Discariche di rifiuti tossici di credito
- di Robert Kurz -
Chiunque conservi ancora un briciolo di memoria, potrebbe chiedersi che fine abbiano fatto quelle enormi masse di crediti inesigibili per i quali, dopo il crollo finanziario del 2008, si era cercato di trovare un'ultima dimora che fosse il meno appariscente possibile. Non è stato stato rimborsato nulla; al contrario, le passività immaginarie hanno continuato a crescere. Nel settore privato, il gioco di ripagare in maniera apparente i vecchi prestiti per mezzo di quelli nuovi - e poi, così via, di nuovo e ancora di nuovo - è finito da tempo. D'altronde, i famigerati «titoli di credito tossici», a causa della loro massa, non hanno potuto essere cancellati completamente, se non in parte, e solo grazie a qualche operazione cosmetica da parte delle banche. Secondo gli stessi guru della finanza, diversamente, questo avrebbe significato il famoso «meltdown» del sistema finanziario globale. In termini di equilibrio di bilancio, le banche sono state autorizzate a sbarazzarsi dei loro rifiuti tossici. Ma su questo, anche le «bad bank», le quali, grazie all'aiuto di garanzie governative, avrebbero dovuto servire ad attutire temporaneamente il collasso del sistema bancario ombra, che ci sarebbe stato dopo lo scoppio della bolla immobiliare, sono rimaste silenziose.
Ufficialmente, sono state diffuse speranze e aspettative secondo cui le garanzie governative avrebbero potuto creare ben presto abbastanza nuova «fiducia» da riportare quei titoli, da tempo senza valore, a un prezzo semi-decente. Il prerequisito per questo avrebbe dovuto essere che nel frattempo il settore immobiliare statunitense, da cui aveva avuto origine l'onda d'urto, si sarebbe ripreso fortemente. Ma non esiste alcuna prova di una simile ripresa. E, alla scadenza, anche le garanzie governative non sono arrivate. Semplicemente non è stato permesso che ciò accadesse, e ciò perché, altrimenti, il «tracollo» sarebbe avvenuto attraverso una manovra che avrebbe coinvolto i bilanci statali. E quindi, dove sono finiti i rifiuti altamente tossici del sistema finanziario? In effetti, un deposito finale dove immagazzinarli, è stato trovato, vale a dire le banche centrali. Com'è ben noto, attualmente stanno inondando il mondo di dollari, euro, ecc. in modo da dare così vita a quella che è un'economia globale clinicamente morta. Ufficialmente, per quanto non stiano ancora facendo cadere il denaro dall'elicottero, ma lo stanno dando alle banche commerciali sotto forma di prestito; sebbene a tassi di interesse bassi, o addirittura nulli. Come avviene per ogni prestito, per ottenerlo, le banche devono depositare una «garanzia». E in cosa consiste questa garanzia collaterale? Essa consiste proprio in quelle masse di carta straccia dei titoli tossici che le banche centrali ora accettano come se si trattasse dei gioielli della corona.
Sono passati meno di tre anni dal crollo dei mercati finanziari, e le finanze pubbliche di sempre più paesi hanno già cominciato a esaurirsi perché sono state sovraccaricate nel corso della politica anti-crisi. Fondamentalmente, con i titoli di Stato si sta ripetendo lo stesso sviluppo che avevamo visto con i titoli finanziari privati. Una parte crescente del debito, a malapena ripagabile, è stata trasferita sui cosiddetti bilanci ombra. Sempre più titoli di Stato si stanno trasformando in rifiuti tossici, come avevano già fatto i mutui immobiliari prima di essi. E a partire da questo, le banche centrali stanno diventando dei clienti riconoscenti. Gli asiatici stanno comprando sempre meno obbligazioni statunitensi? Nessun problema, ora è la stessa Federal Reserve statunitense a chiederli, come se fossero grano in tempi di carestia. Anche la crisi del debito sovrano europeo sarebbe peggiorata, nonostante tutti i pacchetti di salvataggio, se la Banca Centrale Europea non avesse iniziato da tempo a comprare grandi quantità delle obbligazioni senza valore degli Stati in crisi. Le banche centrali, quelle che si supponeva avrebbero dovuto essere i guardiani del Graal della stabilità finanziaria, sono diventati delle discariche dei rifiuti tossici del sistema finanziario globale. Ed è proprio questo il luogo di smaltimento finale, dal momento che non c'è più alcuna altra autorità alle loro spalle, che possa, a sua volta, liberare le banche centrali dal loro fardello. La maschera di una parvenza di normalità che è stata indossata, a partire dal 2008, consiste in un'avventurosa politica di creazione di denaro che si basa sulla «rete di sicurezza» che viene fornita proprio da quelli che continuano a rimanere dei crediti inesigibili.
- Robert Kurz - Originariamente pubblicato su Neues Deutschland del 25/7/2011 -
fonte: Exit! in English
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