sabato 12 marzo 2022

… ditegli che si impicchi !!

Ovunque, da Pechino a Mosca, da Kiev a Berlino, da Parigi a Washington.
Di fronte alla mostruosità dell'imperialismo capitalista, i proletari non hanno patria da difendere: hanno solo le loro catene da perdere e la loro pelle da salvare!

La guerra lampo della Russia contro l'Ucraina selvaggiamente schiacciata da dei veri e propri tappeti di bombe, è la prima tappa di un'espansione verso l'ignoto che agita la minaccia, brandita dal regime di Putin, di fare uso dell'arma nucleare assoluta, con il sequestro delle centrali nucleari ucraine (e quindi del loro combustibile) da parte dell'esercito russo, che insieme al potenziale uso di armi chimiche hanno un grande significato storico: si tratta di un salto qualitativo nella direzione di una terza guerra mondiale. Manca solo l'assalto militare del capitalismo cinese a Taiwan e ai territori giapponesi, vietnamiti, filippini, ecc. a reclamare che quello che per ora è solo un pericolo diventi realtà.
I Leviatani e i Behemoth costruiti dal sistema capitalista globale, privato e/o statale che sia, si trovano nascosti in innumerevoli silos, e girano continuamente. 24 ore, su 21, nei cieli e nei mari. Secondo l'Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma, il numero di testate nucleari inventariate è potenzialmente in grado di vetrificare decine di volte la superficie della Terra; una terra già martirizzata quotidianamente dal Capitale (distruzione dei terreni agricoli utili, desertificazione, riscaldamento globale fuori controllo, scomparsa accelerata dell'ecosfera biologica). Il totale delle armi nucleari a livello globale, è come l'immagine riflessa dell'incubo del sistema capitalista globale: Russia: 6.255 testate; USA: 5.550; Cina: 350; Francia: 290; Regno Unito: 225; Pakistan: 165; India: 156; Israele: 90; Corea del Nord: 45. Senza contare le cosiddette bombe a neutroni «tattiche» da battaglia, pronte per essere utilizzate in un qualsiasi conflitto «localizzato» ...
I cosiddetti conflitti localizzati, che sono stati battezzati con il nome di «guerra contro il terrorismo», come quella in corso in Medio Oriente, sono già serviti come banco di prova per l'utilizzo di queste nuove tattiche di distruzione di massa. Per oltre tre decenni, ogni nuova guerra è stata un banco di prova per lo sviluppo di tali armi. Ogni nuova guerra, cosiddetta «umanitaria» o contro il «terrorismo» (Bosnia, Kosovo, Afghanistan...) è stata l'occasione per testare nuove armi all'uranio impoverito (DU, depleted uranium), portandole a livelli di potenza sempre più elevati. Come è avvenuto nella guerra d'invasione lanciata contro l'Iraq dalla coalizione anglo-americana nel 2003 (che include 48 «onorevoli membri» dell'ONU, compresa l'Ucraina...) con la complicità della cosiddetta «comunità internazionale» (ossia, gli stati membri dell'ONU). Durante il conflitto iracheno, le munizioni all'uranio impoverito sono state utilizzate in una guerra nucleare miniaturizzata che non osava pronunciare il proprio nome. Una tra le più letali di queste armi, la bomba termobarica - l'ultima arma, prima dell'utilizzo delle armi nucleari «tattiche» - è in grado di distruggere interi quartieri urbani per un raggio di 300 metri, con temperature che nel punto di impatto raggiungono i 3.000°C. Sono stati probabilmente utilizzati dall'esercito americano in Vietnam, già a partire dai primi anni '70. L'esercito americano li ha poi usati durante la guerra del Golfo, in Iraq (1990-1991) e in Afghanistan, per annientare i combattenti di al-Qaeda e dei talebani nascosti in complessi sotterranei alla fine degli anni 2010. L'esercito russo, da parte sua, ha utilizzato questo tipo di arma per radere al suolo l'80% di Grozny, la capitale della Cecenia, alla fine del novembre 1999, o, più recentemente, in Siria, su città come Aleppo e Idlib. Oggi la Russia è pronta ad usarla in modo massiccio come ha già fatto su larga scala in Cecenia e in Siria.
Il regime di Putin - come quando ha minacciato la Georgia nel 2008 - sta giustificando in anticipo l'uso di armi chimiche, le quali sono vietate dalla Convenzione sulle armi chimiche (CWC), in vigore dal 1997 [*1].  Il regime dell'iper oligarca capitalista russo accusa ora l'Ucraina di costruire (con l'aiuto degli USA) laboratori di armi chimiche e batteriologiche. Si tratta di un pretesto perfetto, per la Russia, per usare armi chimiche in Ucraina. L'esercito russo è già abituato a questo genere di cose: durante il conflitto siriano, ha aiutato la Siria a installare l'antrace nelle testate [*2]. Ogni giorno che passa, il regime capitalista - non importa quale etichetta usi, da quella «liberale» a quella «comunista» (Cina) - perpetra crimini contro l'umanità su una scala mai conosciuta prima. Oggi più che mai, la fine del criminale sistema capitalista e del suo perverso regime di terrore che minaccia l'umanità intera, richiede che in tutti i paesi emerga una rivoluzione delle masse lavoratrici. Gli scioperi di massa trans-frontalieri, l'estensione internazionale del movimento, la nascita di consigli operai e militari, la formazione di nuclei politici comunisti internazionalisti sono i primi passi sulla strada della liberazione - che sarà lunga e dolorosa - da un regime letargico la cui esistenza significa la distruzione permanente della natura e minaccia l'annientamento dell'umanità e di tutta la vita biologica sulla terra.

Pantopolis, 11 marzo 2022.

NOTE:

[*1] - Mentre la banalizzazione, da parte della Russia, dell'agente nervino Novichok è ben nota, è meno noto che molti paesi non hanno applicato questa convenzione, che è in vigore dal 1997. Il rapporto del SIPRI del 2021 afferma: «Gli Stati Uniti rimangono l'unico Stato possessore dichiarato, le cui armi chimiche devono ancora essere distrutte, ma ci si aspetta che completi la sua attività di distruzione nei tempi previsti». Non c'è dubbio che due anni di pandemia e di chiusura totale delle frontiere hanno permesso a qualsiasi stato di sviluppare tranquillamente le proprie armi chimiche più letali.

[*2] - Secondo un rapporto della ONG Globalsecurity (2012), la maggior parte dell'arsenale chimico e biologico della Siria è stato fornito da «importanti società di intermediazione chimica con sede in Olanda, Svizzera, Francia, Austria e Germania».

fonte: Pantopolis

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