In un articolo dal titolo "Costruito con astuzia: un modello per il modo di scrivere di Walter Benjamin" (il quale articolo fa parte del volume collettivo "Walter Benjamin. Esperienza storica e immagini dialettiche"), Erdmut Wizisla espone una serie di scoperte effettuate presso l'Archivio Walter Benjamin (Walter Benjamin Archiv / Akademie der Künste, Berlino), di cui egli è direttore. Ciò che è particolarmente interessante, è il dettaglio del rapporto tra Benjamin e Ferdinand Lion, l'autore del libro su "Cartesio, Rousseau, Bergson". Wizisla si avvale della corrispondenza tra Lion e Benjamin riguardo la pubblicazione nel 1938 di un articolo sull'Istituto sociale di Adorno e Horkheimer, per delineare un "modello" del "modo di scrivere" di Benjamin.
Lion, responsabile della rivista "Mass und Wert" - la quale si occupava di una miriade di altri autori, temi, ego, impaginazione, scadenze e questioni tecniche - chiedeva a Benjamin di non dilungarsi troppo nel suo testo, in modo da poterlo così collocare nella sezione "critica". Perciò, invece di inviare un testo breve, Benjamin inviò a Lion un lungo testo diviso in molte parti, in modo che l'editore potesse scegliere la disposizione che meglio desiderava, seguendo però istruzioni che oscillavano tra il barocco e il cabalistico: L'ossatura del manoscritto: pagine 1, 2, 3 e 11. Le pagine 8, 9, 10 formano un blocco che può essere inserito in questa ossatura come un insieme chiuso, o meglio ancora isolato, oppure insieme ad altre pagine. Le pagine rimanenti, 4/5, 6, 7, possono essere inserite singolarmente, o piuttosto insieme; in questo caso dovrei tenere conto solo del fatto che la pagina 6 non può comparire senza le pagine 4/5 (o meglio, il contrario). Lunghezza minima del manoscritto: meno di tre pagine; massima: otto pagine intere.
Wizisla commenta: «L'osservazione preliminare ha offerto a Lyon almeno undici diverse possibilità di combinazione degli otto elementi. Il redattore ne scelse un dodicesimo, non autorizzato, che violava le intenzioni dell'autore»; egli sostiene inoltre che la procedura di Benjamin in questo caso specifico è legata al modo in cui organizzava il suo pensiero più in generale: il Libro dei passaggi, le sue idee su Parigi come capitale ottocentesca, le sue riflessioni sul surrealismo e sulla tradizione come gioco di assemblaggio e combinazione (un filone che confluisce in Rayuela di Cortázar, nell'opera di Perec, nello smontaggio di Lévi-Strauss e di Jakobson della poesia di Baudelaire, in quello che Barthes fa con Balzac in S/Z, in Reader's Block di David Markson, in Diary of a Bad Year di Coetzee). «La modalità di costruzione di Benjamin significa un addio alla linearità e alla gerarchia», scrive ancora Wizisla.
fonte: Um túnel no fim da luz
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