Dieci anni prima dello scoppio della crisi globale del 2008, un caustico osservatore e teorico, di nome Robert Kurz, raffreddava l'euforia generale degli anni '90, affermando che se l'estate siberiana del boom capitalistico del dopoguerra, già era stata di breve durata, la successiva era del "capitalismo da casinò" degli anni '90 e 2000 sarebbe stata ancora più breve. E questo a causa del fatto che il capitalismo non è "l'eterno ritorno della medesima cosa"; vale a dire, una successione di periodi di prosperità e di crisi temporanee.
La crescita virtuale degli ultimi quarant'anni, basata sulla moltiplicazione del capitale fittizio nel settore finanziario, non ha alcun valore reale: ha di certo reso possibile l'esplosione del credito e il diffuso indebitamento delle economie mondiali, ma non può continuare all'infinito. Utilizzando una delle principali teorie contemporanee della crisi, basata sul concetto di "limite interno del capitale", in questo testo l'autore analizza tanto la logica del capitale globale quanto la sua traiettoria storica, utilizzando gli strumenti del pensiero marxiano in modo da poter così ristabilire il legame logico esistente tra la gigantesca bolla dei mercati finanziari con il crescente indebitamento di Stati e imprese, e con la più generale crisi del capitalismo.
da: Robert Kurz – La Montée aux cieux de l’argent. Limites structurelles à la valorisation du capital, capitalisme de casino et crise financière globale - Éditions Crise & Critique -
Originale: Robert Kurz: Die Himmelfahrt des Geldes, Krisis 16/17, Horlemann Verlag, Bad Honnef, 1995
In Italiano: Robert Kurz: La fine della politica e l’apoteosi del denaro, manifesto libri, Roma 1997
Nessun commento:
Posta un commento