lunedì 10 luglio 2023

È carne? O è CARNE ?!??

CARNE SINTETICA E ASTRAZIONE REALE
- di Maurilio Botelho -

Per rappresentare la differenza tra quella che è un'astrazione del pensiero e una "astrazione reale", ho sempre fatto uso dell'esempio della carne macinata. Quando arriviamo al mercato e vediamo delle comuni confezioni di hamburger, o di carne macinata bell’e pronta, non sappiamo quale sia l'origine, vale a dire, che tipo di carne sia stata utilizzata per produrre quel macinato. A volte, se si chiede al macellaio che tipo di carne sia, la risposta si limita a: «è carne». È ovvio che, materialmente, quella massa non è altro che l'aggregato di più tipi di carne; e in alcuni casi comprende perfino delle parti triturate di animali distinti (pollame, manzo, maiale) che vengono poi mescolate tutte insieme. Per questo, è molto più ragionevole scegliere un pezzo di carne la cui appartenenza sia riconoscibile e chiedere poi che venga macinata.

Trattare delle forme particolari più diverse, come se esse costituissero un'identità, e chiamarle Carne, corrisponde a un'astrazione cognitiva. Diverso è invece il caso del valore, il quale è l'espressione sintetica di delle altre merci, o meglio, l'espressione sintetizzata di tutte le altre merci. Il valore corrisponde a una quantità di ricchezza astratta, la quale ci permette così di acquistare qualsiasi altra quantità di ricchezza che equivalga a essa in termini materiali; le merci. E tuttavia, a differenza di tutte le altre merci con le quali interagisce, il valore in sé stesso non ha alcuna particolarità; anzi, oltretutto, esso non è nemmeno il miscuglio, o l'aggregazione di frammenti, delle altre merci: il valore, semplicemente, non è altro che l'astrazione realmente esistente dell'attività umana che viene spesa nella - e al fine della - produzione di merci; esso è pura energia umana, LAVORO. È nella sua espressione empirica, ossia nel denaro, che il valore acquista una sua vita propria, "materiale", che appare, accanto alle altre merci, come se invece essa fosse una merce particolare, un "equivalente generale", e questo sebbene esso non contenga in sé alcuna utilità; per quanto tale utilità ce l'abbia solo in relazione alle altre merci.

Nelle parole di Marx, «la sua esistenza funzionale assorbe, per così dire, la sua esistenza materiale». Ma ecco che, oggi, tutto questo impianto che sorregge un ragionamento logico-esplicativo è ormai scaduto. Ho appena sentito alla radio che la FDA (Food and Drugs Administration) ha autorizzato la commercializzazione di carne sintetica negli Stati Uniti. Questa carne, sintetizzata in laboratorio, è semplicemente CARNE, ovvero, è un tessuto che viene sviluppato in laboratorio; in pratica si tratta delle cellule di un animale che vengono "nutrite", e che si sviluppano come tessuto il quale viene poi trasformato nella forma della carne macinata, e reso così disponibile per la commercializzazione. Secondo il medico-scienziato che ha spiegato tutto questo, noi  possiamo «plasmarla secondo quelli che sono i nostri interessi e le nostre esigenze gastronomiche». Poi, il medesimo divulgatore della carne sintetica - sempre alla radio - ha sostenuto che il vantaggio di questa carne consiste nel non avere grassi, né tracce di piume, o di unghie, e neppure ossa macinate. L'emittente radiofonica che lo ha intervistato, è arrivata persino a sottolineare che: «in essa non ci sono questi residui, perché in essa non c'è nulla. È carne pura».

Naturalmente possiamo anche arrivare a dire - come ha fatto il medico-scienziato - che si tratta di «carne di pollo», ma tuttavia non ci è stata fornita alcuna informazione (e in effetti questo non ha nessuna importanza) sulla parte del corpo da cui è stata ottenuta, o quale tipo di carne sia all'origine di quel tessuto cresciuto in laboratorio.Gli è che la cellula del tessuto, in sé stessa, è stata prelevata, rimossa, separata dal suo contesto naturale (biologico) di sviluppo. Pertanto, abbiamo così la realizzazione di una vera e propria astrazione reale. In un primo momento, abbiamo l'astrazione (la separazione) di una parte (alcune cellule) di un tutto (del corpo di un uccello), ma ecco che subito poi questa parte si sviluppa - senza avere più alcuna relazione con il tutto - in un individuo particolare, dal momento che esso viene coltivato in un ambiente isolato; ben presto acquista autonomia, e diventa essa stessa un "tutto", l'astrazione assume vita propria e diventa semplicemente CARNE, che nella sua esistenza separata diventa un "tutto". La carne sintetica diventa pertanto un'ASTRAZIONE REALE: ecco che ora, insieme al petto di pollo, al filetto di coscia di pollo, al cuore di pollo e al ventriglio di pollo, abbiamo anche la possibilità di scegliere semplicemente la CARNE DEL POLLO. Non si tratta di una massa composta da tutte le altre, bensì semplicemente di una forma isolata, una cosa «che ha cancellato le proprie origini» (Marx); si tratta di CARNE, di una «cosa in sé».

È ovvio che, naturalmente, una simile mostruosità può esistere solo in una società nella quale la logica della produzione di merci è completamente incurante e ignara di quali sono i limiti naturali, umani e sociali. L'entusiasta divulgatore-promotore della carne sintetica ha sostenuto che, oltre ai vantaggi ambientali, considerati gli impatti prodotti dall'allevamento del bestiame, la produzione di carne sintetica ha anche il vantaggio di ridurre i tempi di produzione, dal momento che allevare i bovini, nutrirli e ingrassarli fino alla macellazione richiede molto tempo; mentre invece, in cinque settimane, la carne di laboratorio è pronta per il consumo. In fin dei conti, si tratta solamente della logica ossessiva e oggettivata, che ha il capitalismo, nel ridurre i tempi di produzione fino all'estremo: Alfred Sohn-Rethel ha sottolineato come «la socializzazione reificata corrisponde ed è analoga alla sintesi chimica». Allo stesso modo in cui la carne sintetica è un prodotto sociale, anche la sintesi sociale, realizzata dal valore e dal denaro, è un prodotto storico. La differenza risiede nel fatto che, mentre nel primo caso la sintesi è il risultato di una sperimentazione controllata e condotta consapevolmente dallo scienziato, nel secondo, la sintesi sociale prodotta dall'economia di mercato è invece un processo vissuto per secoli in modo inconsapevole e involontario dalla società, e che ha delle conseguenze ambientali incontrollate.

(Anche nel caso degli esperimenti di laboratorio, quando finisce l'isolamento, il grado di imprevedibilità e i conseguenti effetti indesiderati aumentano; poiché lì abbiamo infatti il risultato di quella che è una scienza che fin dall'origine è stata determinata dalla logica dell'astrazione e della riduzione dei tempi di produzione, dell'aumento della produttività ecc.) La carne sintetica, la pura CARNE, sembra realizzare materialmente ciò che Marx scriveva nella prima edizione del capitolo iniziale de "Il Capitale" (rimosso poi nelle edizioni successive, per cercare di rendere più semplice e comprensibile il testo). Utilizzando un ragionamento logico che partiva dalla relazione tra genere e specie, egli evidenzia il coesistere, accanto alle altre merci, anche del valore e del denaro; come astrazione reale: «Sarebbe  come se accanto, e in aggiunta ai leoni, alle tigri, alle lepri e a tutti gli animali effettivamente reali - i quali, raggruppati, costituiscono le diverse razze, specie, sottospecie, famiglie, ecc. del regno animale - oltre a loro esistesse anche l'ANIMALE, la singola incarnazione individuale di tutto l'intero regno animale. Un simile individuo, che comprende in sé tutte le specie effettivamente esistenti della stessa cosa, costituisce un UNIVERSALE, una cosa del tipo di ANIMALE, DIO ecc.».

- Maurilio Bothelo  - Pubblicato il 23/6/2023 su Facebook -

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