giovedì 20 luglio 2023

Com’è che la destra ha vinto la battaglia delle idee !!

La "sinistra" identitaria alter-capitalista di Houria Bouteldja e i suoi giochi ambigui e regressivi ai margini dell'antisemitismo. Qui di seguito, la traduzione di una parte del dossier di Philippe Corcuff.

Per quel che riguarda i nuovi attori di quello che si presenta come un "antirazzismo politico" o come "antirazzismo decoloniale" - un polo minoritario ma un po' troppo mediatizzato, che si incarna nel Parti des indigènes de la République (il PIR, un'organizzazione costituita da poche decine di attivisti che è stata creata nel febbraio 2010) [*1377] , c'è da dire che essa arriva persino al punto di flirtare in maniera ambigua anche con quelli che sono i margini dell'antisemitismo. Per fare un esempio, colui che incarna la sua principale figura mediatica, Houria Bouteldja, il quale ha annunciato che avrebbe lasciato l'organizzazione il 6 ottobre del 2020 [*1378], a partire dal marzo del 2015 ha cominciato a divulgare il concetto di un cosiddetto "filosemitismo di Stato" [*1379]. Se visto nel contesto di una relativa recrudescenza dell'antisemitismo, questa espressione può essere assunta come una riattivazione del vecchio stereotipo antisemita della "lobby ebraica", senza tuttavia non arrivare mai ad assumere questa parentela fino in fondo. La delirante stigmatizzazione del "sionismo" e dello Stato di Israele - visto come se fosse la presunta principale immagine e cifra dell'oppressione dei "post-colonizzati" in tutto il mondo - apre anche tutta una serie di possibili sentieri che portano all'antisemitismo, come ha sottolineato con pungente ironia Ivan Segré, parlando del libro dello stesso Bouteldja, "Les Blancs, les Juifs et nous" [*1380]. Infine, in uno dei discorsi di Bouteldja agli "ebrei", si trova un accenno a quella che si configura come un'ambigua giustificazione - enunciata in maniera contorta e tortuosa - di un possibile (delineato come sbagliato ma comprensibile) odio antisemita a venire, in futuro, a causa di quella che potrebbe essere la contemporanea conversione di molti "Ebrei" al "sionismo" («in soli cinquant'anni, tutti voi vi siete consegnati in massa all'identità sionista. [...] Il sionismo non è forse solo un altro nome per la vostra capitolazione?» [*1381]): «La cosa peggiore è l'espressione del mio viso quando per strada incrocio un bambino con la kippah. Quel momento furtivo in cui mi fermo a guardarlo. La cosa peggiore è la scomparsa della mia indifferenza nei vostri confronti, il possibile preludio alla mia rovina interiore[*1382]

La retorica messa in scena di una sua "rovina interiore" non annulla quella che è l'inizio di una giustificazione di un allusivo futuro antisemitismo ("il possibile preludio"), dicendo come questo "sia male" ("il peggio"), ma che però è anche comprensibile, dal momento che è un po' colpa vostra, voi ebrei, quanto meno... Perciò Segré ha pienamente ragione nello scrivere: «quando un adulto guarda dall'alto in basso un bambino per il solo fatto che egli è ebreo, nero, arabo, indiano, giallo o altro, non ci troviamo affatto "appena prima dell'odio», ma siamo "subito appena dopo"» [*1383].

Le ambiguità di Bouteldja nei confronti dell'antisemitismo, come quelle del suo "antisionismo", sono state riunite e potenziate in una sua conferenza tenuta a Londra nel dicembre 2018, nella quale ha reso ancora più difficile costruire delle convergenze tra le lotte contro l'islamofobia e quelle contro l'antisemitismo. La conferenza è stata significativamente intitolata in maniera confusa "Combattere il filosemitismo per combattere l'islamofobia e il sionismo"[*1384]. Ben presto, il "filosemitismo di Stato" è diventato tout court "filosemitismo", mentre le varie forme di simpatia verso le culture ebraiche e/o le sofferenze delle popolazioni ebraiche nel corso della storia (suscettibili di essere associate alla nozione di "filosemitismo") sono state identificate come se fossero proprio esse una delle principali fonti dell'islamofobia, e questo è stato fatto in associazione alla demonizzazione del "sionismo". A questo punto dell'analisi, va sottolineato - contro ogni tentazione relativistica che deriverebbe dal fare un parallelo tra le due tendenze - che le insidie incontrate dalla Licra e dal PIR non includono lo stesso grado di pericolo, anzi. La prima partecipa alla critica dei discorsi e degli atti anti-musulmani [*1385], ma lo fa restringendo troppo la portata del razzismo anti-musulmano, mentre il secondo partecipa solo raramente ad azioni contro l'antisemitismo e in modo ambiguo, come vedremo con l'invito a manifestare il 19 febbraio 2019 "contro gli atti antisemiti" e "contro la loro strumentalizzazione". Inoltre, come abbiamo appena visto, Bouteldja ha ambiguamente aperto la porta alla giustificazione di uno "sguardo" antisemita. Infine, la Licra rimane aperta a dibattiti contraddittori nelle sue pubblicazioni [*1386], cosa che invece non avviene per il sito web del PIR [*1387], il quale sembra rifiutarsi di praticare il pluralismo "bianco", allo stesso modo in cui un tempo gli stalinisti si rifiutavano di praticare il pluralismo "borghese"... Rispetto agli anni 2000, la tendenza alla polarizzazione tra lotta all'antisemitismo e lotta all'islamofobia si è estesa, oltre che alle organizzazioni antirazziste, a settori più ampi dei circoli politici, attivisti, mediatici e intellettuali. Nella cosiddetta sinistra "repubblicana", la nozione di islamofobia viene squalificata e vengono legittimate persino forme soft di amalgama islamofobico. Al contrario, settori della sinistra radicale relativizzano l'antisemitismo o addirittura si compiacciono di posizioni ambigue sull'antisemitismo (come quelle del PIR). Vediamo alcuni esempi di queste due posizioni.

(da  Philippe Corcuff, "La grande confusion. Comment l’extrême droite gagne la bataille des idées". © éditions Textuel, 2021)

NOTE:

[*1377] Per una critica del PIR, si veda: P. Corcuff, « Indigènes de la République, pluralisme des dominations et convergences des mouvements sociaux. En partant de textes de Houria Bouteldja et de quelques autres », su Grand Angle, 9 juillet 2015, art. cit.
[*1378] - "Dimissioni dal PIR", post Facebook di Houria Bouteldja, del 6 octobre 2020, [ https://fr-fr.facebook.com/bouteldjahouria/posts/3288962441180187 ].
[*1379] - H. Bouteldja, "Racisme(s) et philosémitisme d’État ou comment politiser l’antiracisme en France?", sul sito del PIR, 11 mars 2015, [ http://indigenes-republique.fr/racisme-s-et-philosemitisme-detat-ou-comment-politiser-lantiracisme-en-france-3/ ].
[*1380] - In I. Segré, "Une indigène au visage pâle. Compte-rendu du livre d’Houria Bouteldja: Les Blancs, les Juifs et nous. Pour une politique de l’amour révolutionnaire (La Fabrique)", sul sito Lundimatin, # 54, 30 mars 2016, [ https://lundi.am/Une-indigene-au-visage-pale ].
[*1381] -  H. Bouteldja, "Les Blancs, les Juifs et nous. Pour une politique de l’amour révolutionnaire", 2016, op. cit., p. 53.
[*1382] - Ivi, p. 54.
[*1383] -  I. Segré, "Une indigène au visage pâle", art. cit.
[*1384] - H. Bouteldja, "Combattre le philosémitisme pour combattre l'islamophobie et le sionisme", conferenza tenuta in inglese a Londra l'8 dicembre 2018 su invito dell'Islamic Human Rights Commission (IHRC); video ripostato su MEMRI.fr, 30 dicembre 2018, [ http://memri.fr/2018/12/30/la-militante-franco-algerienne-houria-bouteldja-nous-devons-combattre-le-philosemitisme-pour-combattre-lislamophobie/ ]. L'IHRC, fondata in Gran Bretagna nel 1997, è caratterizzata - dalla rete britannica per i diritti umani e la laicità AWAAZ-South Asia Watch - nel suo rapporto The Islamic Right - key tendencies, Londra, giugno 2006, p. 8, come appartenente a una destra islamoconservatrice inizialmente vicina al regime iraniano,  [ https://web.archive.org/web/20070928033832/http : https//www.awaazsaw.org/awaaz_pia4.pdf ]. Sembra che, date le sue presunte origini storiche, questa ONG si sia poi espansa e pluralizzata, pur mantenendo la sua inclinazione islamoconservatrice e la tendenza a demonizzare il "sionismo".
[*1385] - Si veda, per esempio, Mario Stasi, « Contre Zemmour », sul site de la Licra, 20 septembre 2018, [ https://www.licra.org/contre-zemmour ], oppure la condanna, fatta dalla Licra dell'attentao contro la Moschea di Bayonne suFacebook il 28 octobre 2019 : [ https://www.facebook.com/licra.org/posts/2420354031345144 ] .
[*1386] -  Si veda la mia intervista sulla rivista Licra che difende l'uso della nozione di islamofobia: "La singularité individuelle, valeur cardinale de l'antiracisme", intervista con Alain Barbanel, Le Droit de vivre, n. 664, dicembre 2016, pp. 24-25, ristampata su Mediapart, con il titolo "Enjeux actuels de l'antiracisme et singularités individuelles", 13 gennaio 2017, [ https://blogs.mediapart.fr/philippe-corcuff/blog/130117/enjeux-actuels-de-l-antiracisme-et-singularites-individuelles ].
[*1387] -  Un esempio dell'evoluzione settaria del PIR: il 5 marzo 2006 ho scritto un testo per il sito web di quello che allora si chiamava MIR (Mouvement des Indigènes de la République, 2005-2010) criticando il suo rifiuto di manifestare contro l'omicidio antisemita di Ilan Halimi: "Le combat contre l'oppression postcoloniale et la lutte contre l'antisémitisme: en quoi les Indigènes de la République ont-ils fait une erreur politique à propos du meurtre d'Ilan Halimi" [ripreso dal sito web di Oumma. com il 20 marzo 2006: https://oumma.com/le-combat-contre-loppression-postcoloniale-et-la-lutte-contre-lantisemitisme-en-quoi-les-indigenes-de-la-republique-ont-ils-fait-une-erreur-politique-a-propos-du-meurtre-d-2 ]. Ma questo testo è stato poi cancellato dal sito web di quello che è diventato il PIR nel 2010. D'altra parte, la reazione critica alle mie critiche si trova ancora sullo stesso sito: "Réponse à Philippe Corcuff concernant le communiqué des Indigènes de la république sur le meurtre d'Halimi", di Sadri Khiari, 22 marzo 2006, [ https://indigenes-republique.fr/reponse-a-philippe-corcuff-concernant-le-communique-des-indigenes-de-la-republique-sur-le-meurtre-dhalimi/ ].

Fonte: @Palism Psao

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