza che avevo già menzionato in un altro articolo. «L'incoscienza di questo sovra-consumo ha giocato un ruolo importante nel degrado dell'ambiente», ha scritto David Harvey [*22], beniamino della sinistra marxista, concludendo che «Se freniamo l'attrazione per ill consumo eccessivo sconsiderato e insensato, possiamo ottenere alcuni benefici a lungo termine». Analogamente, il vescovo di Setúbal, che appartiene alla «sinistra» dell'episcopato portoghese, ha detto che «questo virus è arrivato per dimostrare che si può vivere decentemente e molto più felicemente con meno - con meno spreco di risorse, le quali sono per tutti e non solo per alcuni» [*23]. E questo lo dicono tutti i tipi di persone. Allorché ho definito il movimento ambientalista come una delle componenti del fascismo post-fascista, stavo preannunciando l'orizzonte in cui le teorie della cospirazione, il populismo anti-elitario e l'ossessione per la decadenza e la catastrofe finale si sarebbero fuse nell'amalgama ideologico che considera il Covid-19 e i vaccini come il risultato della manipolazione delle élite economiche, e la richiesta di misure sanitarie come una manipolazione delle élite politiche.
Ho dimostrato, con ampie prove, l'affiliazione tra ecologia e regimi fascisti, e in particolare tra agro-ecologia e nazionalsocialismo tedesco. In particolare, sotto forma di "Agricoltura Biodinamica" [*24], essa deve le sue origini a Rudolf Steiner, il fondatore dell'antroposofia. Il ministro del Reich per l'alimentazione e l'agricoltura, Führer dei contadini del Reich e capo del dipartimento centrale delle SS per la razza e la e colonizzazione con il grado di Obergruppenfuhrer, il secondo grado più alto nella SS, Walther Darré [*25] accolse molti dei discepoli di Steiner nel suo ministero. Tuttavia, per evitare la rivalità, o addirittura l'ostilità che l'antroposofia suscitava in alcuni settori del nazionalsocialismo, Darré fece un cambiamento di vocabolario e l'agricoltura biodinamica divenne «agricoltura organica», dottrina ufficiale del Terzo Reich. Dopo il 1945, l'ecologia venne relegata nello stesso oblio del resto dell'ideologia fascista, ma con la disfatta delle speranze generate dai movimenti per l'autonomia operaia negli anni '60, soprattutto con il dissolversi del mitico Maggio '68, la sinistra, disperata, ha resuscitato l'ecologia, e con essa l'agro-ecologia. Non dimentichiamo mai questa filiazione, perché essa ci permette di capire il negazionismo sanitario, il quale caratterizza quella che è la più recente reincarnazione del fascismo post-fascista. Le dottrine ecologiste si basano sul mito di una natura che viene presentata come se fosse un organismo, e sulla necessità di una fusione tra l'essere umano e la natura. Questo mito permea anche i deliri di coloro che attribuiscono il Covid-19 a uno squilibrio della natura causato dall'uomo. Analogamente, l'atteggiamento del movimento ambientalista verso la scienza e i laboratori è lo stesso del movimento anti-vaccino. [*26] Le critiche che alcuni fanno a quelli che loro chiamano «agro-tossici» [*27] sono le stesse critiche che altri fanno ai vaccini; la sfiducia che alcuni nutrono nei confronti di Pfizer o Johnson non è diversa dalla sfiducia che altri provano verso Monsanto o Syngenta. Di sfuggita, vorrei fare una digressione per sottolineare che Syngenta è stata acquistata nel 2016-2017 da una società statale cinese, ChemChina, il che non ha impedito alla MST, malgrado il suo proselitismo agro-ecologico, e l'ostilità verso ciò che chiama
agrochimici, di aver assunto il ruolo di portavoce delle meraviglie del regime cinese. Oppure la MST S.A. [*28] avrebbe scoperto un vantaggio in un simile ruolo? In ogni caso, la sfiducia del movimento ambientalista nei confronti della scienza e delle scoperte di laboratorio ha aperto la strada all'aumento dell'attività del movimento anti-vaccino. In ogni caso, la sfiducia del movimento ambientalista nella scienza e nelle scoperte di laboratorio ha aperto la strada a una rinascita dell'attività del movimento anti-vaccino. Così, l'irrazionalismo generato un secolo fa nel quadro del fascismo classico riappare oggi, e allo stesso modo favorisce la confluenza di temi dell'estrema destra e dell'estrema sinistra.
João Bernardo, 02/09/2021, Pubblicato su Passa Palavra
Note di Yves Coleman
fonte: mondialisme.org
NOTE:
[*1] - "Stessa lotta", nell'articolo originale non era presente.
[*2] - https://passapalavra.info/2020/03/130263/
[*3] - Sono dei piccoli bar completamente aperti sulla strada, e che servono bevande, snack e pasticcini.
[*4] - https://passapalavra.info/2020/03/130296/
[*5] - Dottore in Sociologia, cantante e musicista, militante della causa afro-brasiliana, attivo contro i razzismo e il razzismo istituzionale del suo paese. Sul suo sito ci sono altre informazioni, http://deivisonnkosi.kilombagem.net.br/biografia/ . Vale la pena sottolineare come non esiti a spacciare notizie false sul Coronavirus e su Israele (come se quelle vere non bastassero!), anche a costo di dover poi ritrattare in seguito la sua dichiarazione (cfr. 7 aprile alle 14:24 su Facebook), e a tollerare insulti omofobi da parte di alcuni dei suoi 3.094 "amici", come quelli di un certo Paredes, il quale in un post esclama "Che questo ***** - o lesbica - (sic) di Israele possa morire!", mentre denuncia allo stesso tempo l'omofobia sulla propria pagina Facebook... La "confusione" (l'estremizzazione a destra) è decisamente universale negli ambiti "radicali".
[*6] - Secondo il sito web di questa ONG brasiliana, la "CUFA” (Central Única das Favelas) è una organizzazione riconosciuta a livello nazionale e internazionale in campo politico, sociale, sportivo e culturale, ed esiste da vent'anni. È nata dall'unione di giovani delle favelas, soprattutto neri, che cercavano spazi per esprimere i loro contenuti, le loro domande o semplicemente la loro voglia di vivere (...). La CUFA promuove attività nei campi dell'istruzione, tempo libero, sport, cultura e cittadinanza, come graffiti, DJ, break, rap, audiovisivi, street basket, letteratura e altri progetti sociali. Inoltre promuove, produce, distribuisce e diffonde la cultura hip hop attraverso pubblicazioni, dischi, video, programmi radiofonici, concerti, concorsi, festival musicali, cinema, laboratori artistici, mostre, dibattiti, seminari e altri media. Queste sono le principali forme di espressione della CUFA e servono come strumenti di integrazione e inclusione sociale.
[*7] - https://monde-libertaire.net/index.php?articlen=4566 - "Coronavirus ovvero l'autoritarismo igienista", articolo di Odile in Le Monde libertaire del 3 marzo 2020.
[*8] - Cfr. l'articolo di João Bernardo: «Le Brésil n’est pas au Brésil. Il est dans le monde» (5 avril 2020) http://npnf.eu/spip.php?article723
[*9] - Il PPF, un partito fondato nel giugno 1936 da Jacques Doriot, due anni dopo la sua esclusione dal PCF nel 1934. Nel suo periodo d'oro, aveva tra 60.000 e 120.000 membri (gli storici non sono d'accordo sulle cifre), e al suo apice, durante il 1937/1938, la sua organizzazione giovanile aveva circa 36.000 membri. Si stima che circa un quarto dei "doriotisti" provenisse dal PCF.
[*10] - Il termine plutocrazia viene oggi usato da Dieudonné e Alain Soral, ma anche da François Ruffin della France insoumise: «Sono un democratico. E non un firmocrate, o un plutocrate», tweet dell'11 gennaio 2021. Questo termine, senza la minima definizione teorica, lo si ritrova in diversi collaboratori della rivista "Le comptoir". Questa pubblicazione sostiene di essere «di sinistra» o addirittura «libertaria» o «radicale», se si deve credere al colore politico dei link Internet che essa raccomanda. Questo termine di «estrema destra» viene usato anche da due intellettuali intervistati da questa rivista, tra cui il sociologo Alain Accardo, un discepolo di Bourdieu, che contribuisce al mensile "La décroissance", e da Patrick Mc Grath Muniz, un artista portoricano artista che secondo Le Comptoir esibisce un'ideologia "civica" (?) e "critica" (?). Tuttavia, anche il social-chauvinista Emmanuel Todd sa che questo termine appartiene al vocabolario antisemita, vedi: https://www.lepoint.fr/economie/emmanuel-todd-annulons-la-dette-du-vieux-monde-13-12-2011-1406951_28.php .
[*11] - Nello stesso spirito si veda: «“La caste” ? La gauche et l’extrême droite partagent le même vocabulaire» http://npnf.eu/spip.php?article867
[*12] - Bardèche è un impostore antisemita, cinico e disonesto, che usa un linguaggio anticapitalista e antimperialista. Cfr. il mio prossimo articolo su questo libro sui siti mondialisme.org e npnf.eu.
[*13] - Qu’est-ce que le fascisme ? p. 93, Les Sept Couleurs, 1961, disponibile online.
[*14] - Ivi, p.94
[*15] - Cfr. l’articolo di João Bernardo, «Lutte des classes ou ressentiment, il faut choisir»: http://npnf.eu/spip.php?article33 .
[*16] - Cfr. la serie di articoli di João Bernardo, «Ils ne savaient pas encore qu’ils étaient fascistes»: http://npnf.eu/spip.php?article859 .
[*17] - Karl Pearson (1857-1936), matematico e biostatistico britannico, fu uno dei sostenitori del razzismo scientifico, dell'eugenetica e dell'antisemitismo. Ha affermato anche di essere un sostenitore delle
idee di Marx e del socialismo, e sostenne il movimento delle suffragette. Georges Vacher de Lapouge (1854-1936): «Antropologo francese, magistrato e poi bibliotecario, è un bibliotecario, è un teorico dell'eugenetica e una figura dell'antropo-sociologia. Ateo, anticlericale e socialista marxista militante, fu uno dei fondatori del Partito dei Lavoratori Francesi di Jules Guesde, prima di entrare nella SFIO, Section française de l'Internationale ouvrière. Ha sviluppato la teoria razzista di Gobineau nel tardo del XIX secolo» (Wikipedia). Ludwig Woltmann (1871-1907), «antropologo politico e teorico razzista tedesco, ispirato all'inizio dal marxismo. Ha sviluppato un'antropologia politica seguendo le linee del Darwinismo, che poi è stata ripresa dai nazisti» (Wikipedia).
Va sottolineato che questi tre autori erano sia marxisti che antisemiti, il che la dice lunga sia sulle ambiguità dell'anticapitalismo marxista che su quelle del fascismo - un elemento questo che João Bernardo sistematicamente minimizza, sebbene questa dimensione essenziale sia stata analizzata in dettaglio da molti pensatori marxisti vicini alla Scuola di Francoforte e dallo storico Francesco Germinario, cfr. i miei articoli su due libri (non tradotti) di questo autore: "Fascismo e antisemitismo. Progetto razziale e ideologia totalitaria" [in italiano: ed. Laterza) e "Dal negazionismo alla sinistra. Paradigmi dell'uso e dell'abuso dell'ideologia" [in italiano: Asterios, Trieste 2017] sul sito web npnf.eu (Y.C.)
[*18] - Un movimento giovanile fondato nel 1896, ostile all'industrializzazione, che faceva l'apologia dei valori teutonici e del folklore germanico. Prima e durante la prima guerra mondiale, questo movimento ha subito nelle proprie file diverse scissioni su delle questioni come l'omosessualità e la coeducazione, e prima del 1933 diversi gruppi hanno sostenuto di essere Wanderfögel, e alcuni di loro si erano avvicinati agli scout. Dopo che presero il potere, i nazisti vietarono queste associazioni, pur recuperando la loro organizzazione ultra-gerarchica e la loro ideologia nazionalista.
[*19] - Oswald Spengler (1880-1936), autore de "Il declino dell'Occidente", opera che gli valse una celebrità internazionale, membro della corrente reazionaria di "Rivoluzione Conservatrice" che si opponeva alla Repubblica di Weimar, e ammiratore di Mussolini.
[*20] - https://rae.fgv.br/sites/rae.fgv.br/files/artigos/10.1590_S0034-75901987000300005.pdf
[*21] - https://mst.org.br/2012/05/21/jean-marc-von-der-weid-o-poder-do-agronegocio-sobreestados-na-rio20/
[*22] - https://terrasemamos.files.wordpress.com/2020/03/coronavc3adrus-e-a-luta-de-classestsa.pdf
[*23] - https://www.dn.pt/edicao-do-dia/11-abr-2020/bispo-de-setubal-nao-sao-asdificuldades-que-poem-em-causa-a-igreja-mas-o-comodismo-12056726.html#media-1
[*24] - «L'agricoltura biodinamica è un'agricoltura che garantisce la salute del suolo e delle piante per fornire cibo sano agli animali e alle persone. Attribuisce grande importanza ai ritmi della natura e all'influenza degli astri, in particolare ai cicli lunari. Coinvolgendo l'astrologia nell'agricoltura, la biodinamica può quindi assumere un carattere esoterico». Si vede che l'oscurantismo militante di Steiner e le sue affiliazioni naziste, come evidenziato da João Bernardo, non preoccupano affatto gli autori di questo dizionario dell'ambiente online: https://www.actuenvironnement.com/ae/dictionnaire_environnement/definition/biodynamie.php4 .
[*25] - Cfr. João Bernardo, Contre l’écologie, Editions NPNF 2017, il capito dal titolo: «L’agriculture familiale et le nazisme».
[*26] - Per coloro che ritengono che Joao Bernardo "esageri" (cosa che a volte fa...) o che ricorre alla reductio ad Hitlerum, non posso che raccomandare questo affascinante riassunto ( https://clio-cr.clionautes.org/du-beurre-ou-des-canons-une-histoire-culturelle-delalimentation-sous-le-iiieme-reich.html ) del libro di Tristan Landry, «Du beurre ou des canons. Une histoire culturelle de l’alimentation sous le Troisième Reich, Hermann, 2021». Cécile Duhounaud, l'autore della recensione, inserisce questa discussione in un quadro storico molto più ampio che ci permette di capire l'efficacia della propaganda nazista sulle questioni agricole e alimentari, e il suo uso (o manipolazione, alcuni direbbero) dei temi ambientalisti.
[*27] - «Gli agrotossici sono prodotti chimici sintetici che vengono usati per controllare i parassiti e le malattie degli insetti. Aiutano a mantenere la redditività delle aziende di piantagione e la loro
e i loro sponsor. Questi prodotti causano gravi effetti, tra cui la contaminazione del suolo e delle fonti d'acqua, lo sviluppo di malattie e parassiti resistenti e l'avvelenamento delle persone e degli animali che vivono vicino alle piantagioni.» Questo è un articolo del World Rainforest Movement che fornisce molte informazioni utili su questo argomento: https://wrm.org.uy/fr/les-articles-du-bulletin-wrm/section1/lesmonocultures-darbres-utilisent-un-produit-agrotoxique-persistant/ .
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