sabato 1 gennaio 2022

Apotegmi …


Gli insegnamenti di Marx hanno subito il destino di un atroce paradosso: a partire dal suo pensiero, vale a dire, un'appassionata e lucida critica negativa dello Stato, del lavoro e di ogni servitù umana, è stata forgiata un'ideologia brutale e poliziesca che serviva a legittimare l'instaurazione di un nuovo tipo di Stato, potente e oppressivo. Per quanto non ci sia niente di più falso che vedere nell'incubo carcerario del «socialismo reale» la realizzazione delle «idee di Marx», dobbiamo tuttavia sospettare che negli scritti dello stesso Marx ci fossero già alcuni elementi che, involontariamente, ammettevano e prefiguravano tutto questo. Non è più solo questione di distinguere, nel pensiero di Marx, ciò che è vivo da ciò che è morto, ma si tratta di qualcosa di assai più drammatico e vitale: sapere cosa si colloca dalla parte della vita e cosa invece dalla parte della morte, in altre parole, dalla parte dello Stato e del Capitale, e di tutte quelle nuove forme che essi hanno acquisito durante il corso del loro sviluppo storico. Presentato per la prima volta al pubblico francese da Luis Andrés Bredlow e Anselm Jappe in un'edizione ampliata da due articoli (che denunciano i meccanismi di assimilazione della ribellione, criticando la concezione della fine della storia di Fukuyama), "Apotegmi sul marxismo" mette in evidenza quei punti più essenziali nei quali il pensiero di Marx resta vivo e attuale, così come quelli in cui continua invece a essere utilizzato ai fini del rinnovamento delle forme di dominio statale. Anticipando la distinzione tra un «Marx esoterico» e un «Marx essoterico», Agustín García Calvo procede, partendo da un'intransigente fedeltà a quella che è una dialettica marxiana e negativa, a condurre un attacco implacabile contro le dottrine riassunte sotto il nome di marxismo: «materialismo dialettico» e «materialismo storico», la riduzione della dialettica alla Storia, la valorizzazione positiva del Lavoro, l'illusione di uno Stato al servizio del popolo, la Lotta di Classe vista come motore della Storia, ma anche l'idiozia di voler soppiantare il vecchio antagonismo di classe con la lotta delle «nazioni oppresse» o con la liberazione degli individui.

Agustín García Calvo : "Apophtegmes sur le marxisme", (Crise & Critique, 2021)

Agustín García Calvo (1926-2012) è stato un filologo, linguista, poeta, drammaturgo e saggista spagnolo, maestro per più di una generazione di miscredenti e ribelli. Professore di filologia latina all'Università di Madrid, venne licenziato nel 1965 a causa del suo sostegno alla rivolta studentesca e visse in esilio a Parigi dal 1969 al 1976. Tornato a Madrid dopo la morte del dittatore, è rimasto fedele allo spirito ribelle degli anni '60, che ha mantenuto attraverso la sua instancabile attività di oratore e scrittore.

Nessun commento: