mercoledì 22 gennaio 2025

Divertitevi…

Il gran Teatro dell'Autenticità: spettacolo di identità
- il "
Live Action Role Play" rivoluzionario e alternativo -

Nell'era dello spettacolo totale, dove ogni atto umano si trasforma in merce visiva, emerge un nuovo tipo di personaggio: lo Scenografo. Questa figura, che si muove con l'abilità di un mimo digitale tra il mercato delle identità e il bazar delle cause, incarna il simulacro perfetto dell'azione rivoluzionaria. Non basta più essere; si deve sembrare di essere, e ancora di più, si deve esibire di essere. Così, gli scenografi diventano artisti involontari dell'alienazione, dipingendo con un pennello largo su una tela di contraddizioni. Nella fantasia del Cambiamento Simulato, il "gioco di ruolo dal vivo" - un tempo un passatempo innocente dei fan di "dungeon and dragons" - oggi è stato riciclato in quello che è lo show visto come strumento politico. Vestiti come militanti di tempi mai vissuti, i rivoluzionari "LARPers" posano con striscioni che proclamano i loro vuoti slogan, credendo che il semplice atto di indossare il costume li possa rendere attori del cambiamento. In realtà, essi non sono altro che delle comparse nella grande opera del Capitale, che applaudono quello spettacolo che sostengono di disprezzare. L'identitarismo (la frammentazione come marchio di fabbrica) rappresenta l'ultima innovazione nel mercato delle soggettività, esso non è altro che l'ultima iterazione del "divide et impera". In tal modo, ecco che ogni identità diventa una nicchia, ogni nicchia diventa un mercato e ogni mercato diventa un'opportunità per i consumatori. La cosiddetta "autenticità" si misura nei "like" e nell'appartenenza al gruppo messa in atto per mezzo di t-shirt personalizzate. Gli identitari, i quali sono convinti di stare sfidando il sistema, ne sono invece i promotori più entusiasti che trasformano la differenza in un nuovo spettacolo dove la rappresentazione sostituisce la trasformazione. Arriviamo così, infine, all'alternativismo: quel miraggio di resistenza che fiorisce nelle fiere vegane e nelle cooperative di quartiere, a prezzi che farebbero piangere il sottoproletariato. L'alternativismo dei mercati di resistenza prefabbricati, è l'ossimoro perfetto: una resistenza che non minaccia nessuno, un cambiamento che non cambia nulla. È il punto d'incontro tra il marketing e la pseudo-ribellione, laddove consumare un caffè del commercio equo e solidale equivale, a quanto pare, a prendere il Palazzo d'Inverno. Alla fine, tutto questo teatro non è altro che una variazione dello spettacolo descritto da Guy Debord, dove ogni gesto, ogni parola e ogni azione diventa una merce. Gli scenografi, i ladri, gli identitari e gli alternativisti non hanno rotto con lo spettacolo; lo hanno interiorizzato, lo hanno decorato, lo hanno personalizzato. Essi sono quei giullari del sistema i quali credono di stare complottando contro il re proprio nel mentre che ballano alla sua corte. Distruggere lo spettacolo non significa indossare un altro costume! Significa strappare la maschera e accendere la fiaccola della negazione radicale. Ma questo, ovviamente, non può essere pubblicato su Instagram.

fonte: Comunismo Gotico

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