«Whatever it takes» era il motto di Mario Draghi, capo della Banca Centrale Europea, nel 2012. Il messaggio indirizzato al mondo finanziario era chiaro: puoi avere tutti i soldi che vuoi gratis, investi pure senza paura!
Il risultato: crescita zero, capitale finanziario rinvigorito e una nuova bolla all'orizzonte.
Lungi dall'essere la perversione di un presunto capitalismo «buono», la finanza è solo il risultato di un modo di produzione che è oramai diventato senile perché annaspa in una crisi senza fine.
Attingendo alle analisi di Marx, questo libro spiega il ruolo della finanza, e come essa sia arrivata a dominare tutta la nostra economia contemporanea.
Lungi dall'essere una perversione, l'attuale iper-finanziarizzazione non è altro che il puro prodotto di un capitalismo ormai senile, intrappolato in una crisi senza fine, in cui simultaneamente si verificano catastrofi politiche, ecologiche e sociali.
Tom Thomas, economista, urbanista e attivista. È autore di numerose opere di analisi politica. È l'autore di "Contre l’État".
«Questo libro affronta un'opinione largamente diffusa tra i sostenitori della sinistra e gli attivisti politici secondo cui la finanza sarebbe la causa principale della disoccupazione, della miseria e della disuguaglianza oggi. Si dice che il capitalismo iper-finanziario, che specula sui derivati marci e sui debiti statali, ostacoli il "buon" capitalismo produttivo che crea i beni materiali di cui abbiamo bisogno per vivere. Tom Thomas mostra, al contrario, che la finanza, con le sue bolle, i suoi crash e le sue crisi di proporzioni senza precedenti e dalle conseguenze disastrose, non sono incidenti che potrebbero essere evitati tornando a un capitalismo ragionevole o modificato, ma sono il risultato del funzionamento stesso del capitalismo. Così, la finanziarizzazione dell'economia non è il male da combattere, è la corsa a capofitto di un modo di produzione che si è esaurito. Utilizzando gli strumenti del marxismo al servizio di un approccio storico, l'autore analizza l'attuale crisi economica come il culmine di un processo iniziato diversi decenni fa. L'autore analizza l'attuale crisi economica come il culmine di un processo iniziato diversi decenni fa. Di fronte a una crisi di dimensioni sempre più politiche e geopolitiche, così come le sfide ambientali che i leader neoliberali non sembrano capire, un'alternativa radicale sta diventando sempre più urgente: o l'abolizione del capitalismo con i suoi rapporti di proprietà e sfruttamento, o un neofascismo che assomiglia a un incubo orwelliano e le sue guerre imperialiste».
(dal risvolto di copertina di: Thom Thomas, "Quoi qu'il en coûte ou La fuite en avant du capitalisme". Critiques Editions, 2021 )
Nessun commento:
Posta un commento