mercoledì 13 ottobre 2021

Il «Proleghese»

Il soggetto moderno
- di Acid Prod -

Il proletariato, come lo intendiamo comunemente, è morto da tempo. Almeno in Francia, la distinzione tra proletariato e borghesia non sembra più pertinente per descrivere la realtà. La lotta tra queste due classi è bell'e finita dopo la caduta del blocco sovietico. In tal modo, così, il marxismo, che aveva accompagnato ideologicamente tale conflitto, si è anch'esso estinto, e ad imporsi su tutta popolazione è stata la borghesia trionfante. Ora, quelli che sono gli ultimi difensori del marxismo tradizionale non vogliono riconoscere la vittoria della classe borghese, e continuano a contrapporre in maniera sterile i due campi così ipostatizzati. Un simile approccio dualista impedisce loro di riconoscere ed evidenziare il carattere ibrido del soggetto moderno.

Il soggetto moderno è un "proleghese": egli incarna il dualismo tra proletariato e borghesia!
Da un lato, continua a essere obbligato a vendere la propria forza lavoro, se non altro per poter esistere socialmente. D'altra parte, ha perfettamente integrato le logiche borghesi, soprattutto quelle che costituiscono la sua relazione con il mondo. A partire da questo, ciò che caratterizza la borghesia è soprattutto il suo fondamento ideologico derivato dall'Illuminismo. Il "proleghese", a sua volta, considera sé stesso come uno spirito autonomo, al di fuori dal mondo della materia. Egli sfrutta, spudoratamente e senza vergognarsene, la natura - che percepisce come separata da lui - e non ha problemi a servirsi del proprio corpo. Perciò, come lavoratore indipendente, ad esempio, considera del tutto normale sfruttare sé stesso: vede il suo corpo come indipendente dalla sua mente, che per lui è sacra. Il corpo gli appare come se non fosse altro che un volgare supporto per la testa. Ed è  in questo senso che il "proleghese" è soprattutto un proletario che si è lasciato colonizzare dalle logiche borghesi. Ma non è stato semplicemente colonizzato, quanto piuttosto ha partecipato in maniera attiva alla propria mutazione, avvenuta attraverso meccanismi psichici. Come diceva Marx nella sua critica a Proudhon, il "proleghese" vuole l'impossibile. Egli vuole le condizioni della vita borghese senza però subire le conseguenze necessarie per godere di queste condizioni!
La crisi attuale provoca un conflitto psichico nel soggetto moderno, il quale ha subito  un fenomeno di interiorizzazione. Il soggetto moderno si è identificato nella costrizione sociale veniva esercitata su di lui. Questa sua sottomissione al vincolo del lavoro, ha finito per provocare in lui dei sentimenti contraddittori. Il proletario che è in lui, desidera ritrovare la propria pienezza, ma la sua parte borghese tenta di convincerlo che il lavoro è una forma di salvezza, necessario nella vita. Il "proleghese" arriva persino al punto di amare il proprio lavoro e a identificarsi grazie ad esso. Si tratta come di una sorta di sindrome di Stoccolma collettiva. È a partire da tutto ciò che la coscienza gioca un ruolo decisivo nel farci accettare l'inaccettabile...

- Acid Prod - 23 settembre 2021 -

Commenti:

Credo si possano distinguere due livelli: la forma del soggetto moderno è una determinazione più profonda, a livello individuale, rispetto alla questione dei soggetti collettivi, come le classi, o come le nazioni per esempio. Si tratta di una forma comune in quelle che sono le sue determinazioni più essenziali e generali rispetto agli individui sotto il capitalismo, ma poi questa forma viene mediata su un piano più empirico per mezzo delle «maschere di carattere» differenziate che i soggetti assumono a seconda di ciò che viene personalizzato nella relazione-feticcio capitalista. Possiamo parlare della forma-soggetto come di una forma a priori - ma limitata a una fase storica - in cui tutti i comportamenti, e la coscienza, devono essere "plasmati" affinché l'individuo venga riconosciuto come "soggetto". Fin dall'inizio, qualunque sia la loro classe, ogni individuo che vende e produce una merce deve rientrare in questa forma. Certo, a seconda dell'individuo, nella sofferenza inflitta da questa forma e nell'inadeguatezza più o meno parziale dell'individuo, ci può essere un po' di "gioco" e di non-identità, ma c'è, e si riproduce quotidianamente per "vivere" nella società della merce.

Un altro punto che può essere sottolineato, si riferisce all'interno di questo processo di soggettivazione, nel quale l'uomo (il maschio) assume la forma del soggetto moderno. Egli incarna, storicamente e logicamente, il «sesso del capitalismo» (Scholz) - e ciò è vero indipendentemente dalla classe sociale. Egli è pertanto il soggetto della conoscenza e della volontà, e lo è soprattutto logicamente e storicamente sul piano generale della determinazione del soggetto-forma, del soggetto economico e del soggetto politico (homo economicus e homo politicus), e infine del soggetto che imbriglia e domina la natura. Ma questo soggetto può diventare  dominante solo al prezzo di una dissociazione interna: il maschio deve espellere e reprimere tutto ciò che non può assumere la forma del lavoro e la forma del valore, e attribuirlo esternamente al non-soggetto dell'Altro, vale a dire, alla donna e al non bianco, allo zingaro e al superfluo. E questo processo di espulsione e repressione di ciò che è dissociato sarà costituito anche dalla paura del suo ritorno, e che può sempre trasformarsi in un odio per le donne, in una paura della propria de-mascolinizzazione, ecc. L'esclusione delle donne, dei non bianchi e degli altri soggetti "minori" non è stata quindi una "inconcludenza", vista nel quadro di una logica del valore vuota di contenuti propri, e che, seguendo il suo stesso principio, dovrebbe e potrebbe un giorno inglobare il mondo intero. Al contrario, questa esclusione è stata costitutiva fin dall'inizio, anche se le sue forme empiriche sono molto cambiate dall'Illuminismo in poi.

- Palim Psao - 25 settembre 2021 -

- Fonte: Facebook

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