giovedì 11 agosto 2022

Dal punto di vista di Dio !!

Le sei storie interconnesse che compongono La Torre si svolgono in un grattacielo di 674 piani chiamato Beanstalk, uno Stato sovrano in perenne conflitto con Cosmomafia e con i Paesi limitrofi. Per avventurarsi all’esterno è necessario superare gli stretti controlli alle frontiere tra il ventiduesimo e il venticinquesimo piano, e soprattutto non soffrire di suolofobia, l’intensa e divorante paura di scendere al piano terra. All’interno di questo scenario geopolitico, ogni racconto è uno spaccato sulle dinamiche di potere nella Torre, simbolo del capitalismo contemporaneo: un gruppo di ricercatori deve rivelare al proprio capo che, dall’esame dei dati raccolti, una delle figure più influenti della nazione è un cane; una donna usa il potere della Rete per soccorrere un pilota militare abbandonato dal governo nel mezzo del deserto; un operaio del Sindacato Lavoratori Trasporti Orizzontali vince il concorso e viene assegnato alla Sorveglianza, diventando un verticalista responsabile delle esercitazioni degli ascensori volte a sventare attentati; un forestiero si ritrova incaricato di preparare un elefante gentile a sedare gli esplosivi moti di protesta locali. Bae riesce a creare una visione allo stesso tempo divertente e oscura della vita contemporanea, confermando una delle più affascinanti tendenze culturali del nostro tempo: l’acume dello sguardo della Corea del Sud sul mondo in cui viviamo.

(dal risvolto di copertina di: Bae Myung-Hoon, "La Torre", Add editore, 248 pp. 20€)

Il grattacielo in guerra con la Cosmomafia ha 674 piani di armadi zeppi di scheletri
- Un cane attore che detiene il potere, ascensori che rappresentano le ideologie, un elefante vicino al Nirvana. Sei storie si intrecciano in un palazzo-Stato alto tre km in cui vivono mezzo milione di persone -
di Barbara Baraldi

Com'è il mondo dal punto di vista di Dio? Un indizio ce lo offre Bae Myung-Hoon con "La Torre": «Sehriban rivolse lo sguardo verso il cielo. Le parve di intuire come dovesse sentirsi Dio. Era questo il peccato dei beanstlkiani? Aver compreso Dio? Non le sembrò così grave, però. Nessuno avrebbe mai più sperimentato una sensazione come quella: avanzare su un pavimento fermo, e restare immobili a guardare il mondo dal punt di vista di Dio. Non sarebbe più successo, chissà per quanti anni a venire. Perché era possibile solo da lì».

Il Beanstalk è (letteralmente) il punto più alto raggiunto dall'innovazione tecnologica: un grattacielo di 674 piani di quasi tre chilometri di altezza, e mezzo milione di abitanti. Non un semplice edificio, ma un vero e proprio Stato indipendente, in cui l'autore colloca - o meglio, radica - sei storie interconnesse, per le quali l'ambientazione è ben lontana dall'essere uno sfondo, ma riveste il ruolo di protagonista.
Nella prima storia, L'epifania di tre ricercatori (con e senza cane), un gruppo di scienziati dell'Istituto Beanstalk per la Ricerca sui Poteri Invisibili è alle prese con un modello scientifico per misurare le interferenze dei campi di potere: «Una volta che il campo si deformava attorno a un potere, persino che si considerava refrattario, non poteva fare a meno di comportarsi come se accogliesse volontariamente quel potere e cercasse di compiacerlo».

Per condurre la ricerca, il professor Jeong utilizza una forma di valuta tracciabile: una fornitura di alcolici pregiati, seguendo i movimenti di ogni singola bottiglia tramite un localizzatore, alla ricerca delle aree in cui il flusso rallenta. Il problema sorge quando il centro di potere dell'edificio risulta in corrispondenza dell'appartamento di ... un cane. Non un cane qualunque, ovviamente, ma un celebre attore, sebbene a quattro zampe. Ogni tentativo di rimuovere dal modello l'anomalia provoca una catastrofica disgregazione dei dati. Non può essere casuale il riferimento al versetto 20:20 del libro dei Salmi: «Salva l'anima della spada, salva il cuore del potere del cane». Riferimenti alla religione - alle religioni - sono disseminati in tutto il libro, con continue allusioni alla mitica Torre di Babele (con la quale gli abitanti del Beanstalk detestano i paragoni) e persino una storia dedicata a un mansueto elefante da combattimento prossimo al raggiungimento del Nirvana, Il Buddha in piazza).

Con Mancata consegna nel Taklamakan, attraverso una dichiarazione d'amore recapitata alla persona sbagliata, l'autore si confronta con le complicazioni nel sistema di distribuzione della posta della Beanstalk e con i meccanismi virali dell'era di Internet. Con Le esercitazioni degli ascensori riesce a raccontarci una strana forma di amore, e al tempo stesso le tensioni tra i due maggiori sistemi ideologici della Torre, verticalismo e orizzontalismo. Perfettamente conforme, ci pone di fronte alla Cosmomafia, oscura nazione terroristica nata dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica. che dall'altro capo del globo elabora piani macchinosi per abbattere il Beanstalk, mentre Ode alla natura è una nostalgica riflessione sui processi creativi. Tramite le Appendici invece veniamo a sapere, tra l'altro, che «nella civiltà dei grattacieli ogni armadio nasconde il suo scheletro, pertanto vige un tacito accordo in base al quale è ragionevole non aprire i reciproci armadi». La Torre, insomma, è un libro impossibile, quasi la traslitterazione dello stesso edificio che descrive, delle persone che lo abitano, dei rapporti che li legano, cementato com'è su muri, pavimenti e ascensori, e intriso di credenze, ansie, nevrosi dei suoi abitanti.

Sarcastico e irriverente, arguto e crudelmente politico, La Torre è un'esperienza completamente nuova anche per i lettori più forti, che scavalca i generi letterari con spregiudicata disinvoltura, districandosi tra il surrealismo e l'iperrealismo. Scritto nel 2009 e recentemente ripubblicato in tutto il mondo in una nuova edizione, La Torre è un libro unico nel suo genere, che sconcerta per la straordinaria attualità. Una lucida riflessione sulla natura del potere, sui suoi meccanismi più perversi. Un viaggio imprevedibile nei recessi di un'entità pulsante, stratificata, altamente non lineare, la ricostruzione di un microcosmo immaginario - la Beanstalk - che assomiglia pericolosamente al mondo in cui viviamo, edificata con parole anziché laterizi e vetrate, ma non per questo meno solida. Non stupisce che Bae Myung-Hoon sia uno degli scrittori più celebrati in madrepatria, la Corea del Sud: ha le capacità di scrivere storie indimenticabili, riuscendo a farci sorridere nel momento stesso in cui stiamo provando una vertigine.

- Barbara Baraldi - Pubblicato su TuttoLibri del 25/6/2022 -

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