È un buon segno, quando un prodotto (certo, una merce! Perché? Cos'altro avete voi da offrire?!!???) crea scompiglio, e forma degli schieramenti contrapposti, la cui partecipazione a uno dei due - piuttosto che all'altro - non sembra derivare dall'appartenenza ad altre precedenti categorie! Come dire, c'è qualcosa di nuovo... E quand'è così, avviene sempre che il prodotto (la merce) di cui sopra diventa come una sorta di cartina di tornasole, a partire dalla quale potete scegliervi - come dire - la compagnia. Se vi dico Cazzullo o Travaglio, Giordano Bruno Guerri o Giampiero Mughini ... voi? Ci andreste a cena? Attenzione, perché se rispondete sì, a questo punto rischiate di dover fare a meno della mia compagnia come vostro commensale. Ecc..
È stato questo che ha finito per caratterizzare una serie TV, come "M. Il figlio del secolo" - tratto da un romanzo di Scurati, e arrivata solo al secondo episodio degli 8 che ne promette - creando due schieramenti rispetto ai quali ciascuno può misurare il proprio senso critico a 360°. Arte, cinema, politica, storia, economia, sociologia, filosofia, psicologia, e Psicoanalisi: insomma, chi più ne ha più ne metta; perché il piatto è ricco. Del resto, come ha detto Godard, anch'io «sono sempre stato convinto del fatto che un uomo e una donna che non amano gli stessi film, alla fine divorzieranno!». Così, anche qui, mentre si parla e si legge di "M", cominciamo a guardarci negli occhi con sospetto. E a partire dal sospetto di... fascismo!!
Il fascismo, lo sappiamo com'è andata la cosa, e la serie tv ce lo ricorda: senza socialismo niente fascismo!
È bastato l'interventismo nella prima guerra mondiale, in cui, nel nome del nazionalismo appena scoperto, si unirono allegramente socialisti e sindacalisti rivoluzionari, per dare le basi a quello che di lì a poco sarebbe stato il fascismo. Poi, che anche Gramsci e Togliatti siano stati interventisti, mentre invece Bordiga no, be' questa è tutta un'altra storia, ma non credo che mai nessuno ci farà sopra una serie TV, per quanto non si possa mai sapere...
Ma torniamo al fascismo e alla paura della nascente borghesia italiana che, in una simile situazione, ritenne che la cosa migliore fosse quella di affidarsi a un energumeno, un po' tanto vigliacco e opportunista, che alla direzione dell'Avanti aveva già preferito i soldi provenienti da chi si sa e di cui lo aveva rifornito Filippo Naldi. Il resto è storia. O meglio il resto è M, il figlio del secolo che ci racconta in maniera impeccabile (da Oscar) e con uno stile coinvolgente (da doppio Oscar) come sono andate le cose. Per cui guardatevelo, se volete sapere come sono andate davvero sto cazzo di cose, per quanto possano anche non essere andate esattamente in quel modo. Non importa. Sulla scena che state guardando, quello che vedete (splendidamente interpretato), è un uomo che odiava sé stesso - e di conseguenza odiava tutti - perché non era riuscito a essere quello che, da ragazzo, avrebbe tanto voluto essere. Il conto lo ha fatto pagare a tutti i suoi contemporanei, e oltre. Continuiamo a pagarlo anche noi, voi sapete come.
Se volete leggere una critica migliore di questa (ci vuol poco) e più dettagliata, allora vi consiglio quella di John Dillinger Jr..
Io, intanto mi vado a scaricare le due puntate seguenti!
Solo un blog (qualunque cosa esso possa voler dire). Niente di più, niente di meno!
venerdì 17 gennaio 2025
E’ un buon segno!
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