domenica 23 gennaio 2022

È colpa tua !!

Estratto da "I tedeschi preferiscono mettere in scena sé stessi come vittime". Intervista con lo storico e scienziato sociale Moishe Postone sulle possibilità e i deficit della critica di sinistra del capitalismo (Konkret, 5/2012)

Konkret: In tempi di crisi, il risentimento antisemita, e i modelli di comprensione del mondo sembrano attraversare una particolare congiuntura. Il suo saggio "Nazionalsocialismo e antisemitismo", pubblicato in Germania nel 1982, in alcuni ambienti ha avuto una grande influenza sulla teorizzazione dell'antisemitismo. Quali sono i punti principali della sua analisi?


Moishe Postone: È difficile esporlo in breve. Il capitalismo non è semplicemente il dominio di una classe su un'altra. Ma si tratta piuttosto di un sistema di mediazione sociale il quale domina tutti i membri della società. Ovviamente, le persone vengono colpite in maniera differente da questa predominanza. Il capitalismo è una forma di dominio impersonale, cui è soggetta anche la borghesia. Se i capitalisti non si sottomettono ai dettami della concorrenza, ben presto non saranno più dei capitalisti. Si tratta di una differenza molto importante rispetto, per esempio, all'aristocrazia. Un aristocratico può perdere tutto quanto, eppure non per questo smetterà di essere un nobile. Ma un capitalista è un borghese solamente nella misura in cui egli esegue con successo quelli che son gli imperativi che gli vengono dalla mediazione sociale astratta. Gli individui sono tutti quanti i soggetti di un movimento che si dispiega in maniera inconcepibile, inafferrabile e invisibile. Ed è in questo contesto che si spiega l'idea che si trova diffusa, secondo la quale dietro le quinte ci sia una cospirazione segreta. La grande differenza esistente tra razzismo e antisemitismo, risiede nella visione del mondo degli antisemiti, per cui gli ebrei non sono una "razza" subordinata, ma invece vengono piuttosto immaginati come se essi fossero estremamente potenti. Sono immaginati come una "contro-razza" a partire dal fatto che rappresentano quei principi che si ritengono che siano all'opera dietro ciò che è inconcepibile. Nell'antisemitismo, il dominio strutturale del capitalismo diventa opera degli ebrei. Pertanto, l'antisemitismo viene visto come emancipatore e anticapitalista. I nazisti volevano "liberare" il mondo. Mentre nell'analisi di Marx, l'astratto e il concreto sono pensati solo come aspetti differenti della forma della merce, ci sono molti teorici che considerano il concreto come se non fosse socialmente formato, ma piuttosto come naturale. L'astratto, invece, viene interpretato come parassitario, subalterno al concreto. Ciò vale allo stesso modo anche per quella che è la riduzione della critica del capitalismo a solo una critica del capitale finanziario. Un'analisi del genere non è in grado di comprendere il capitalismo in quanto totalità. Al suo posto, viene proposta l'idea secondo cui i mercati finanziari sono dei parassiti di quella che è di fatto una "sana economia nazionale" fatta di piccoli imprenditori, lavoratori e impiegati. Sotto molti aspetti, con Il Capitale, Marx ha elaborato una teoria del feticismo. Si tratta sempre e comunque del modo in cui, a diversi livelli, i rapporti di capitale si presentano come "naturali". Le merci ci appaiono come se fossero delle cose naturali che circolano facendo uso della mediazione del denaro, il quale anch'esso appare come il portatore naturale del valore.

fonte: Konkret

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