“L’effondrement”, la serie francese che mette in scena il collasso della società
- di Daniel Ruis -
"L’effondrement", ossia Il Collasso, è una serie TV francese che si ispira alle tesi derivate dal recente concetto di “collassologia”: lo studio interdisciplinare dei rischi legati al collasso della società e della civiltà industriale. Il termine “collassologia” (in ing. Collapsology) è stato coniato da Pablo Servigne e Raphaël Stevens nel loro libro Come tutto può collassare (2015). Tuttavia, il modello scientifico della distruzione antropogenica della biosfera è datato al 1973, con I limiti dello sviluppo scritto dal Club di Roma. La serie è stata creata, scritta e prodotta dal collettivo Les Parasites e trasmessa da Canal+ tra novembre e dicembre 2019, giusto prima che scoppiasse la crisi del Coronavirus in Europa. Ha vinto almeno 6 premi, incluso il premio Berlin Special Projection e un Emmy come miglior miniserie. Ultimamente Les Parasites hanno prodotto film corti come Whistleblowers, Board Games e Crisis of Empathy, che mettono in dubbio, con ironia e humor nero, la sorveglianza generalizzata, gli eccessi del capitalismo e l’individualismo. Questa serie segue i percorsi di individui, gruppi e famiglie in momenti differenti e in posti differenti, mentre cercano di sopravvivere in svariati modi in un mondo sul quale non hanno più controllo, in una situazione di collasso. Nel corso degli episodi, lo spettatore rimane all’oscuro delle cause precise alla base del collasso della società. Vengono mostrati i passaggi e i processi di risposta, le reazioni dei personaggi e delle loro comunità, sempre segnati da eventi scatenanti, apparentemente innocui che tutti noi abbiamo sperimentato prima (interruzioni di corrente, mancanza di provviste nei supermercati, carenza di carburante, etc.) che portano a eventi più gravi (furti, uso di armi) che rischiano di generare delle situazioni sempre più violente. Alcuni episodi mostrano lotte per la sopravvivenza e modalità di resistenza, mentre altri presentano modi di organizzazione di aiuto reciproco. Con un budget di due milioni di euro, ciascun episodio è stato prodotto con una elaborazione minimale in una o più riprese. La serie ha otto episodi di circa 20 minuti ciascuno. Il titolo di ciascun episodio si riferisce a un luogo specifico, così come il tempo passato dal D-Day: primo giorno del collasso. Ciascun episodio mostra un avanzamento cronologico rispetto al precedente, fino al giorno 170 dell’episodio 7. Solo l’ultimo episodio, l’ottavo, parte da 5 giorni prima del D-Day, rappresentando attivisti che cercano di avvertire delle conseguenze osservate negli episodi precedenti, entrando sul set di un programma televisivo molto ascoltato.
Episodio 1, “Il Supermercato”. Ambientato nel giorno D+2. Rappresenta Omar, un cassiere del supermercato, che dovrebbe aiutare la sua ragazza Julia e i suoi amici a ottenere provviste per scappare dalla città. Non c’è elettricità e i beni di prima necessità scarseggiano. Il manager del supermercato ne approfitta speculando sulla mancanza di beni. I sistemi di comunicazione e i le carte di credito iniziano a non funzionare. Omar ha paura di perdere il suo lavoro e rifiuta di seguire il gruppo, ma li aiuta a scappare senza pagare. Finalmente Omar cerca di raggiungere gli amici, ma è catturato dalle forze di sicurezza e dagli agenti. I temi principali dell’episodio sono: la fragilità della società industriale; la cieca fede della società dei consumi; lo sfruttamento delle crisi da parte delle élite per speculare; l’uso della violenza da parte della classe al potere.
Episodio 2, “Il distributore di benzina”. Ambientato nel giorno D+5. C’è una lunga coda al distributore di benzina, che accetta solo pagamenti tramite cibo. Un uomo cerca di pagare offrendo il frutto delle sue giovani figlie, ma è rigettato perché il frutto è deperibile. I proprietari, Christophe e Marianne, e il loro figlio disabile hanno preparato il loro furgoncino per scappare prima che la situazione degeneri. Un poliziotto minaccia con la pistola affinché il suo serbatoio venga riempito completamente, ma le riserve di benzina stanno finendo e la folla inizia a saccheggiare la stazione. L’uomo con le figlie prende il furgoncino di Christophe minacciandolo con la pistola del poliziotto e fugge dal trambusto. I temi principali di questo episodio sono: il valore relativo delle cose (cibo, pistole, soldi, …) durante una crisi; la legge della giungla e il crollo dei controlli sociali; l’eccessiva dipendenza dal combustibile fossile.
Episodio 3, “L’aeroporto”. Ambientato nel giorno D+6. Laurent Desmarest dorme nella sua lussuriosa villa con l’amante quando è svegliato dalla chiamata del suo assicuratore, che lo avverte che gli rimangono 15 minuti per arrivare all’aeroporto più vicino per essere prelevato. Cerca di raggiungere sua moglie Sofia che è via, per salvare anche lei, ma senza successo. Si precipita con la sua auto all’aeroporto portando con sé alcuni dipinti di valore. Una folla di persone sfollate occupa la strada. Lungo il percorso Laurent si inietta un chip di identità nel suo braccio. Perde il volo, ma è informato che può ancora provare a prendere il successivo che parte tra 50 minuti in un altro aeroporto. Cerca di corrompere il proprietario di un aereo privato per portarlo fino a lì, ma finisce per rubare l’aereo dal momento che sa come pilotarlo lui stesso. I temi dell’episodio: l’estrema disuguaglianza di ricchezza, opportunità, informazioni, capacità, rischi, sicurezza; il valore (o la perdita di valore) del denaro.
Episodio 4, “Il Villaggio”. Ambientato nel giorno D+25. Un abitante di una città guida un gruppo di sfollati che ha incontrato lungo la strada per arrivare a un eco-villaggio. La comunità dell’eco-villaggio si riunisce per decidere se ammetterli o meno. Karine, una degli sfollati, ha paura che saranno rigettati e convince due dei suoi compagni a scappare con il cibo e le medicine della comunità. Lei uccide il figlio del capo della comunità che li scopre rubare e poi uno degli sfollati che la vede mentre nasconde il cadavere. Alla fine, il gruppo è autorizzato a rimanere, ma Karine scappa. I temi dell’episodio: la lotta per la sopravvivenza; i vantaggi delle aree rurali durante le crisi; il valore della vita; la sicurezza; l’individualismo vs solidarietà; la fiducia.
Episodio 5, “La centrale nucleare”. Ambientato nel giorno D+45. Amine sta guidando un gruppo di volontari nel disperato tentativo di raffreddare manualmente il reattore nucleare fintanto che le riserve d’acqua non saranno ripristinate. La centrale alla fine esplode e molti di loro rimangono feriti. Iniziano l’evacuazione in un raggio di 50 km ma si verifica una seconda esplosione. I temi dell’episodio: disastro tecnologico; la fine della civiltà industriale; la leadership; il sacrificio; l’altruismo.
Episodio 6, “La casa di riposo”. Ambientato nel giorno D+50. Marco è l’ultimo impiegato rimasto nella casa di riposo. È molto gentile con gli anziani, ma le medicine e il cibo stanno scarseggiando. Un vecchio impiegato arriva per rubare il cibo e convince Marco ad andarsene per mettere in salvo la sua vita. Alla fine Marco acconsente, ma prima di farlo uccide tutti i pazienti con una bombola di gas. I temi: giustizia intergenerazionale; compassione; eutanasia; anziani.
Episodio 7, “L’isola”. Ambientato nel giorno D+170. Sofia Desmarets (la moglie di Laurent dell’episodio 3) si trova su un’isola tropicale e sta cercando di scappare da due uomini che cercano di rubare lo yacht. Mentre naviga verso l’isola lei cerca di mandare la sua posizione e la sua identità via radio, ma senza successo. In vista dell’isola, la barca colpisce un muro galleggiante al quale altre navi (con dei cadaveri a bordo) sono ormeggiate. Un piccolo drone fa fuoco e la ferisce, ma lei riesce a distruggerlo con una pistola segnaletica. Finalmente, riesce a mostrare la sua ID di sicurezza a un secondo drone e subito dopo una piccola imbarcazione arriva per salvarla. I temi dell’episodio: ghetti di sopravvivenza dei ricchi; intelligenza artificiale e armi automatiche; muri.
Episodio 8, “La trasmissione”. Torna indietro al giorno D-5. L’ambientalista Jacques Hombla irrompe in una trasmissione televisiva che ospita la Ministra dell’ambiente Sofia Desmarets, con la quale lui ha lavorato qualche tempo addietro. Jacques vuole avvertire il pubblico dell’imminente collasso ambientale che è già iniziato nel Sud del mondo. La ministra vuole rassicurare il pubblico, ma Jacques sostiene che la crescita verde sia un’illusione per ingannare il pubblico. L’umanità deve essere pronta a sopravvivere al collasso della civiltà, che ormai è inevitabile dal momento che non è stato fatto nulla negli ultimi 50 anni. Dovrebbero essere adottate delle misure per ridurre la carestia, la carenza d’acqua, i milioni di morti e lo sfollamento. Il presentatore prende una pausa per sbarazzarsi di lui, mentre Sofia cerca di reclutarlo. Temi: i politici, accademici e media mercenari; il pubblico credulone; la società dell’intrattenimento.
Filmato totalmente in sequenza, la serie risplende attraverso la sua tecnica, che permette allo spettatore di essere il più vicino possibile ai protagonisti e di seguire le loro avventure in tempo reale. Si odono alcune note musicali, ma il formato rimane grezzo e tralascia tutti gli elementi che tradizionalmente caratterizzano un film o una serie. Il metodo è molto interessante perché permette di osservare l’ininterrotta recitazione degli attori, tenuti a rimanere nel loro personaggio fino all’ultimo momento. Gli episodi portano lo spettatore attraverso la graduale distruzione della società, a causa di una catastrofe non identificata ma generata dalla società industriale stessa. A parte alcune eccezioni, le istituzioni (governo, università e media) sono al servizio di una élite avida e corrosiva. Il pubblico manipolato e persino una parte dell’élite stessa (come Sofia) crede nel mito neoliberale del mercato, mentre gli altri oligarchi sono ben consapevoli dei rischi e si preparano a sopravvivere in luoghi remoti con l’aiuto di compagnie di sicurezza private. Questa serie, consapevolmente, incita alla paura e all’ansia per cercare di obbligare il pubblico a reagire. La pandemia di Covid-19, e il collasso limitato che essa ha portato con sé, sono un momento per guardare questa serie, in modo tale da permetterci di pensare che qualcosa di più pericoloso potrebbe capitare. Come afferma Ugo Bardi, il collasso non è un errore ma una caratteristica di sistemi complessi, come la nostra società industriale.
- Daniel Ruis - 19/12/2020 - Pubblicato originariamente su Scienza & Pace Magazine -
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fonte: Scienza & Pace Magazine
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