Libertà per la catena di approvvigionamento
- Il Partito Liberale Democratico Tedesco - Freie Demokratische Partei (FDP) - non si preoccupa delle condizioni in cui avviene la produzione al di fuori dell'Europa -
di Tomasz Konicz
Ancora una volta, le associazioni imprenditoriali tedesche sono riuscite a far valere i propri interessi a livello dell'Unione Europea. Il voto relativo alla legge sulla filiera di approvvigionamento dell'UE, che avrebbe dovuto essere votato dal Consiglio dell'Unione europea il 9 febbraio dopo lunghi negoziati, è stato rinviato. Dopo che la Germania ha annunciato che non avrebbe approvato la legge, diversi paesi hanno cominciato a nutrire dubbi. Ragion per cui, non è stato più considerato sicuro che c’era una maggioranza a favore della legge. La direttiva, in cantiere da anni - prima di essere bocciata a causa di un'obiezione dei ministri dell'FDP - avrebbe dovuto imporre alle aziende europee i minimi standard di civiltà che sarebbero stati vincolanti per quanto attiene all'approvvigionamento di materie prime e alla fabbricazione di prodotti primari al di fuori dell'Europa, ed era già passata al vaglio del Consiglio europeo, della Commissione europea e del Parlamento europeo. L'astensione della Germania - che ha lo stesso peso che avrebbe un rifiuto - scaturisce da una divergenza all'interno della coalizione esplosa a gennaio. I ministri dell'FDP, Christian Lindner (Finanze) e Marco Buschmann (Giustizia), si sono espressi contro la nuova direttiva dell'UE, sostenendo che sarebbe stata dannosa per l'economia tedesca. Secondo il presidio del Partito Liberale Democratico Tedesco, la direttiva dev'essere considerata portatrice di un'eccessiva burocrazia e incertezza giuridica, che non può essere accettata a causa dell'attuale debolezza economica della Germania. Pertanto, i liberali si trovano completamente in linea con le associazioni imprenditoriali tedesche, le quali, secondo l'Handelsblatt, stanno "massicciamente" protestando contro la direttiva dell'Unione Europea. Christoph Werner, presidente del consiglio di amministrazione della catena di farmacie DM, in un'intervista a N-TV, è arrivato persino a definire il progetto di legge come "intrusivo". Precedentemente, il ministro del Lavoro Hubertus Heil (SPD) e il ministro dell'Economia Robert Habeck (Verdi), che hanno appoggiato la legge UE, avevano invitato invano il cancelliere Olaf Scholz ad avvalersi della sua autorità di emanare direttive e imporsi. Anche il presidente della commissione per gli affari europei del Bundestag, Anton Hofreiter (Verdi), ha lanciato un appello in tal senso, mettendo in guardia circa quella che, per la Germania, sarebbe una perdita di prestigio europeo: «È inaccettabile che all'ultimo minuto la Germania si astenga ripetutamente riguardo quelle che sono delle importanti decisioni europee». Scholz deve impedire che in futuro accadano cose del genere, ha chiesto Hofreiter.
Ciononostante, il 7 febbraio, il Freie Demokratische Partei ha annunciato che avrebbe bloccato all'ultimo minuto anche un regolamento UE - che era stato pienamente negoziato - riguardante gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per i camion e per gli autobus; e ciò significa che il voto, che veniva prima considerato come una mera formalità, all'ultimo momento ha dovuto essere rinviato. Tuttavia, anche i precedenti governi federali hanno perseguito una politica di ostruzionismo assai simile, basata sugli interessi. Ad esempio, nel periodo del cancellierato di Angela Merkel (CDU), per anni, i limiti di CO2 per le automobili sono stati attenuati a favore dell'industria automobilistica tedesca. Die Zeit, ha espresso la valutazione secondo cui l'approccio dell'FDP sarebbe stato conveniente per il cancelliere Scholz, dal momento che anche per lui la direttiva sulla filiera di approvvigionamento dell'UE si sarebbe spinta troppo in là. Scholz avrebbe ipotizzato che, così facendo, gli ostruzionisti liberali riuscirebbero ad ammorbidire la direttiva dell'UE a un punto tale da riuscire ad avvicinarla alla corrispondente legge tedesca sulla catena di forniture. La Germania ha già una legge sulla catena di approvvigionamento con cui l'economia tedesca riesce a convivere benissimo. Dopotutto, se da qualche parte, nel Sud globale, nel contesto di una catena di approvvigionamento, i bambini rimangono uccisi lavorando all'estrazione di materie prime, o se le distese di terra di intere regioni vengono avvelenate, la legge tedesca non fornisce, alle persone colpite, alcuna base per citare in giudizio, per danni, le aziende tedesche. Ma sarebbe questo, però, ciò che permetterebbe la direttiva UE, ha lamentato il Partito Liberale Democratico Tedesco. Carl-Julius Cronenberg - portavoce per le piccole e medie imprese nel gruppo parlamentare FDP - ha chiesto per l'economia tedesca, in un'intervista al quotidiano Handelsblatt un «Safe-Harbour-Regelung», che dovrebbe ridurre in maniera significativa la responsabilità civile delle aziende; cosa che renderebbe la direttiva UE sulla catena di approvvigionamento altrettanto inefficace della legge tedesca.
La legge tedesca sulla filiera di forniture - entrata in vigore nel 2023 - obbliga le aziende con almeno 3.000 dipendenti (e, da quest'anno con 1.000 dipendenti) a rispettare i diritti umani e gli standard ambientali, dove però questi "obblighi di diligenza" presentano molte lacune e scappatoie - soprattutto per quanto riguarda la biodiversità e la protezione del clima. Tuttavia, in caso di non conformità, l'Ufficio Federale per l'Economia e il Controllo delle Esportazioni può imporre delle multe a quelle società che generano ricavi miliardari. Le violazioni che prevedono una multa di almeno 175.000 euro possono arrivare addirittura a comportare l'esclusione dagli appalti pubblici. La scorsa settimana Lindner ha dichiarato a T-Online di voler rendere la legge tedesca sulla catena di fornitura ancora più flessibile.
- Tomasz Konicz -Pubblicato il 15/2/2024 su Jungle.World -
Nessun commento:
Posta un commento