venerdì 9 febbraio 2024

Finisce qui !!

«Il marxismo del movimento operaio non viene superato in avanti nel senso di una critica più coerente dell'economia politica, ma continua a vegetare nella sua forma più ridotta possibile come componente sociale e come rapporto con i sindacati. Il positivismo, spogliato di ogni fondazione teorica e scientifica, viene riciclato come nuovo realismo pragmatistico e come riconoscimento del mercato e del movente del profitto, considerati irrinunciabili e insuperabili. Il pessimismo culturale, infine, viene ammesso e accettato come coscienza ecologica, come evocazione della natura e sotto forma di luoghi comuni della filosofia della vita che s'infiltrano inconsciamente nel balbettio degli uomini politici. Questa pappa indigesta e sempre più diluita è diventata ormai il nutrimento "intellettuale" di tutto lo spettro accademico, ideologico e politico di una società che, poco prima del suo collasso economico ed ecologico, si trova in agonia intellettuale. "Anything goes": rosso e verde vanno insieme, ma anche rosso e nero e nero e verde, per non parlare del bruno; "difensori conservatori dei valori" appaiono come "sinistra" e la sinistra come destra, l'operaio appare, per niente a torto, come borghese e l'ex-borghese, altrettanto giustamente, come lavoratore del management. Ma con il mero riconoscimento del fatto che i fenomeni sono cambiati radicalmente, non si è ancora compreso niente e tantomeno risolto. Non basta volersi adattare in qualche modo attraverso il mimicry alle mutate circostanze e in quest'occasione buttare in mare anche la critica radicale. La sinistra accademica è altrettanto logora quanto i marxisti movimentisti che giocano a far politica. La fine di ogni comprensione dei fatti viene rivenduta come "fantasia liberatoria" e la perplessità come modestia antidogmatica. La promiscuità eclettica della teoria sociale è identica alla sua completa demoralizzazione.»

(da: Robert Kurz, “L'onore perduto del lavoro” in "L' onore perduto del lavoro. Tre saggi sulla fine della modernità", Manifestolibri, 1994)

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