giovedì 23 gennaio 2025

Il Volo nell'Abisso !!

Un paese per vecchi
- Il percorso oligarchico dell'America verso l'incombente era della gestione fascista della crisi -
di Tomasz Konicz [***], 22.01.2025

La catastrofe, verso cui non è solo l'America che si sta dirigendo, incombeva già da prima della vittoria elettorale di Joe Biden nel 2020. Se dovessi essere eletto, «fondamentalmente non cambierebbe nulla», ha assicurato Biden ai ricchi donatori, nel corso di una cena elettorale a New York, nel giugno 2019, allorché il suo rivale socialista, Bernie Sanders, stava allora diffondendo ancora paura e terrore tra le fila dell'oligarchia statunitense, nel corso della campagna per le primarie [*1] Dovevano essere mantenute le caratteristiche fondamentali delle politiche neoliberiste insieme a quelle delle costituzioni economiche, nello stesso modo in cui erano dominanti dagli anni '80. In gran parte, il presidente ha mantenuto la sua parola, con una grande eccezione di destra, però: Biden ha adottato le politiche economiche protezionistiche del suo predecessore Donald Trump [*2], lo ha fatto al fine di arrestare in parte, a spese della concorrenza atlantica, il progressivo impoverimento della classe media americana [*3], senza dover per questo tassare l'oligarchia statunitense, la quale si sta sempre più organizzando. Ed è stata proprio questa idea reazionaria, di voler mantenere lo status quo anche di fronte alle continue dinamiche della crisi capitalistica, ad aver dato una spinta al fascismo. Biden, il tanto celebrato “dealmaker” di Washington che sa come negoziare i compromessi, è stato a malapena in grado di far passare uno qualsiasi dei suoi già inadeguati progetti di riforma, mentre l'inflazione strangolava gran parte dell'elettorato democratico [*4]. Il Green New Deal, e la postulata trasformazione ecologica degli Stati Uniti sono rimasti solo un brutto scherzo, dato l'abisso tra la necessità ecologica e la sua applicabilità politica [*5]. La crisi non ha ridotto il crescente divario sociale negli Stati Uniti: il sistema sanitario privato rimane disfunzionale, i senzatetto sono ai massimi storici, il costo della vita continua ad aumentare e le infrastrutture rimangono in gran parte fatiscenti. Biden ha fatto sì che nulla cambiasse in modo sostanziale. In tal senso, la sua amministrazione ha indubbiamente eseguito un' ultimo ballo di San Vito neoliberista sul vulcano ribollente della crisi [*6] , laddove in realtà tutte le deviazioni dall'ortodossia neoliberista - soprattutto quella riguardante la deglobalizzazione protezionistica [*7] già avviata - hanno solo preparato il terreno per questa grande svolta autoritaria che è ormai imminente. Tuttavia, la realtà della crisi tardo-capitalista appare molto più evidente persino delle caricature o delle satire più esagerate di questi ultimi anni.Ciò che non ci si aspettava, quando Biden è entrato in carica nel 2020, è stata la volontà del Partito Democratico di gettare benzina sul fuoco dello stato mentale del suo presidente fino alla fine. Joe Biden non era più in pieno possesso dei suoi poteri mentali e cognitivi, già durante la campagna elettorale del 2020 in cui veniva deriso come “creepy” o “sleepy Joe”, dopo essere riuscito, grazie a un'eccellente rete interna alla macchina politica statunitense, a impedire che l'anziano socialdemocratico di sinistra Sanders diventasse il candidato alle presidenziali, e a battere l'impressionante impopolarità di Trump nella campagna elettorale per le elezioni democratiche americane del 2020 [*8] , contro il quale all'epoca avrebbe potuto vincere un qualsiasi robot. La presidenza di Joe Biden può quindi essere interpretata come una vetrina dell'industria sanitaria tardo-capitalista, i cui prodotti di punta sono riusciti a mantenere ampiamente presentabile l'anziano presidente per quattro lunghi anni, mentre l'industria dell'opinione, nella sua opera di sensibilizzazione, è riuscita con orwelliana accuratezza a nascondere l'ovvio: che alla Casa Bianca c'era qualcuno che difficilmente riuscirebbe a trovare un lavoro come custode, essendo sempre più sopraffatto da una scorretta percezione dello spazio-tempo [*9].

Gli Stati Uniti come la nuova Unione Sovietica?
Nei quattro anni della sua presidenza non è mai stato nominato alcun successore. E visto che Joe Biden era a suo agio, fondamentalmente non è cambiato nulla; i potenti gruppi di pressione della macchina politica di Washington potevano essere certi che l'amministrazione Biden non avrebbe mai osato impegnarsi in dei seri scontri, malgrado l'allegro avanzamento della crisi sistemica socio-ecologica. Dall'industria del fracking a quella sanitaria, Biden – il cui unico "merito" è stato quello di impedire Sanders – era e rimaneva una scommessa politica sicura. Innanzitutto, la presidenza Joe Biden ha chiarito che le complesse macchine politiche degli Stati centrali tardo-capitalisti possono in gran parte funzionare anche senza un leader: solo in situazioni di sconvolgimento storico, come sulla questione della guerra e della pace, come durante la crisi dei missili di Cuba nel 1962, dei singoli leader forti possono effettivamente stabilire una rotta per la storia. A tal proposito, se il mondo è sopravvissuto ai quattro anni della presidenza Biden, compresa la guerra in Ucraina, senza che ci sia stata una guerra mondiale, possiamo parlare di fortuna. Sleepy Joe era, per così dire, il Leonid Brezhnev [*10] di un sistema mondiale tardo capitalista che sta andando  verso l'aperta dissoluzione; un veterano affidabile e confortevole della casta politica statunitense, la cui infermità riflette la crisi letale del capitale, che sta raggiungendo i propri limiti interni  e storici relativi allo sviluppo. I parallelismi, tra l'attuale sistema mondiale tardo capitalista e la stagnazione dell'Unione Sovietica negli anni '80 - già chiaroveggentemente descritte negli anni '90 dal teorico della crisi Robert Kurz nella sua opera "Il collasso della modernizzazione" [*11]  - sono da tempo evidenti. Ma mentre i vecchi della nomenklatura sovietica erano riusciti quanto meno a produrre un capo di Stato e di partito giovane, e dall'aspetto dinamico, che ha però clamorosamente fallito nel riformare il malato: il capitalismo di Stato di carattere dell'Europa orientale; il tardo capitalismo produce solo un pagliaccio terrorista fascista, come Donald Trump, che questa volta è stato eletto democraticamente – con la maggioranza effettiva dei voti. Il borderliner politico Donald Trump [*12] – che può, allo stesso tempo, negare la crisi climatica e chiedere una Groenlandia ricca di risorse a causa del rapido disgelo della copertura glaciale nell'Artico – incarna tutta l'irrazionalità, il desiderio di morte del capitale nella sua agonia. Di fronte alle proprie contraddizioni, che si acuiscono sempre di più, rimane così solo l'eccesso, la fuga in avanti, per il capitale e per l'estrema destra in quanto amministratore esecutore della crisi. È il volo nell'abisso.

Il percorso democratico verso la post-democrazia
Trump incarna il viaggio nell'apocalisse, ma è già dal 2020 [*13] che le élite funzionali statunitensi si sono avviate verso la catastrofe di un collasso caotico della socializzazione del valore. La blanda argomentazione socialdemocratica di un Bernie Sanders, secondo cui è necessario cambiare molte cose al fine di evitare i più gravi sconvolgimenti sociali, era già troppo forte. Nel 2020 Bernie Sanders ha dovuto fallire nell'implementazione di un nuovo New Deal, che invece Roosevelt era stato in grado di realizzare durante la crisi attuativa pre-fordista degli anni Trenta. Questo non è dovuto solo ai quattro decenni di indottrinamento e di egemonia neoliberista che hanno preceduto la fatidica campagna per le primarie democratiche del 2020 [*14]. Un Green New Deal non avrebbe semplicemente potuto essere sufficiente; sarebbe stato solo un primo passo per affrontare la crisi socio-ecologica del capitale. Tuttavia, il vecchio socialdemocratico Sanders avrebbe potuto avviare una dinamica diversa, di trasformazione - ed è proprio questo che ha spaventato l'aristocrazia statunitense e la sua élite politica. In definitiva, la campagna per le primarie del 2020 riguardava un percorso di trasformazione del sistema, al fine di poter essere in grado di contrastare la crisi sistemica capitalistica; le élite funzionali degli Stati Uniti, in particolare quelle nel Partito Democratico, lo hanno sentito istintivamente. Ed è stato proprio per questo che Joe Biden è riuscito a serrare assai rapidamente i ranghi alle sue spalle promettendo semplicemente – come detto all'inizio – che non sarebbe cambiato nulla. È esattamente questo ciò che, negli Stati Uniti, le principali fazioni capitaliste volevano sentire. Ed è stato proprio questo che ha motivato tutte le diverse ali rilevanti del Partito Democratico a voler impedire a Sanders uno sforzo congiunto; anche se il prezzo ha dovuto essere quello di un Joe Biden in rapido deterioramento[*15]. Ma la crisi del capitale non può essere fermata dagli intrighi e dalle manipolazioni messe in atto nelle primarie presidenziali. Dopo che i democratici hanno impedito che ci fosse un modo progressista di affrontare la crisi, il pendolo ha oscillato ancora una volta nella direzione del populismo di destra e della pura ideologia fascista della crisi. Proprio perché il – beh, sì [*16] – Il "Team Biden" in realtà non voleva cambiare sostanzialmente nulla. Ma invece cambierà tutto, dal momento che il capitale perirà, in quanto processo feticistico di autovalorizzazione su sé stesso, senza limiti. Come ho detto, negli anni '80, rispetto agli imprenditori politici di Washington che chiedevano costantemente l'elemosina per i soldi delle sponsorizzazioni, le file dei vecchi uomini al Cremlino erano progredite ulteriormente,  nella loro comprensione della necessità di riforme di vasta portata. Tuttavia, non è chiaro come procederà questo processo di trasformazione negli Stati Uniti. Ma il blocco democratico di un percorso progressista di gestione della crisi negli Stati Uniti, ha fatto in modo che ora si concretizzasse l'opzione fascista. Si potrebbe anche sostenere che sia stata la prima presidenza di Trump ad aver danneggiato irrimediabilmente il Partito Democratico. Tutte le richieste politiche progressiste, tutte le promesse di riforma fatte da Sanders nel 2020 hanno dovuto piegarsi alla consegna di impedire di nuovo Trump. E questo ha significato avvicinarsi sempre più alla retorica della destra. Il Partito Democratico non ha nemmeno condotto una campagna primaria significativa per nominare un candidato alternativo al sempre più senile Joe Biden. Kamala Harris, la vuota stella cadente dell'ottusità della sinistra liberale unita su entrambe le sponde dell'Atlantico, e che, durante la calda fase della campagna elettorale, si è fatta prendere dal panico della seconda fila,  non ha offerto alternative, dato che si trovava già alla destra di Joe Biden. La loro agenda di politica economica è stata in gran parte plasmata da Wall Street [*17]. Ecco perché il vecchio socialdemocratico Sanders è rimasto legato all'anziano presidente per così tanto tempo [*18]; nella macchina politica tardo-capitalista di Washington, Biden era il massimo possibile della politica progressista.

Nuove normalità oligarchiche
La seconda presidenza di Trump non sarà una mera ripetizione dello spettacolo di quello che fu il suo primo mandato. Sembra sicuro il fatto che nei prossimi quatto anni le fondamenta stesse della democrazia americana – anche in questo suo attuale stato di facciata, quasi post-democratico – continueranno a erodersi, per lasciare il posto a tendenze autoritarie-oligarchiche, genuinamente fasciste. Finora, la base dell'attività politica a Washington era rappresentata dallo Stato di Diritto. In termini concreti, ciò significa che le lobby – le più forti finanziariamente, le più influenti – al fine di creare un quadro giuridico adeguato che favorisca l'interesse specifico allo sfruttamento, esercitano un'influenza sulla legislazione. Il principio oligarchico del potere, prenderà il posto dello Stato costituzionale capitalista, il quale deve comunque sempre funzionare come se fosse un capitalista collettivo ideale (sebbene, nell'era neoliberista, questo fattore di stabilizzazione del sistema, sia sempre più passato in secondo piano). Si tratta di una forma di barbarie, relativa al dominio capitalistico che viene promossa dalla dinamica della crisi; simile a quella che si si può trovare anche in molti paesi della semi-periferia del sistema globale capitalistico, come la Russia o come l'Ucraina. La lotta per la legislazione viene sostituita dai conoscenti personali, dalle cricche, da quei racket che operano nelle zone grigie della legalità e dei blocchi di potere che lottano per guadagnare posizioni di potere e di accesso al potere statale o pubblico. In un simile processo, in preda a questi racket, lo Stato degenera e i suoi mezzi di potere vengono strumentalizzati direttamente per interessi particolari; come ad esempio avviene nella lotta per le sinecure economiche, come era ed è tuttora comune nello spazio post-sovietico. In tal modo, nel 21° secolo, l'erosione dello Stato e la formazione autoritaria all'interno delle dinamiche della crisi fascista vanno di pari passo: sono le due facce di un unico processo di barbarie, la quale viene indotta dalla crisi non appena le reazioni progressive alla crisi, che puntano deliberatamente alla trasformazione, sono state soppresse. Ed è proprio questo che, in tutta la sua, a volte ridicola, inequivocabilità, possiamo osservare negli Stati Uniti. Ciò non vale solo per il miliardario estremista di destra Elon Musk, il quale – non diversamente da Trump – personifica l'irrazionalità sempre più evidente della relazione di capitale, vista nella sua crisi permanente e nei suoi tratti caratteriali borderline. Ma Musk rappresenta anche un'avanguardia oligarchica. Difficilmente, i futuri elettori statunitensi potranno fare a meno di sponsor, o di attori, i quali non intervengono più attraverso delle campagne di raccolta fondi, o attraverso comitati di azione politica (PAC), ma "sostengono" direttamente i loro candidati; a volte semplicemente dando dei soldi agli elettori [*19]. Subito dopo le elezioni, Musk ha cominciato a sostenere le forze populiste, o di estrema destra degli Stati Uniti, e a plasmarle secondo le sue idee, ad esempio lo ha attraverso interventi a proposito del Regno Unito, o con il sostegno alla campagna elettorale per l'AfD in Germania. Una tempesta perfetta si profila all'orizzonte, dove Washington si trasformerà, con tutti i suoi mezzi di potere, in un promotore di movimenti populisti di destra, o addirittura di fascisti in un'Europa in crisi o – ancora una volta – in America Latina. Musk, è solo il leader di spicco di quella che è una "alleanza di oligarchi" trasformatasi intorno a Trump; come ha scritto il New York Times a metà gennaio [*20]. Jeff Bezos (Amazon), Mark Zuckerberg (Meta/Facebook), Tim Cook (Apple), Sundar Pichai (Google/Alphabet) hanno già tutti reso omaggio a Trump, durante le udienze di Mar-a-Lago. I miliardari si sono resi conto che d'ora in poi «le regole cambieranno» e hanno pertanto «segnalato la loro volontà di seguirle», secondo il NYT. Per non essere preso di mira dallo Stato, avere il favore dell'instabile 78enne egomaniaco a capo dello Stato è ormai cruciale. I primi gesti di sottomissione – intesi a conquistare il favore del Re Folle alla Casa Bianca – sono stati fatti, a volte, prima dell'elezione di Trump. Nelle aziende statunitensi i programmi di promozione delle minoranze vengono interrotti uno dopo l'altro, e non solo per quanto riguarda Facebook. Microsoft lo ha fatto saggiamente a metà del 2024 [*21].Durante l'accesa campagna elettorale, i miliardari che possiedono i quotidiani liberali Washington Post e Los Angeles Times hanno impedito di appoggiare Harris. Dopo le elezioni, Tim Cook ha donato un milione di dollari al Partito di Trump. Il Gruppo Disney, attraverso il suo canale televisivo ABC News, ha donato circa 15 milioni di dollari a una fondazione di Trump e a un futuro museo presidenziale di Trump. Zuckerberg ha fatto rimuovere le verifiche - già simboliche - su Facebook per aprire i suoi social network all'odio di massa della destra, non solo durante le campagne elettorali, ma per tutto l'anno. E saranno solo gli dei dell'informatica ai vertici di Google, che sapranno probabilmente quali modifiche sono state apportate ai sacri algoritmi che controllano il battito del web in risposta alla vittoria elettorale di Trump. Amazon, da parte sua, avrebbe sborsato 40 milioni di dollari per un servizio di e su Melania Trump, moglie di Trump.

Nihil Obstat
Sembra un'oligarchia incasinata, come quella che si trova in Russia, Turkmenistan o Turchia? Esattamente. Gli oligarchi statunitensi agiscono per necessità, perché ormai non c'è quasi nulla che ostacoli la trasformazione autoritaria dello Stato americano. Non è nemmeno rilevante il fatto che i repubblicani abbiano attualmente la maggioranza sia alla Camera dei Rappresentanti che al Senato, il che significa che i controlli e gli equilibri parlamentari che caratterizzavano il sistema politico statunitense non sono quasi più in vigore. Quello che è decisivo è ciò che è accaduto all'interno del sistema giudiziario statunitense negli ultimi anni e decenni. Nel sistema giudiziario statunitense, si è scatenata una vera e propria guerra giudiziaria per la nomina di giudici influenti, nella quale gruppi “conservatori” fortemente organizzati, come la Federalist Society, sono stati in grado di piazzare i loro candidati, a volte di estrema destra, in molte delle posizioni chiave dell'apparato giudiziario [*22]. La maggioranza di destra della Corte Suprema degli Stati Uniti è soltanto la punta dell'iceberg: la mitologizzata Costituzione degli Stati Uniti - un documento scritto circa 250 anni fa arricchito da innumerevoli emendamenti - offre alla maggioranza di destra della Corte Suprema un ampio margine di interpretazione che le consente di fiancheggiare legalmente la fascistizzazione degli Stati Uniti. Questa politicizzazione reazionaria del sistema giudiziario statunitense è disastrosa proprio a partire dal fatto che, da un punto di vista giuridico, i piani di politica interna reazionari e autoritari dell'amministrazione Trump, che di fatto accelereranno la fascistizzazione degli Stati Uniti, si collocano in una zona grigia. Gran parte di ciò che Washington intende far passare nei prossimi anni, verrà semplicemente deciso in tribunale - in ultima analisi davanti alla Corte Suprema, che - per precauzione? - ha già concesso al presidente un'immunità quasi totale per quanto riguarda quelli che erano i suoi piani di colpo di Stato dopo la sconfitta elettorale del 2020 [*23] Senza la Corte Suprema, Trump non avrebbe potuto partecipare alle elezioni [*24]. Sono ben note quali siano le caratteristiche principali del progetto di fascistizzazione degli Stati Uniti durante il secondo mandato di Trump. Durante la campagna elettorale ha suscitato scandalo il Progetto 2025, ideato da contesti e think tank di ultradestra, poiché esso mira effettivamente ad abolire la separazione dei poteri, a rimuovere i limiti del potere del presidente, e a epurare, per poi successivamente politicizzare, l'apparato statale statunitense secondo delle linee ideologiche cristiano-nazionaliste; tanto che Trump, durante la campagna elettorale, ha dovuto prenderne pubblicamente le distanze. Tuttavia, poche settimane dopo l'elezione, il futuro presidente [*25] ha elogiato quell'agenda reazionaria. Nel frattempo, vediamo che alcune figure, provenienti dalle reti di estrema destra che circondano il Progetto 2025, sono state portate da Trump dentro la sua amministrazione [*26]; tutto questo proprio mentre i media statunitensi stanno ora evitando quello che un tempo era un tema e uno scandalo scottante della campagna elettorale, probabilmente per un istinto di autoconservazione. Parte del mainstream mediatico sta già normalizzando Trump. Al momento non esiste alcun movimento politico di opposizione negli Stati Uniti, i Democratici sono crollati, i media stanno cercando di venire a patti con il nuovo potere della destra e l'economia può comunque convivere con Trump, anziché con Sanders [*27]. Non c'è nulla che si opponga e ostacoli la fascistizzazione degli Stati Uniti, la quale, come al solito, colpirà in primo luogo i migranti, i rifugiati e le minoranze. Probabilmente, sarà proprio la minaccia di deportazioni di massa fatta da Trump, a provocare il primo grande scontro sulla fascistizzazione degli Stati Uniti. La lotta della destra statunitense contro i programmi di uguaglianza per le minoranze, infiammerà ulteriormente il razzismo. La seconda presidenza Trump sembra anche promuovere sforzi razzisti per ripristinare il dominio della "America bianca" di fronte ai cambiamenti demografici degli ultimi decenni – da qui le considerazioni della destra sul cambiamento della legge sulla cittadinanza, come privare i bambini migranti nati negli Stati Uniti della loro cittadinanza, da qui lo stupido discorso di Elon Musk su una "crisi demografica" in un mondo che continua a mostrare una crescita della popolazione – probabilmente un'eredità della sua socializzazione in Sudafrica del razzismo boero demograficamente fissato. Musk indica la popolazione bianca delle metropoli settentrionali o degli stati centrali come il Giappone. Il razzismo - soprattutto nell'apparato militarizzato di polizia degli Stati Uniti - durante il secondo mandato Trump potrebbe anche portare a disordini e a rivolte diffuse. Questa volta, però, la destra statunitense sembra pronta a prendere misure extra-legali contro tutte le proteste. Nell'agosto 2020, il miliziano di destra Kyle Rittenhouse ha ucciso due manifestanti a Kenosha, nel Wisconsin, durante le proteste contro gli omicidi della polizia. Assolto in tribunale, è stato elevato a figura simbolica dai media conservatori, e premiato con un'udienza da Donald Trump. Durante la seconda presidenza Trump, le rivolte - come quelle che hanno scosso gli Stati Uniti nella primavera del 2020 - saranno probabilmente affrontate con una violenza estremista di destra molto più organizzata. L'erosione dello Stato - condotta attraverso battaglie di racket per i mezzi di potere dello Stato autoritario - sarà di conseguenza accompagnata da un aumento dell'importanza del tradizionale sistema di milizia americano. Tuttavia, e anche questo è ovvio, sarà la crisi del capitale, ostinatamente ignorata, a destabilizzare la presidenza Trump, soprattutto nella sua dimensione ecologica. Innanzitutto, si è arrivati a questo punto: l'aggravarsi della crisi climatica capitalista è un fattore centrale che spinge sempre più l'inflazione dei generi alimentari, di cui soffrono non solo le fasce povere e precarie della popolazione. Trump è appena riuscito a conquistare ampi settori della classe media statunitense, che ora rischia di crollare, con le sue promesse di ridurre l'impennata dei prezzi dei generi alimentari e del costo della vita; costate molti voti al “Team Biden”. Trump non può eliminare questa pressione sui prezzi. Nel medio termine, tra anni e non decenni, la crisi climatica minaccerà la sicurezza alimentare di ampie fasce della popolazione, anche nei centri del sistema mondiale. E il gioco di ombre della destra non aiuterà. Solo la violenza sarà d'aiuto. Il fascismo come forma di crisi apertamente terroristica del dominio capitalista è probabile che si manifesti in futuro, specialmente in situazioni climatiche estreme.Una New Orleans del 2025, devastata dall'uragano Katrina, potrebbe essere una prospettiva di gestione della crisi in cui il collasso delle strutture statali, le misure arbitrarie locali, il dominio del racket e i brutali interventi del governo centrale interagirebbero in interazioni caotiche. L'eccesso di violenza fascista nel 21° secolo, che si trasformerà in una cieca autodistruzione, è quindi probabile che si diffonda sulla scia dei prossimi eventi meteorologici estremi, specialmente negli Stati Uniti sociali in rapida erosione – guidati da un vecchio uomo bianco ottenebrato.

- Tomasz Konicz [***] -  Pubblicato il 22/1/2025 su  su Tomasz Konicz.Wertkritik, Krise, Antifa -

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NOTE:

1 https://www.salon.com/2019/06/19/joe-biden-to-rich-donors-nothing-would-fundamentally-change-if-hes-elected/

2 https://francosenia.blogspot.com/2024/06/il-protezionismo-che-viene.html

3 https://francosenia.blogspot.com/2023/12/divorzio-allamericana.html

4 https://www.konicz.info/2021/12/29/der-dealmaker-in-der-sackgasse/

5 https://www.konicz.info/2021/12/29/der-dealmaker-in-der-sackgasse/

6 https://telegraph.cc/letzter-neoliberaler-tanz-auf-dem-vulkan/

7 https://www.konicz.info/2023/11/20/neue-kapitalistische-naehe-2-0/ ; https://francosenia.blogspot.com/2024/01/nella-crisi-tardo-capitalista-realmente.html

8 https://www.konicz.info/2020/03/09/amerikas-demenzwahlkampf/

9 Inoltre, nella palude della scena di sinistra, c'era la solita debolezza di accusare di "abilismo" i critici di questo assurdo spettacolo di politica di potere, originariamente messo in scena per impedire la candidatura presidenziale di Berni Sanders.

10 Durante il folle regno di Breznev, l'Unione Sovietica entrò nella fase di stagnazione degli anni '80, che nella sua incapacità di riformare preparò il terreno per il collasso dei primi anni '90.

11 https://edition-tiamat.de/books/der-kollaps-der-modernisierung

12 https://www.konicz.info/2016/12/16/donald-trump-und-die-zeit-des-borderliners/

13 https://www.konicz.info/2020/04/09/us-funktionseliten-auf-dem-apokalypse-trip/

14 https://www.konicz.info/2020/04/09/us-funktionseliten-auf-dem-apokalypse-trip/

15 https://www.konicz.info/2020/04/09/us-funktionseliten-auf-dem-apokalypse-trip/

16 https://www.konicz.info/2020/03/09/amerikas-demenzwahlkampf/

17 https://www.nytimes.com/2024/10/14/business/harris-economic-plan-wall-street.html

18 https://thehill.com/homenews/senate/4789223-sanders-seeks-influence-harris-campaign/

19 https://www.bbc.com/news/articles/crlnjzzk919o

20 https://www.nytimes.com/2025/01/12/opinion/ai-climate-change-low-birth-rates.html

21 https://nypost.com/2024/07/17/business/microsoft-fires-dei-team-becoming-latest-company-to-ditch-woke-policy-report/

22 https://www.konicz.info/2021/12/25/amerikas-justizkrieg/

23 https://edition.cnn.com/politics/live-news/trump-immunity-supreme-court-decision-07-01-24/index.html

24 https://edition.cnn.com/politics/live-news/supreme-court-opinion-trump-ballot-03-04-24

25 https://www.newsweek.com/donald-trump-praises-project-2025-2000245

26 https://www.theguardian.com/us-news/2024/nov/22/project-2025-trump-picks

27 https://archive.ph/MKGux

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